Dolori articolari nel cane e nel gatto: un aiuto dalla natura
Quello dei dolori articolari è un problema molto comune nei piccoli animali, così come lo è negli esseri umani. È stato stimato che circa il 30-50% dei cani e dei gatti sarà affetto da osteoartrite ad un certo punto della loro vita.
L’osteoartrite è un lento processo degenerativo delle articolazioni caratterizzato da un deterioramento della cartilagine articolare e dalla produzione di osso neoformato a livello della superficie articolare e dei suoi margini. Negli ultimi anni, proprio come è avvenuto per l’uomo, si è assistito ad un incremento della vita media dei cani e dei gatti. Il trend di aumento è del 10 % per i gatti, che oggi vivono mediamente 12 anni, e del 4% per i cani, la cui vita media si aggira intorno agli 11 anni, con una variabilità che dipende soprattutto dalla razza e dallo stato riproduttivo: cani e gatti castrati e sterilizzati sono infatti più longevi rispetto agli animali interi.
Tutto ciò conduce ad un aumento della prevalenza di condizioni patologiche croniche legate all’invecchiamento quali l’osteoartrite, con un incremento del 38% nei cani e del 67% nei gatti, e di condizioni di sovrappeso ed obesità, con un aumento del 37% per i cani e del 90% per i gatti, che possono aggravare o essere concausa di tale patologia (www.stateofpethealth.com).
Sebbene le vere cause dell'osteoartrite non siano ancora certe, alcuni fattori di predisposizione (come quelli elencati di seguito) sono ora chiaramente associati alla malattia:
• Età: la cartilagine protettiva tra le ossa tende a consumarsi con l'età, motivo per cui i problemi di mobilità sono più comuni nei cani anziani.
• Razza & Taglia: i cani di taglia grande e alcune razze, come i Pastori Tedeschi, i Labrador, i Retriever, i Siberian Husky e i Rottweiler, hanno maggiori probabilità di essere colpiti dall'artrite rispetto a cani più piccoli.
• Genetica: ricerche scientifiche hanno dimostrato che esiste una forte relazione tra i disturbi articolari e alcuni geni coinvolti nella crescita e nello sviluppo muscolo-scheletrico.
• Lesioni: i cani che hanno subito lesioni, come fratture o strappi ai legamenti, hanno maggiori probabilità di sviluppare l'osteoartrite in futuro.
• Displasia dell'anca: questa deformità delle articolazioni è spesso ereditaria e può portare all'artrite.
• Obesità: un peso corporeo elevato comporta un maggior carico sulle articolazioni.
Fino a qualche anno fa, il problema dell’osteoartrite era sottovalutato, tuttavia l’aumento dell’incidenza di tale patologia, probabilmente riscontrata grazie ad un miglioramento delle tecniche diagnostiche, ha portato ad un incremento dell’interesse da parte di Medici Veterinari e allo sviluppo di strumenti di cura sia di tipo farmacologico che di tipo nutrizionale e fisioterapico. Inoltre, nella cultura moderna, gli animali domestici hanno assunto un ruolo sempre più importante all’interno del nucleo familiare stimolando il desiderio dei proprietari di garantire un livello di benessere ottimale durante tutta la loro vita (Rychel, 2010).
Ad oggi non esistono cure definitive per l’osteoartrite e questa patologia è generalmente gestita attraverso una terapia cosiddetta “combinata” che include, interventi chirurgici mirati a correggere la causa scatenante, trattamenti volti al controllo dei sintomi (dolore) mediante l’utilizzo dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e analgesici, condroprotettori, nutraceutici ed alimenti specifici, terapia fisica e alternative come l’agopuntura (Mortellaro, 2008; Sanderson et al., 2009).
Nel cane l’osteoartrite si manifesta clinicamente con dolore, gonfiore, ispessimento e crepitio articolare dovuto a versamento articolare o sviluppo di fibrosi periarticolare e riduzione variabile dell’escursione del movimento.
Segni clinici comuni a più articolazioni quali zoppia, riluttanza a saltare e a salire le scale, difficoltà ad alzarsi, rigidità, e diminuzione dall’attività sono moderati nella prima fase della patologia, ma possono peggiorare con il progredire della malattia.
Nei casi cronici si può osservare un certo grado di atrofia muscolare dovuto all’inattività del soggetto (Macìas, 2009). Si possono inoltre osservare segni clinici specifici per ogni articolazione coinvolta, tra cui l’alterazione della postura da seduto comunemente osservata in caso di artrite a livello di ginocchio e tarso (Beale, 2010).
L’osteoartrite felina è una patologia sottostimata, proprio perché i sintomi sono sovente sfumati e il dolore e la zoppia non sempre evidenti. Nel gatto l’osteoartrite si manifesta con segni clinici diversi rispetto al cane, infatti sintomi come la zoppia non sono i più comuni (Bennet, 2008; Clarke et al., 2006). Ciò è dovuto al frequente coinvolgimento bilaterale delle articolazioni, che consente all’animale di compensare i deficit motori, nonché alla minor predisposizione alla manifestazione del dolore cronico (Mortellaro, 2009).
Nel gatto la percezione della sensazione dolorosa si ripercuote soprattutto sulla sfera del comportamento, provocando molte alterazioni comportamentali e cambiamenti dello stile di vita (Catalani, 2009), tra questi una diminuzione dell’attività giornaliera, che include una riduzione del tempo passato all’aperto, e di quello speso a giocare e interagire con il proprietario o in attività di caccia, riluttanza a saltare e alterazione di altri comportamenti come difficoltà nel trovare una posizione confortevole e nel svolgere la normale attività di toelettatura (Bennet, 2008; Beale, 2005; Lascelles et al., 2007b; Bennet et al., 2009). Altri sintomi clinici riscontrati nell’ osteoartrite felina sono perdita di peso, anoressia, depressione e comportamenti aggressivi. (Clarke et al., 2006).
RIMEDI NATURALI
Dato che non esiste una cura definitiva per l’osteoartrite, molto spesso l’utilizzo di rimedi naturali e di particolari accorgimenti nello stile di vita dell’animale si rivelano una tipologia di trattamento molto efficace, nel ridurre al minimo il dolore e l’infiammazione, e aumentare la flessibilità dell’articolazione. Quello che puoi fare per cercare di migliorare il più possibile la qualità di vita e di movimento del tuo cane o gatto è:
• Stabilire una routine di esercizi quotidiani a basso impatto o programmi specifici di riabilitazione;
• Impostare una dieta bilanciata e corretta.
Esercizi quotidiani, come camminare o nuotare, e una dieta alimentare adeguata possono senza dubbio aiutare un cane a mantenere attivi i movimenti delle articolazioni, rimanere entro certi parametri di peso, ed evitare che il sovrappeso gravi sulle articolazioni stesse. A tal proposito è fondamentale prestare attenzione all’alimentazione, facendo in modo che il nostro cane segue un’alimentazione corretta e bilanciata.
Alcuni tra i nutrimenti da aggiungere alla pappa sono l’olio di semi di girasole o l’olio di lino, utili a combattere le infiammazioni. Anche le vitamine del gruppo B e la vitamina E non dovrebbero mai mancare nell’alimentazione. Ma ovviamente, creare da soli i giusti bilanciamenti di nutrienti ed altre sostanze naturali non è facile.
AD OGGI SONO DISPONIBILI NUMEROSI NUTRACEUTICI PER IL TRATTAMENTO DELL’ OSTEOARTRITE
CONDROITINSOLFATO (CS): è il glicosaminoglicano (GAG) predominante prodotto dai condrociti che si trova all'interno della matrice extracellulare della cartilagine articolare. Questo incrementa la produzione in vitro dei proteoglicani e quindi la rigenerazione della cartilagine (Bassleer et al., 1998). Il condroitinsolfato può aiutare a prevenire la formazione di trombi, placca e fibrina nei vasi sanguigni sinoviali e subcondrali (Elliott et al., 2007). Inoltre è stato dimostrato che riduce o inibisce la produzione di metalloproteinasi, enzimi noti per causare la degradazione della cartilagine (Anderson, 1999). Viene parzialmente digerito prima dell’assorbimento, ma sembra essere terapeuticamente efficace dopo somministrazione orale (Bui et al., 2000). Le dosi medie raccomandate sono di 10 mg/kg somministrato a cicli intermittenti: 90 giorni di trattamento intervallati da 60 giorni di sospensione.
GLUCOSAMINA: è un aminozucchero ubiquitario utilizzato per la sintesi dei GAG presente nella matrice extracellulare della cartilagine articolare. I condrociti sono fisiologicamente in grado di sintetizzare la glucosamina, ma la cartilagine osteoartrosica sembra avere una minore capacità di sintetizzarla (Anderson, 1999).
La somministrazione esogena di glucosamina favorisce la sintesi dei GAG, e stimola i condrociti a produrre in vitro proteoglicani e collagene (Bassleer, 1998). Oltre ai suoi effetti condroprotettori, la glucosamina ha dimostrato lievi effetti anti-infiammatori. Glucosamina e condroitinsolfato sono comunemente utilizzati in associazione in quanto si ritiene abbiano un effetto sinergico dovuto al fatto che possiedono meccanismi d’azione diversi (Buy et al., 2000). Diversi studi in vitro e in vivo hanno dimostrato un beneficio nell’utilizzo in combinazione di glucosamina e condroitinsolfato (Anderson, 1999; Canapp et al., 1999). La dose media consigliata è di 20 mg/kg (www.innovet.it).
ACIDI GRASSI ESSENZIALI OMEGA-3 (ω-3): gli acidi grassi ω-3 sono desaturati per produrre l’acido eicosapentaenoico (EPA), che è un analogo dell'acido arachidonico. I prodotti derivati dal metabolismo dell’acido eicosapentaenoico sono meno infiammatori, oltre ad essere vasodilatatori, antiaggreganti e non immunosoppressivi rispetto a quelli derivati dal metabolismo dell’acido arachidonico (Beale, 2004).
Sulla base di evidenze cliniche e dalla valutazione continua dei proprietari, l'uso di una dieta terapeutica contenente elevati livelli di omega-3 derivanti da oli di pesce potrebbe essere considerato una componente nella gestione multimodale dell’osteoratrite canina (Moreau et al., 2013).
Diversi studi hanno fornito prove che la supplementazione di acidi grassi ω-3 può ridurre la risposta infiammatoria e la degradazione della matrice indotta dai condrociti durante la progressione dell'OA (Curtis et al., 2000; Curtis et al., 2002). Altri studi confermano che supplementi o diete ricche di acidi grassi ω-3 dimostrano un miglioramento nell’attività di cani e gatti con osteoartrite (Lascelles et al., 2010a; LeBlanc et al., 2008; Roush et al., 2010). https://www.innovet.it).
COZZE VERDI: le cozze verdi della Nuova Zelanda (Perna canaliculus) contengono GAG, acidi grassi omega-3, aminoacidi (glutamina), vitamine (vita-mine E, C) e minerali (zinco, rame, manganese) che hanno effetti positivi sulla salute articolare portando ad una riduzione e ad un miglioramento dei segni della malattia nel cane mediante la riduzione dell’infiammazione e del dolore, la limitazione della degradazione sostenendo così la rigenerazione della cartilagine articolare e del fluido sinoviale (Elliot et al.,2007). Tre studi clinici sperimentali hanno analizzato l’uso delle cozze verdi della Nuova Zelanda per il trattamento dell’osteoartrite nel cane, tutti hanno riportato un effetto positivo sui segni clinici senza alcun effetto collaterale evidente (Bierer et al., 2002; Bui et al., 2003; Pollard et al., 2006).
ESTRATTO DI BOSWELLIA SERRATA: Boswellia Serrata è un albero che cresce in India, dalla cui resina vengono estratti degli acidi utilizzati come supplementi dietetici su cui sono stati condotti studi per il loro utilizzo nella la cura dell’osteoartrite nel cane. Questo supplemento a base vegetale è conosciuto per le sue proprietà antinfiammatorie e antireumatiche e poiché la qualità e la stabilità dell'estratto di resina sono state garantite, può essere raccomandato come integrazione alimentare per fornire supporto nella malattia osteoartritica canina (Reichling et al., 2004).
ANTIOSSIDANTI E ALTRI MICRONUTRIENTI: gli antiossidanti di origine alimentare possono essere utili per ridurre il danno ossidativo. Lo zinco e i composti del selenio hanno effetto benefico grazie alla capacità di eliminazione dei radicali liberi, il silicone ha un ruolo integrante nella formazione del collagene e dei GAG nella matrice cartilaginea ed il manganese è un cofattore essenziale nella sintesi dei proteoglicani, processo indispensabile per lo sviluppo della cartilagine (Elliott et al., 2007).
Sebbene non esistano studi specifici nel cane e nel gatto che valutino l’efficacia degli antiossidanti nella dieta, c’è una base scientifica crescente per il loro uso come complementi nel trattamento di disordini infiammatori come. Tra i micronutrienti più utilizzati figurano la vitamina C e la vitamina E (Towell et al., 2010).
QUERCETINA: è un bioflavonoide presente in numerosi frutti, vegetali e piante segnalato da alcuni anni come nutraceutico per l’ osteoartrite, grazie alle sue attività di antiossidante, antinfiammatorio e anti-degenerativo per diverse linee cellulari presenti nelle articolazioni quali condrociti, mastociti sinoviali, macrofagi, sinoviociti e fibroblasti (Teixeira, 2002; Matsuno et al., 2009). La dose media consigliata è di 7,5 mg/kg (www.innovet.it).
S-ADENOSYL-METHIONINE (SAME): è una molecola presente nelle cellule, precursore delle poliamine che hanno proprietà antinfiammatorie e analgesiche e contrastano l’effetto dei radicali liberi (Kaffy et al., 1986). Diversi studi hanno dimostrato che SAMe può essere un agente efficace per il trattamento dell’ osteoartrite (Glorioso et al., 1985; Marcolongo et al., 1985; di Padova, 1987).
ACIDO IALURONICO (HA): è un glicosaminoglicano non solfato presente come maggior componente nel fluido sinoviale. I meccanismi d’azione attraverso cui l’acido ialuronico esercita la sua influenza sull’articolazione osteoartritica sono ipotetici. Uno dei meccanismi proposti è un effetto di incremento della viscosità del fluido sinoviale (viscosupplementazione) che nelle articolazioni artrosiche risulta essere diminuita (Balazs et al., 1993; Pel-letier et al., 1993; Peyron, 1993).
CURCUMA LONGA: uno dei target specifici della curcumina sono proprio alcuni mediatori dell’infiammazione. Alcuni studi hanno dimostrato come possa avere degli effetti antinfiammatori pari a quelli di alcuni farmaci come fenilbutazone e dell’idrocortisone. Rispetto ai farmaci però la curcuma presenta molti meno effetti collaterali: è stato dimostrato ad esempio che la curcuma ha un più basso indice ulcerogenico (0.60) rispetto ad un equivalente dose di fenilbutazone (1.70) [1]. Grazie a queste sue proprietà la curcuma è particolarmente indicata per cani o gatti che soffrono di osteoartrite.
MICOTERAPIA: anche per cani e gatti i Funghi Medicinali rappresentano una risorsa importante. Fra l’altro, agiscono in maniera più rapida che nell’uomo. Il REISHI ha forti proprietà antinfiammatorie grazie alla modulazione del sistema immunitario ed alla presenza di sostanze con azione cortisonica ed antistaminica simile.
SILICE ORGANICA: il silicio si concentra negli osteoblasti a livello mitocondriale, assieme alla vitamina C assicura la formazione del collagene ed è indispensabile per la formazione dei glucosaminoglicani della cartilagine. Il silicio è importante anche per la conservazione dell’integrità del tessuto connettivo che contiene 30/40% di elastina e 2-3% di mucopolisaccaridi. L’elastina infatti contiene da 200 a 500 mcg/g di silicio e i mucopolisaccaridi. Il silicio organico oltre che prevenire le displasie osteoarticolari è un ottimo antinfiammatorio il suo utilizzo nelle patologie artrosiche ha evidenziato un recupero della mobilità articolare con una migliore elasticità dei tessuti periarticolari e della cartilagine articolare .
CBD: Il cannabidiolo ha proprietà antinfiammatorie, pertanto può avere un effetto positivo su questa patologia. Secondo i risultati di uno studio condotto nel 2018, l’olio CBD può aumentare significativamente l’attività degli animali trattati e diminuire il dolore causato dalla malattia. In questa ricerca, il CBD oil è stato somministrato due volte al giorno, con una dose di 2 mg/kg di peso per somministrazione. I risultati emersi si sono dimostrati promettenti.
Un recente studio sul CBD e sui suoi potenziali effetti terapeutici nel trattamento dell’artrosi canina, ha evidenziato riscontri positivi. Per questa ricerca sono stati scelti 20 cani affetti da osteoartrite, che mostravano sintomi, quali dolori articolari e problemi di deambulazione. Dai risultati emersi, i cani che avevano assunto 50mg/giorno di CBD e 20mg/giorno di CBD liposomico, hanno constatato una significativa riduzione del dolore e una migliore locomozione fino a 15 giorni dopo la fine del trattamento, mentre per i cani cui erano stati somministrati placebo e 20mg/giorno di CBD nudo, non è stato riscontrato alcun miglioramento significativo.
Il CBD ha dimostrato non solo di ridurre il dolore, ma anche di migliorare la qualità della vita dei cani affetti da osteoartrite. Infatti, ha aumentato negli animali la capacità di svolgere le semplici attività quotidiane, come camminare, stare in piedi e correre.
Fonte: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA, TESI DI LAUREA: approccio multimodale nel trattamento dell'osteoartrite del cane e del gatto, SUSANNA OREFICE, relatore Prof. Maurizio Isola, anno accademico 2014/2015.
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• University of Guelph - Wikipedia
• Antioxidative and Anti-Inflammatory Properties of Cannabidiol - PMC
• Cannabidiol as a treatment for arthritis and joint pain: an exploratory cross-sectional study - PubMed
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