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Davide Zoccolan, 'Ridevano i tuoi occhi', con testo a fronte in Inglese, ICI Edizioni

23/12/08

Poesia levigata, leggera, rarefatta quella di Zoccolan, poeta e ricercatore del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Cambridge. Poesia di memorie di donne, di luoghi, di famiglia: è un ricordare ciò che è stato, «tracciare bilanci», «rinfrescare la memoria esausta d’abuso e d’abbandono», cercando il nesso che tiene unite le immagini che continuamente si addensano dietro gli occhi : « s’infittisce la rete/ gli eventi si connettono». Ed ecco quindi il ricordo di donne a cui fanno da sfondo i luoghi della sua vita sempre cinti di un abbraccio affettuoso: « E mi scopro ad amare/ questa terra, riflessa/ nei tuoi occhi, la sua gente/ perché filtrata dalla/ tua memoria, i suoi colori/ mescolati nel tuo volto».

Davide Zoccolan (Massachusetts Institute of Technology, MIT di Cambridge, Massachusetts, USA)

"Ridevano i tuoi occhi"
"Your eyes were smiling"

Traduzione in Inglese di Sergia Adamo (Università di Trieste)

Edizioni dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli





Poesia levigata, leggera, rarefatta quella di Zoccolan. Poesia di memorie di donne, di luoghi, di famiglia: è un ricordare ciò che è stato, «tracciare bilanci» 1, «rinfrescare la memoria esausta d’abuso e d’abbandono»2, cercando il nesso che tiene unite le immagini che continuamente si addensano dietro gli occhi : « s’infittisce la rete/ gli eventi si connettono»3.
Ed ecco quindi il ricordo di donne a cui fanno da sfondo i luoghi della sua vita sempre cinti di un abbraccio affettuoso: « E mi scopro ad amare/ questa terra, riflessa/ nei tuoi occhi, la sua gente/ perché filtrata dalla/ tua memoria, i suoi colori/ mescolati nel tuo volto»4.
Zoccolan non affonda la sua poesia nel groviglio dell’anima, nell’inarticolato e ineffabile del sé, essa resta sospesa e quasi incantata. Conosciamo donne dolci e aggraziate e luoghi sempre odorosi. La poesia di Zoccolan depura, addolcisce, purifica: è un immergersi tenue e rassicurante in un mondo dai suoni attutiti, dagli spigoli abrasi dove c’è spazio per ripiegamenti malinconici in Blues: « Poggiato alla ringhiera/ parlare alle finestre accese a scacchi»5, itinerari dell’anima in Saluzzo: « Anima incerte sui ciottoli lucidi/ tagliamo l’aria affilata d’autunno/ con la pelle inasprita/ e le nuvole in bocca/. Ci parlano al passare/ mura impastate d’anime,/ ombre discrete e calde. »6, lontananze dense di desiderio in Trittico triestino: « E faremo l’amore/ sulla coperta ancora/ tiepida del mio sonno/recente- la carezza/ dei miei baci posati/ sui tuoi occhi, il pudore/ delle tue cosce schiuse/ ai miei giochi d’amante»7.
Nella seconda raccolta, Un riflusso di pianto, prevale l’accorato ricordo di Zoccolan dei familiari persi. Dei suoi nonni che hanno vissuto la storia e che hanno lasciato su di lui un segno di forza e di orgoglio: «Rideva nei tuoi occhi quella luce/commossa e vittoriosa/di chi ha sentito il fuoco della Storia/bruciargli addosso, stappargli un tributo/ immenso di dolore nella lotta/per la liberazione. Ti ero seduto accanto/ e la tua voce me riempiva il petto/ di un orgoglio invincibile, /un distillato denso/d’amore e forza, una fede preziosa,/umana che da allora m’è compagna. »8.
Zoccolan descrive il passaggio al non essere della morte con un sentimento di accettazione pacata: «Le ultime parole/ come di fiamma che ha consunto l’aria/ -Pea muoio-. E zia Pea, la tua mano nelle mani/-moriamo assieme-. Forse un ultimo sguardo/-grazie-. Poi sei spirato-come un patriarca/del Vecchio Testamento-»9 .
Anche la morte e con essa la sofferenza è parte della vita, sembra dirci; anche questo passaggio così crudele, così deturpante, è avvolto da un velo che ne rarefa l’offesa che arreca al corpo e all’anima.
Ma lacrime restano acquattate e traboccano d’incanto: «Se un riflusso di pianto/ancora affiora a segnare le ciglia....- sono le immagini di quelle morti,/di quei vent’anni a chiamarvi alla luce-»10.
Altre lacrime, in In tema d’ombre, bagnano di sofferenza il suo animo. Sono le lacrime dell’esserci, sono le lacrime che ciascuno porta dentro di sé: «Nel chiarore di fiamma/dondolata dal vento/si agitano le tende,/prendono anima le ombre della sera,/soffice velo sugli occhi asciugati. »11
Le scelte espressive di Zoccolan si muovono all’interno di schemi e di convenzioni stilistiche tradizionali, ma il suo linguaggio possiede intensità e forza: sentiamo il calore dei suoi versi sulla pelle, la sua poesia rapisce i nostri pensieri dalla compromissione con la realtà, e questo è davvero meritevole.

Note

(1) Viaggio, v. 4.
(2) Ibidem, vv. 5-6
(3) Ibidem, vv. 7-8
(4) Capotrave III, vv. 12-17
(5) Blues, vv. 4-5
(6) Saluzzo (trittico), I, vv. 8-14
(7) Trittico triestino II (Sogno), vv. 13-20
(8) Nonno Sante, vv. 28-39
(9) Zio Renato (frammenti della morte) III, vv. 1-9
(10) Se un riflusso di pianto, vv. 1-8
(11) In tema d’ombre, II , vv. 1-5





Davide Zoccolan è nato a Torino nel 1972. Laureatosi in fisica nell’Ateneo della sua città, ha poi conseguito il dottorato di ricerca in biofisica presso la Scuola Internazionale Superiore di Studii Avanzati di Trieste. Attualmente svolge attività di ricerca nell’àmbito delle neuroscienze computazionali presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Cambridge, Massachusetts (USA).
Sue poesie sono apparse nelle antologie di diversi premî letterarî e raccolte di poesia contemporanea, fra le quali: le antologie del Premio Internazionale di Poesia Nosside (organizzato dal Centro Studii Gianni Bosio di Reggio Calabria), edizioni 1995, 1997 e 1999; Opere d’Inchiostro 1996 (a cura dell’Osservatorio Letterario Giovanile, Città di Torino); Scrittori Italiani del Secondo Dopoguerra: La Poesia Contemporanea (Guido Miano Editore, Milano, 1997); Uno spazio pieno di parole (Hammerle Editori in Trieste, Trieste 2001; antologia del concorso Trieste scritture di frontiera 2001, organizzato dall’associazione Altamarea di Trieste). Nel 1999 ha vinto il XV Premio Internazionale di Poesia Nosside, con la conseguente pubblicazione, nell’antologia Schegge dell’anima (Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2000), di 15 sue liriche con versione in Spagnolo a fronte, a cura dell’Istituto Cubano del Libro.
Ridevano i tuoi occhi viene pubblicato in seguito al conseguimento del Premio Nuove Lettere, XI edizione (2002), dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli. La versione inglese delle poesie è di Sergia Adamo (Università di Trieste).





L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI ONLUS)(www.istitalianodicultura.org; ici@istitalianodicultura.org), in collaborazione con la rivista internazionale di poesia e letteratura “Nuove Lettere” (da esso edita), pubblica cinque collane editoriali: due di poesia (entrambe dirette da Roberto Pasanisi: una intitolata Lo specchio oscuro, l’altra — di plaquette — intitolata Nugae), due di narrativa (una già diretta da Giorgio Saviane ed intitolata La bellezza; l’altra — di plaquette — diretta da Roberto Pasanisi ed intitolata Gli angeli) ed una di saggistica letteraria (già diretta da Franco Fortini ed intitolata Lettere Italiane).
Il Comitato di lettura delle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli è costituito da Constantin Frosin (professore ordinario, Lingua e Letteratura francese, Università “Danubius”, Galati; scrittore), Antonio Illiano (professore ordinario, Lingua e Letteratura italiana, University of North Carolina at Chapel Hill), Roberto Pasanisi (professore, Lingua e Letteratura italiana, Università Statale MGIMO, Mosca; direttore, Istituto Italiano di Cultura di Napoli; direttore, “Nuove Lettere”; scrittore), Mario Susko (professore, Letteratura americana, State University of New York, Nassau; scrittore), Násos Vaghenás (professore ordinario, Teoria e critica letteraria, Università di Atene; scrittore) e Nguyen Van Hoan (professore ordinario, Letteratura italiana e Letteratura vietnamita, Università di Hanoi).





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