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Diagnosi autismo errata, cosa rischia il medico?

28/08/17

Il medico che compie una errata diagnosi di autismo, suscitando inutili preoccupazioni ed angoscia, è soggetto a responsabilità professionale

FotoI dati mostrano che il contenzioso in materia di cosidetta malpractice sanitaria è notevolmente aumentato e i medici, dal canto loro, lavorano nel timore che i pazienti – o eventualmente i loro congiunti – possano un domani citarli in giudizio. In particolare si parla di errore medico non solo quando, in presenza di uno o più sintomi di una malattia, non si riesca ad inquadrare il caso clinico, ma anche quando si ometta di eseguire o disporre controlli e accertamenti prudenzialmente doverosi ai fini di una corretta formulazione della diagnosi.

Le tipologie di errori medici sono molteplici, dovute in certi casi a scarsa preparazione, talaltra a disattenzione e a mancanza delle necessarie cautele.
Ciò posto, si tenga presente che la condotta del medico che colposamente procuri al paziente un peggioramento delle sue condizioni di salute, oltre a dare vita ai presupposti per un risarcimento del danno, può integrare anche il reato di lesioni personali colpose oppure – in caso di decesso del paziente a causa dell’errore – il reato di omicidio colposo.

Nel caso di errata diagnosi di autismo, la responsabilità medica sussiste per il solo fatto dell’inesatta valutazione.
Ciò posto, si tratta di stabilire se anche in assenza di conseguenze sotto il profilo psicofisico del paziente possa ritenersi sussistente una responsabilità medica.
Nel caso di inesatta valutazione, il bambino (risultato essere appunto sano) non subirà danno alcuno. Ma cosa dire dei genitori e dei parenti più stretti, che – a causa della comunicazione dell’errata diagnosi – avranno sicuramente vissuto momenti di terribile angoscia e turbamento? È risarcibile il danno non patrimoniale derivante dallo stato di angoscia e turbamento conseguente alla comunicazione dell’errata diagnosi?

La giurisprudenza, inizialmente riluttante ad ammettere il risarcimento del danno non patrimoniale da errata diagnosi, da circa un decennio ha iniziato a mostrare un cambio di prospettiva.
Secondo la giurisprudenza detta sofferenza non incide solo sulla sfera del diretto interessato (il paziente), al contrario si tratta di una sofferenza patita anche dai prossimi congiunti della vittima dell’errore diagnostico, in quanto soggetti ad evidenti ripercussioni sulla propria sfera emotiva, per tale motivo questi hanno diritto ad una tutela risarcitoria per l’ansia generata dall’errore medico.



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