ECONOMIA e FINANZA
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Ecco un tipo di polizza vita interessante

20/12/10

Per rispondere alle critiche di chi mi taccia di essere un nemico delle polizze vita, esamineremo l’unico tipo di contratto assicurativo che puoi prendere in considerazione.

L'equivoco di fondo, quando si parla di assicurazioni, deriva dal fatto che non bisogna mai considerare investimento la somma impiegata in una polizza, perché le assicurazioni sono nate per permettere alle persone di fronteggiare dei rischi, non per impiegare i propri risparmi. Ecco allora che se il rischio da “coprire” è quello di una lunga (e felice) vita, il contratto assicurativo è l’unico in grado di farlo.
Lascia che mi spieghi meglio. Ipotizziamo che tu abbia seguito i miei consigli ed abbia iniziato sin dal primo impiego ad accantonare risorse finanziarie in vista della pensione. Hai diligentemente investito i tuoi risparmi nei titoli indicizzati all’inflazione ed ora, finalmente, è ora di goderne i frutti.
Il tuo problema principale è quello di trasformare il “montante” accumulato sotto forma di versamenti ed interessi in una rendita integrativa. Se tu conoscessi esattamente fino a quando vivrai, il problema non si porrebbe, perché tutte le variabili per la soluzione del problema sarebbero note. Ma poiché non siamo noi i padroni delle nostre vite, come determinare l’importo da percepire annualmente? Se la rendita è troppo alta finirai per essere ancora vivo quando i soldi saranno finiti, mentre se la rendita è troppo bassa ti priverai inutilmente di un tenore di vita adeguato ai sacrifici fatti.
Qual è la soluzione a questo problema?
L’unico modo consiste nel trasferire il rischio della longevità ad un’impresa assicuratrice attraverso una polizza a vita intera ed a premio unico. In altre parole, in cambio del tuo gruzzolo otterrai la garanzia di una rendita integrativa che ti sarà pagata sino a che vivrai. La differenza rispetto alla soluzione che la tua banca ti offre è notevole.
Spesso quelle che ti vengono suggerite sono polizza vita a premio annuo con la quale ti impegni a pagare un premio sino alla scadenza del contratto, che coincide con il momento a partire dal quale la compagnia pagherà la rendita .Ma dilazionare così il premio ha due conseguenze negative per te:
1) sei vincolato a pagare una somma periodica fino alla fine, con la conseguenza che se dovessi interrompere i versamenti, la tua polizza andrebbe in riduzione. Avresti diritto, in questo caso, ad una prestazione inferiore a quella prevista, mentre se volessi rientrare in possesso dei tuoi soldi pagheresti una forte penale
2) sostieni dei costi più elevati rispetto alla formula a premio unico. Questo ti fa comprendere subito il motivo per cui tutti i consulenti bancari ed i promotori finanziari spingono questo genere di contratto, mentre nessuno parla dei contratti a premio unico, che sono gli unici davvero convenienti.
In un post di alcuni mesi fa avevo anche fatto un esempio numerico,che spiega in modo chiaro i costi che gravano sui contratti assicurativi stipulati in banca. E’ importante però ricordare che i soldi dati alla compagnia sono a “fondo perduto”: se dovessi mancare dopo pochi anni dalla decorrenza della rendita, la compagnia smetterebbe di pagare e si tratterrebbe ciò che resta del premio. Ma d’altro canto questo è il medesimo fenomeno che ti riguarda con la pensione pubblica. Mentre alcune persone hanno versato molto ed ottenuto poco, altre hanno versato poco e percepito pensioni per i lunghissimi anni di una vecchiaia felice.
Ora hai compreso sino in fondo che cosa significhi trasferire i rischi ed il motivo per cui in nessun caso le polizze vita devono essere considerate degli investimenti.
Quello che nessuno ti dice è che la formula a premio unico nella quale versare il tuo montante è più conveniente di quella a premio annuo.
Ma tu lo sai e non ti lascerai fuorviare… E se vuoi scoprire tutti i trucchi delle polizze vita ti consiglio di scaricare subito l'ebook gratuito “Investimenti assicurativi? No, grazie”.
Dedicato al tuo futuro e duraturo benessere economico
Giacomo

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