ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

EGO International Economia documenti: FabLab dall'America all'Italia

11/02/14

Si chiamano FabLab e, a ben vedere, la loro storia non è poi così remota. Creato al MIT di Boston all'inizio del nuovo millennio, il primo FabLab divenne ben presto precursore di una lunga serie di altri laboratori creativi che, partendo dagli Stati Uniti, hanno finito con il coinvolgere il resto del Pianeta. Ma cosa sono i FabLab? E perchè ne parliamo con riferimento al nostro territorio?

Cosa sono i FabLab
FabLab è un termine che, in sè, sintetizza gli elementi più concreti del "laboratorio", con quelli più immaginifici della "favola", del "fenomenale" e del "fantastico". Si tratta pertanto di strutture iper-creative dove, letteralmente, è possibile cercare di ideare qualsiasi progetto innovativo partendo dal basso e, generalmente, dalle menti più dinamiche e veloci nel passare dalla fase di brainstorming a quella della realizzazione di prototipi: gli studenti.

Non è un caso che il primo FabLab mondiale sorse per volontà di un giovane professore americano che - forte della propria esperienza personale, di una platea di studenti particolarmente volenterosi, e della considerazione che i dispositivi per "fare" i prodotti erano oramai alla portata di tutti a condizioni competitive - decise di creare una laboratorio aperto agli studenti, affinchè i giovani potessero "scatenare" la propria creatività e inventiva.

L'espansione dei FabLab
L'idea alla base del FabLab è pertanto piuttosto semplice: garantire agli studenti le basi e i presupposti per "inventare", e lasciarli liberi di sfogarsi in progetti particolarmente innovativi. Un'idea talmente semplice e "esportabile", che i FabLab in 10 anni divennero più di 100 in tutto il mondo, giungendo in Sud America e in Medio Oriente ma, purtroppo, saltando colpevolmente il territorio italiano.

I FabLab in Italia
Il ritardo italiano venne fortunatamente colmato all'inizio dell'attuale decennio. Tra il 2011 e il 2012 fece da apripista la città di Torino, che dapprima ospitò un FabLab temporaneo in occasione della mostra celebrativa dei 150 dall'Unità d'Italia - dove venne presentata una stampante 3D e una tagliatrice laser in grado di creare prodotti fisici in modo semplice e autonomo - e poi, l'anno successivo, vennero impiantante stabilmente le Officine Arduino, in onore al mini computer da 20 dollari (Arduino) inventato proprio in Piemonte e oggi sinonimo di sperimentazione low cost in tutto il mondo.

A cosa servono i FabLab
Tra le tante definizioni di FabLab e, soprattutto, tra le principali illustrazioni dei loro scopi, è giunto in soccorso uno dei "guru" di questa probabile rivoluzione industriale. Intervistato qualche mese fa dal quotidiano La Repubblica, Massimo Menichelli, secondo cui un Fablab "serve anzitutto a far capire le immense potenzialità della tecnologia digitale. Immagini un oggetto, lo progetti al computer e lo produci con un clic. Lo scorso anno una sedia progettata ad Officine Arduino, l'abbiamo stampata tale e quale in Finlandia mandandoci il file via email". Non solo, prosegue Menichelli, "in un paese dove le piccole e medie imprese non investono in ricerca e sviluppo per mancanza di fondi, i FabLab sono centri dove fare sperimentazione e realizzare prototipi a basso costo. Se apriranno nei posti giusti, con un forte legame al territorio e alla economia locale, possono ricostruire le filiere produttive che la crisi ha distrutto".
Insomma, i FabLab possono realmente costituire una forma di creatività aperta e condivisa, conveniente e stimolante. E, aggiungiamo noi, anche un modo semplice per esportare il made in Italy in giro per il mondo, garantendo la qualità italiana a costi concorrenziali, e contrastando pertanto in un modo alternativo la competizione economica del made in China.




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