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DIGESTIONE: integrare gli ENZIMI per stare meglio

La digestione è quel processo che avviene dentro di noi, ogni volta che mangiamo. La maggior parte di noi non vi presta particolare attenzione, almeno fino a quando non inizia a soffrire di cattiva digestione, un problema che interessa sempre più persone nella nostra società.

FotoLa digestione ha l’importante obiettivo di degradare i macronutrienti presenti nel cibo, come proteine (formate da aminoacidi), grassi (formati da lipidi), carboidrati (formati da glucidi o zuccheri semplici) nei loro componenti essenziali, in modo da poterli assorbire e nutrire in questo modo il nostro organismo.

La digestione è sia chimica che meccanica:

• la digestione meccanica è data dal movimento degli organi dell’apparato digerente. Parte dalla bocca con l’azione di lingua e denti, prosegue nello stomaco continuando fino all’intestino
• la digestione chimica coinvolge diverse proteine prodotte dagli organi dell’apparato digerente, gli enzimi digestivi

I PRINCIPALI ENZIMI DIGESTIVI
Gli enzimi digestivi sono in grado di degradare le molecole più grandi fino agli elementi più piccoli, gli aminoacidi, i glucidi e gli acidi grassi. Gli enzimi vengono prodotti a tutti i livelli dell’apparato digerente.

Esistono diversi tipi di enzimi digestivi, ognuno deputato a scomporre uno specifico tipo di nutriente: vediamo i principali.

1. Proteasi: sono i responsabili della scomposizione delle proteine in amminoacidi. Questi enzimi sono prodotti principalmente nello stomaco e nel pancreas.
2. Lipasi: agiscono sulla scomposizione dei grassi o lipidi in acidi grassi e glicerolo. Vengono prodotti nel pancreas e nel piccolo intestino.
3. Amilasi: converte gli amidi e i carboidrati complessi in zuccheri semplici come il glucosio. È presente nella saliva e nel pancreas.
4. Lattasi: utile per la digestione del lattosio. Si trovano nei microvilli dell’intestino tenue.
5. Cellulasi: per digerire la cellulosa presente nelle piante. L’essere umano non produce questo enzima.

GLI ENZIMI DELLA BOCCA
In bocca la saliva contiene i primi enzimi ad agire sul cibo: amilasi e lipasi sono in grado di fare una prima degradazione dei carboidrati e dei grassi.

GLI ENZIMI DELLO STOMACO
Nello stomaco agiscono i primi enzimi che scindono le proteine contenute nel bolo proveniente dalla bocca. Qui gli enzimi vengono attivati dal pH basso (ph=2-3) dell’ambiente interno dello stomaco per la presenza di acido cloridrico (HCl). Il pepsinogeno grazie al pH basso si attiva in forma di pepsina, un enzima in grado di tagliare le proteine più grandi in pezzi più piccoli. Il fattore intrinseco è prodotto dalle cellule parietali dello stomaco ed è necessario per l’assorbimento della vitamina B12 che avverrà nell’intestino. Dopo la digestione da parte dello stomaco il bolo diventa chimo e viene spinto verso il duodeno dove subisce un’ulteriore digestione.

GLI ENZIMI DEL PANCREAS E DEL DUODENO
Il pancreas produce enzimi che degradano in elementi ancora più piccoli carboidrati, proteine, lipidi, DNA e RNA (gli acidi nucleici presenti nel nucleo delle cellule che mangiamo, ad esempio nella frutta e verdura fresca). Tra gli enzimi che degradano le proteine abbiamo tripsinogeno, chimotripsinogeno, procarbossipeptidasi e proelastasi che sono le forme inattive. Grazie all’enzima enterochinasi, prodotto dal duodeno, il tripsinogeno viene attivato in tripsina e questa a sua volta trasforma gli altri enzimi nella loro forma attiva, corrispettivamente il chimotripsinogeno in chimotripsina, la procarbossipeptidasi in carbossipeptidasi e la proelastasi in elastasi. Il pancreas produce anche l’enzima amilasi, che degrada i carboidrati, e l’enzima lipasi, che degrada i grassi (trigliceridi). Questi enzimi funzionano bene a pH basico e agiscono soprattutto nell’intestino che ha un pH tra 6 e 7.

Oltre all’enzima enterochinasi, il duodeno produce:

• maltasi, lattasi e sucrasi enzimi che degradano i disaccaridi (due molecole di zuccheri legate insieme) e portano alla formazione di zuccheri semplici
• dipeptidasi che scindono le proteine formate da due amminoacidi, i dipeptidi, formando singoli aminoacidi

La maggior parte della digestione avviene a livello intestinale grazie agli enzimi provenienti da pancreas e duodeno. Qui si raggiunge la formazione dei singoli elementi derivanti dai macronutrienti che possono, quindi, essere assorbiti dall’intestino. Gli enzimi digestivi sono fondamentali per la digestione e quindi per assimilare i cibi; senza la loro presenza non riusciremmo ad assorbire i nutrienti e quindi ad alimentarci correttamente.

Gli enzimi digestivi si trovano a tutti i livelli dell’apparato digerente. La produzione di questi enzimi digestivi comincia proprio dalla bocca, con quelli contenuti nella saliva, ed è proprio questo uno dei motivi per cui è importante masticare bene prima di deglutire, per iniziare il processo digestivo già nel cavo orale. Quando il cibo arriva nello stomaco entrano in azione gli enzimi gastrici e successivamente, nella prima parte dell’intestino, agiscono sugli alimenti anche altri enzimi. Vengono infatti prodotti naturalmente anche a livello di pancreas, fegato, ed intestino.

Va da sé che una carenza di enzimi digestivi può portare a scarso assorbimento dei nutrienti, carenze alimentari o difficoltà digestive. Talvolta il nostro corpo può trovare difficoltà ad avere il quantitativo corretto di enzimi necessari per la digestione; infatti, se l’alimentazione è molto ripetitiva oppure con l’avanzare dell’età, il corpo può ridurre il numero e la varietà degli enzimi digestivi prodotti. In questo caso seguire una buona alimentazione varia aiuta a combattere i fastidi correlati a delle difficoltà digestive. Maggiore sarà il numero degli enzimi digestivi naturali che introduciamo attraverso il cibo, minore sarà il carico di lavoro degli enzimi prodotti dal nostro organismo, in questo modo aiutiamo il processo digestivo e velocizziamo il metabolismo.

In certi casi, sotto consiglio del medico, gli enzimi digestivi possono anche essere utilizzati anche per dimagrire, quando l’aumento di peso è dovuto ad un rallentato metabolismo per lunga e difficile digestione.

Un’altra possibilità è quella di introdurli tramite appositi integratori di enzimi digestivi, che possono contenere anche altre sostanze naturali attive capaci di favorire la digestione, come per esempio il carciofo e il finocchio. Le evidenze scientifiche disponibili hanno dimostrato che l’utilizzo di enzimi potrebbe essere d’aiuto anche per chi soffre di sindrome del colon irritabile, bruciore di stomaco e flatulenze. Gli enzimi contenuti all’interno degli integratori possono essere di origine animale oppure vegetale. Nel primo caso vengono solitamente estratti dal pancreas suino, bovino oppure equino, mentre le fonti vegetali sono solitamente frutti, muffe, lieviti e funghi.

Un esempio tra gli enzimi di origine vegetale è la bromelina che viene estratta dall’ananas (Ananas comosus Merr.) e contiene un mix di enzimi proteolitici. L’integratore alimentare a base di Bromelina viene sfruttato sia per l’azione enzimatica, quindi per favore l’equilibrio intestinale, ma anche per sfruttare le spiccate proprietà antinfiammatorie, analgesiche, antitrombotiche e fibrinolitiche associate a questo ingrediente. Per supportare la digestione e in tutti i casi di minor efficienza dell’attività enzimatica, l’assunzione di integratori alimentari a base di enzimi digestivi è utile, soprattutto per non sovraccaricare il pancreas e l’intestino tenue con lavoro extra e per consentire agli enzimi di svolgere anche altre funzioni nell’organismo. Si può osservare un effetto apprezzabile assumendo gli enzimi digestivi per un paio di mesi, anche per valutare un possibile miglioramento dei sintomi collegati alle intolleranze alimentari. Possono completare l’azione sulla digestione anche integratori con funzione antiacida e protettiva sulla mucosa dello stomaco.

In questo contesto si rivela efficace anche l’abbinamento di integratori con enzimi digestivi all’estratto di curcuma, noto per le interessanti proprietà antiossidanti, e protettive, contrastando la riduzione delle funzioni di fegato e vie biliari. Inoltre, l’attività degli enzimi digestivi è coadiuvata dai coenzimi, sostanze che intervengono nella loro attivazione e fondamentali nel metabolismo, come vitamine del gruppo B (soprattutto PP), vitamine A. C, K e i minerali zinco, magnesio, rame e calcio.

Nella scelta dell’integratore da utilizzare bisogna tener conto della concentrazione di enzimi e della tipologia di enzimi utilizzati. Un buon prodotto dovrebbe contenere:

• Amilasi e glucoamilasi: importanti per il processo digestivo degli amidi sia a livello salivare che nell’intestino.
• Proteasi: devono essere presenti tutti gli enzimi appartenenti a questa famiglia, per ottimizzare la scomposizione delle proteine in singoli aminoacidi.
• Lipasi: per permettere una corretta digestione delle componenti lipidiche presenti in carne, pesce, uova e latticini
• Cellulasi: enzimi coinvolti nella scomposizione dei carboidrati ricchi di cellulosa, principalmente presenti nei vegetali e nei cereali integrali.
• Lattasi: enzima necessario per la digestione del lattosio, carboidrato presente nel latte e nei suoi derivati.
• Pectinasi: enzimi importanti per la digestione dei carboidrati presenti nella frutta (principalmente mele e pere).

ALTRI CONSIGLI PER UNA BUONA DIGESTIONE SONO:

• accompagnare l’ingestione del cibo con una masticazione lenta e con la respirazione, in modo da controllare la voracità, assaporare meglio i cibi e rilassare la muscolatura liscia;
• evitare di bere troppa acqua durante i pasti, per non diluire i succhi gastrici e rendere meno efficiente la digestione;
• inserire spuntini leggeri tra i pasti principali, in modo da riequilibrare i livelli glicemici ed evitare pasti troppo abbondanti;
• non mangiare poco prima di andare a dormire, perché durante questa fase il metabolismo è più lento;
• non abbinare nei pasti proteine di diverso tipo (vegetali e animali ad esempio) e proteine con carboidrati complessi;
• consumare la frutta almeno due ore di distanza dai pasti, in modo che il gonfiore che causa la sua digestione non si vada a sommare a quello prodotto dagli alimenti del pasto principale;
• fare una camminata dopo il pasto contribuisce ad accelerare il metabolismo e contribuire positivamente al funzionamento dell’organismo;
• tenere sotto controllo ansia e stress, che agendo sulla sensibilità della muscolatura liscia, influenzano la digestione;
• concludere il pasto con una tisana digestiva alla menta che rilassa la muscolatura dello stomaco, o ai semi di finocchio per combattere il gonfiore.

ERBORISTERIA ARCOBALENO suggerisce l’assunzione di HAPPZIM enzimi digestivi 60 caps integratore alimentare indicato per facilitare la digestione dei cibi e supportare l’organismo in caso di dispepsia, difficoltà digestive e gonfiore addominale.

HAPPZIM È UNA MISCELA SPECIFICA DI ENZIMI PURIFICATI:

AMILASI: è una proteina che accelera le reazioni biologiche (enzima) ed è prodotta principalmente dal pancreas. Viene rilasciata dal pancreas nel tratto digestivo per aiutare a digerire lo zucchero di riserva delle piante (amido) che si trova nel cibo.

CELLULASI: è un enzima in grado di degradare la cellulosa, una fibra alimentare che è il principale costituente delle piante, in particolare delle loro pareti cellulari. La cellulosa è un polisaccaride costituito da lunghe catene lineari di carboidrati interconnessi, fino a diverse migliaia. L’idrolisi della cellulosa da parte della cellulasi consente la degradazione di questa fibra e porta al rilascio di glucosio. Il corpo umano non produce cellulasi e non è quindi in grado di digerire la cellulosa, il che può portare a vari disturbi digestivi, come la dispepsia, con gas intestinale, gonfiore e dolore.

GLUCOAMILASI: è un enzima della famiglia delle idrolasi glicosidiche. Questo enzima è coinvolto nella digestione ed è espresso nelle cellule dell’intestino tenue. La glucoamilasi rompe i legami tra due molecole di glucosio contenute in polimeri come l’amido. La sua particolarità è quella di idrolizzare i residui a partire dalle estremità della molecola. Questo enzima è quindi descritto come una «esoglicosidasi». Favorisce la digestione dei carboidrati.

PECTINASI: insieme alla cellulasi e all’emicellulasi, è un enzima che aiuta la digestione degli alimenti di origine vegetale, aumentandone il valore nutritivo e prebiotico. Un integratore di enzimi digestivi con pectinasi può essere adatto per:

• Bilanciare la flora intestinale. La pectinasi può riequilibrare il microbiota intestinale, mantenendo il pH a valori ideali. Una flora batterica sana è fondamentale per la corretta digestione degli alimenti.
• Supportare la salute del colon. La pectinasi aiuta a fornire l’energia necessaria per il corretto funzionamento del colon. La scomposizione della pectina produce acidi grassi a catena corta come il butirrato, necessari per mantenere la motilità intestinale. Inoltre, può migliorare l’irrorazione della mucosa e la permeabilità intestinale.
• Ridurre le difficoltà digestive stagionali. I cibi di stagione potrebbero stressare il sistema digestivo. L’enzima pectinasi migliora la digestione degli alimenti stagionali in modo che l’organismo possa utilizzare al meglio i nutrienti.

PROTEASI: elementi fondamentali per i processi vitali di tutti gli organismi animali, vegetali, batterici e virali. La loro funzione principale è quella di scomporre le proteine alimentari in aminoacidi. Tuttavia, le proteasi, note anche come enzimi proteolitici o peptidasi, non hanno soltanto un ruolo importante nella digestione degli alimenti, ma svolgono anche una funzione essenziale in altri processi fondamentali per il metabolismo e la sopravvivenza dell’organismo, come la coagulazione del sangue, il ricambio e la formazione delle cellule e la difesa dell’organismo da agenti patogeni virali e tossine.

Alterazioni della funzione delle proteasi sembrano essere coinvolte nello sviluppo di diverse patologie, tra cui le malattie infiammatorie e cardiovascolari. Ecco perché molte proteasi sono al centro dell’attenzione dei ricercatori e sono in corso molti studi clinici per valutarle come potenziali bersagli di trattamenti farmacologici. Inoltre, molti microrganismi infettivi hanno bisogno di enzimi proteolitici per svolgere il loro ciclo replicativo oppure utilizzano le proteasi per aumentare la propria virulenza. Per questo, da alcuni decenni, vengono impiegati in medicina farmaci antiretrovirali inibitori delle proteasi contro agenti patogeni come il virus HIV (responsabile dell’Aids), che agisce attaccando le cellule umane e replicandosi all’interno di esse tramite specifici enzimi proteolitici (9,10,11).

LIPASI: sono enzimi idrosolubili che catalizzano la digestione dei lipidi alimentari, scindendo il legame estereo che lega i gruppi ossidrili del glicerolo agli acidi grassi a lunga catena. In assenza o in carenza di lipasi, l’assorbimento dei grassi non avviene in maniera corretta e una parte dei lipidi alimentari passa nelle feci provocando steatorrea (abbondante emissione di escrementi pastosi, di aspetto lucido e brillante).

LATTASI: è un enzima necessario per la digestione del lattosio, lo zucchero tipico di latte e derivati. L’assunzione di lattasi è utile in caso di intolleranza al lattosio. Questo problema di salute è, infatti, dovuto a una carenza dell’enzima lattasi. Naturalmente presente dall’organismo dei bambini piccoli, all’avanzare dello sviluppo questa molecola tende a essere prodotta in quantità minori, insufficienti a garantire la completa digestione del lattosio assunto con gli alimenti. Ciò può portare a gonfiori, meteorismo e altri disturbi intestinali, in particolare diarrea. L’assunzione di lattasi permette di sopperire a questa carenza perché l’integratore digerisce il lattosio che altrimenti si accumulerebbe nell’intestino, evitando i sintomi dell’intolleranza e consentendo di assumere latte e derivati.

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha approvato il claim secondo cui la lattasi migliora la digestione del lattosio in individui che hanno difficoltà a digerire questo zucchero. Il claim può però essere utilizzato solo nel caso di prodotti contenenti una dose minima di 4500 unità FCC (Food Chemical Codex) e solo se a seguito della raccomandazione di utilizzarli ad ogni pasto contenente lattosio. Il consumatore deve inoltre essere informato che l’intolleranza al lattosio può presentarsi con gravità variabile e che è necessario chiedere un parere a un esperto sull’introduzione di questa molecola nel proprio regime alimentare.

L-GLUTAMMINA. La glutammina è l’aminoacido più abbondante nel corpo a causa della sua concentrazione relativamente alta nel sangue e i depositi relativamente grandi di glutammina libera nel tessuto muscolare. La glutammina non è un aminoacido essenziale, poiché può essere prontamente prodotto in tutti i tessuti. Sebbene non esista un apporto dietetico di riferimento, durante malattie critiche, traumi gravi, malattie intestinali, fame, nutrizione parenterale totale (alimentazione endovenosa), deperimento (perdita eccessiva di massa magra) ed estremo esercizio di resistenza, il consumo di glutammina da parte del corpo può superare l’assunzione dietetica e la capacità di biosintesi endogena di questo amminoacido. Quindi, la glutammina viene definita “condizionatamente” essenziale, in quanto, in alcune situazioni quali eccessivo esercizio fisico, condizioni di ipomobilità durante la degenza e di atrofia intestinale (anche in seguito a nutrizione parenterale) l’organismo non è in grado di sintetizzarla adeguatamente alle sue necessità e deve necessariamente essere supplementata.

La glutammina svolge principalmente un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio della mucosa gastrointestinale, soprattutto quella del colon. Indicato anche per chi pratica sport e nell’anziano poiché svolge un’azione anti-catabolica proteggendo le proteine dei muscoli. Infine, la glutammina si rivela poi fondamentale per il buon funzionamento delle difese immunitarie perché viene utilizzata dai globuli bianchi come fonte di energia.

ZENZERO. Lo Zenzero è una pianta originaria dell’India, è attualmente coltivato nel sud-est asiatico, nel sud della Cina, nelle Indie Occidentali e in Africa. La droga è rappresentata dai rizomi che contengono principalmente un olio essenziale (sesquiterpeni e alcoli) e una serie di composti chiamati gingeroli e shogaoli. Lo Zenzero stimola i normali movimenti peristaltici dello stomaco e dell’intestino (procinetico), esplicando anche un effetto antinausea e anti-vomito. Una volta assorbiti, i principi attivi dello Zenzero presentano una buona attività antinfiammatoria a livello sistemico, per inibizione delle ciclossigenasi e delle lipossigenasi. Indicato nel trattamento di fibromiositi, osteoartrite e artrosi del ginocchio. Nella medicina tradizionale orientale, lo Zenzero è impiegato nel trattamento dell’osteoartrite, dell’influenza, come stimolante del cuore e come protettivo della mucosa gastrica.

FINOCCHIO. Il Finocchio (fam. Umbelliferae) è una pianta spontanea sia in Italia che in altre parti del mondo come Argentina, Germania, Inghilterra, India, Cina e Australia. La droga è rappresentata dai frutti che contengono circa il 2-7% di olio volatile, principalmente composto da anetolo (50-70%), fencone (15-30%), e estragolo (2-5%), insieme a circa il 10% di olio grasso. Il Finocchio esplica attività carminativa, spasmolitica intestinale e digestiva. Trova impiego nelle dispepsie e atonie digestive e per ridurre la formazione di gas intestinali.

CARVI. Il Carvi (fam. Umbelliferae) è una pianta erbacea bienne che cresce spontaneamente in Europa ed in Asia, ma è anche coltivata per le sue proprietà medicinali. I frutti sono la parte di pianta di interesse fitoterapico e contengono principalmente un olio essenziale (2-7%, principalmente composto da carvone e limonene), un olio fisso (10-20%), polisaccaridi e proteine. Dal punto di vista farmacologico, gli estratti alcolici di cumino possono inibire la contrattilità della muscolatura liscia gastrica e stimolare il flusso biliare negli animali. Questa attività antispastica è simile a quella di altre piante carminative come il finocchio e l’anice. Tuttavia, gli oli volatili di queste piante possono avere effetti diversi sulla motilità intestinale, talvolta stimolandola. Dal punto di vista clinico, il cumino è considerato una delle droghe carminative più efficaci ed è raccomandato dalla Commissione E tedesca per il trattamento dei disturbi dispeptici, come condizioni spastiche del tratto gastrointestinale, gonfiore e sensazione di pienezza.

CANNELLA. La Cannella (Cinnamomum verum o Cinnamomum zeylanicum Blume) è una spezia popolare derivata dalla corteccia interna di alcune specie di alberi del genere Cinnamomum, appartenenti alla famiglia delle Lauraceae. La cannella è originaria dello Sri Lanka ma viene coltivata anche in altre parti del mondo, come l’India, l’Indonesia, la Cina e il Vietnam, per le sue proprietà aromatiche e medicinali. I principali costituenti attivi della cannella includono oli essenziali come il cinnamaldeide, eugenolo, eugenolo acetato e cinnamato di metile, insieme a composti fenolici, tannini, flavonoidi e altri composti bioattivi. Dal punto di vista farmacologico, la cannella è stata oggetto di studi per le sue potenziali proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antidiabetiche e antimicrobiche. Gli estratti di cannella hanno dimostrato capacità di ridurre l’infiammazione, abbassare i livelli di zucchero nel sangue, migliorare la sensibilità all’insulina e combattere batteri, funghi e virus. Clinicamente, la cannella è stata utilizzata tradizionalmente per trattare disturbi digestivi, come nausea, flatulenza, spasmi intestinali e indigestione.

GENZIANA. La Genziana (Fam. Gentianaceae) è un’erba perenne alta 1 m con foglie larghe, ellittiche e decussate e grandi fiori gialli che cresce nelle aree montuose dell’Europa centrale e meridionale. La radice, che può essere lunga oltre 1 m, è raccolta da piante di 2-5 anni e contiene principalmente iridoidi (principi amari), come il gentiopicroside (2-3%) ed in misura minore amarogentina (0,01 0,5%), amaroswerina (0,02-0,2%), amaropanina (0,02-0,2%) e swertiamarina; inoltre sono presenti il gentianosio (un trisaccaride amaro) e l’alcaloide gentianina (0,6-0,8%). La genziana stimola le papille gustative e aumenta il flusso di saliva e le secrezioni dello stomaco per azione riflessa. La genziana possiede anche proprietà coleretiche, che potrebbero coadiuvare le proprietà digestive della droga, ed infine aumenta la secrezione bronchiale. L’uso della genziana come eupeptico e stimolante dell’appetito è molto diffuso, specialmente tra gli anziani. Viene inoltre raccomandata dalla Commissione E tedesca per i disturbi dispeptici, per la perdita dell’appetito, per contrastare il senso di pienezza e per il trattamento della flatulenza.

Fonti
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• Mayo Clinic, Funcional dyspepsia

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