EQUISETO, un fossile vivo e vegeto
L'equiseto appartiene a una famiglia di piante già presenti sul nostro pianeta 250 milioni di anni fa. L'interesse di questa pianta risiede nel suo altissimo contenuto di silicio. Sono stati identificati anche molti flavonoidi. Sotto forma di decotti o infusi, ha un'azione remineralizzante sul sistema osteo-articolare, ma può anche essere utilizzato per favorire il drenaggio dell'organismo.
L'equiseto possiede notevoli proprietà diuretiche, è utile per prevenire l’osteoporosi e per contrastare i dolori articolari. L'utilizzo dell’equiseto ha una lunga tradizione. Ancora oggi è considerato un efficace rimedio naturale.
L’Equisetum arvense è una pianta erbacea antichissima, conosciuta come coda di cavallo, coda cavallina o semplicemente equiseto. In effetti, il suo nome è di origine latina ed è composto dalle parole "equi" (cavallo) e "setum" (coda). Gli equiseti sono da sempre diffusi in tutti i continenti, eccetto Oceania e Antartide. Infatti, crescono spontanei in quasi tutte le zone umide del mondo: è facile ritrovarli ai bordi di fossi, torrenti e stagni.
L'utilizzo dell’equiseto ha una lunga tradizione presso diverse popolazioni antiche. Nella medicina popolare italiana, era usato come diuretico ed emostatico. In passato, veniva anche prescritto in caso di tubercolosi. Fin dagli antichi greci e romani, l’equiseto è stato usato per curare le ulcere, arrestare le emorragie, porre rimedio ai problemi renali e combattere artrite, tubercolosi e altre infezioni.
Il medico romano Galeno sosteneva che la pianta, amara e astringente, era in grado di guarire ferite anche gravi e di favorire l'arresto delle emorragie nasali. Era efficace anche contro dissenteria e ulcere intestinali. Si narra che presso i Sumeri l’equiseto fosse utilizzato per curare edemi e le ferite subite in battaglia.
Anche i medici dell'antica Cina lo usavano per trattare ferite, emorroidi, artrite. Solo in epoche più recenti, è stato utilizzato come medicamento diuretico, adatto a guarire malattie della vescica e dei reni.
Nicholas Culpeper, erborista inglese del XVII secolo, riconosceva alla pianta proprietà antiemorragiche, cicatrizzanti e antiulcera. L’uso tradizionale più diffuso dell’equiseto è come diuretico, seguito dal trattamento delle infezioni genito-urinarie.
La moderna fitoterapia attribuisce all’equiseto proprietà (1):
• diuretiche;
• emostatiche e cicatrizzanti;
• antibatteriche;
• antinfiammatorie;
• immunomodulanti;
• lenitive;
• astringenti;
• connettivo-trofiche;
• osteoprotettive.
Tali proprietà sono da ricondurre alla ricca presenza, nei fusti sterili dell’equiseto, di diversi principi attivi, come alcaloidi, acido silicico, glicosidi, saponine e minerali. L’equiseto è anche ricco di composti fenolici (come flavonoidi e acidi fenolici), un gruppo di potenti antiossidanti che inibiscono il danno ossidativo alle membrane cellulari. I principali composti fenolici dell’equiseto sono apigenina, luteolina, flavan-3-olo, kaempferol, isoquercitrina, quercetina, proantocianidine, tannini, acido caffeico e altri acidi fenolici.
BENEFICI E VIRTÙ
PROBLEMI DI PELLE (FERITE, AFTE, ECZEMI)
L'uso tradizionale dell'equiseto per trattare le ferite superficiali è riconosciuto dall'EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) così come dalla Commissione Europea, che lo raccomanda per l'applicazione locale. Promuove la guarigione, la rigenerazione e l'elasticità della pelle stimolando la sintesi di collagene ed elastina.
Un unguento all’equiseto (3%) ha migliorato la guarigione delle ferite in uno studio clinico su 108 donne sane che hanno subìto un intervento chirurgico durante il parto (episiotomia). La metà delle donne ha usato l’unguento di equiseto sulla ferita per 10 giorni, riducendo il dolore e guarendo più velocemente, senza effetti collaterali. Si ritiene che la silice aiuti a sigillare la ferita, mentre i flavonoidi preverrebbero le infezioni (2).
Negli studi su animali, i ratti trattati con unguenti contenenti il 5% e il 10% di estratto di equiseto hanno mostrato un rapporto di chiusura della ferita del 95-99%, nonché una maggiore rigenerazione della pelle, rispetto ai gruppi di controllo.
RAFFORZA I CAPELLI E LE UNGHIE
Ed è ancora grazie all'azione della silice sulla sintesi del collagene e dell'elastina che l'equiseto è tradizionalmente usato per rafforzare le unghie fragili e i capelli indeboliti. Uno studio italiano del 2009 (3) ha persino rivelato l'efficacia di una vernice a base di estratto di equiseto nel trattamento delle unghie striate, deformate e indebolite causate dall'onicodistrofia psoriasica.
La perdita dei capelli nelle donne può essere causata da diversi fattori rispetto agli uomini, come stress, febbre, chirurgia, problemi alla tiroide e parto. L’equiseto in combinazione con altri ingredienti ha aumentato la crescita, il volume e lo spessore dei capelli in uno studio su 15 donne con problemi di diradamento (4).
Uno studio di 3 mesi su donne con assottigliamento dei capelli ha determinato che l’assunzione di 2 capsule al giorno contenenti equiseto essiccato e altri ingredienti ha aumentato la crescita e la forza del capello, rispetto a un gruppo di controllo (5).
DIURETICO, TRATTAMENTO DELLE INFEZIONI URINARIE
I prodotti diuretici favoriscono la rapida eliminazione dei fluidi in eccesso presenti nell’organismo, stimolando la produzione di urina (diuresi). Per questo motivo vengono usati per ridurre la pressione sanguigna e il gonfiore (edema). L’estratto di equiseto (900 mg/die per 4 giorni) ha dimostrato un potente effetto diuretico, comparabile a quello del farmaco idroclorotiazide (25 mg/die), senza innescare variazioni importanti nell’eliminazione degli elettroliti (6).
Assunto in associazione ad altri estratti naturali con proprietà simili (frassino, ananas, betulla, pilosella, ortica), l’equiseto ha confermato la sua azione diuretica in un altro studio clinico su donne con problemi di ritenzione idrica. L’Equisetum arvense e diverse altre specie di equiseto hanno prodotto un forte effetto diuretico anche negli studi sui topi.
Una strategia per ridurre la cellulite è quella di rimuovere i liquidi accumulati dall’area target. L’equiseto potrebbe quindi aiutare a combattere la cellulite favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso e tonificando la pelle. Sebbene i prodotti a base di equiseto siano ampiamente utilizzati per ridurre la cellulite, nessuno studio clinico ha ancora confermato questi benefici.
L'equiseto è riconosciuto dall'EMA (European Medicines Agency) per il suo effetto sui disturbi urinari benigni. Questo alleato dei reni è particolarmente efficace nel trattamento di calcoli urinari, coliche renali e cistiti e agisce aumentando il flusso urinario. Le proprietà diuretiche dell'equiseto sono attribuite al suo contenuto di flavonoidi e saponine.
BELLEZZA DELLA PELLE
In Giappone, l’equiseto viene comunemente utilizzato nei prodotti cosmetici come creme, lozioni o unguenti. Si ritiene che possa aiutare nel trattamento dell’acne e dell’eczema. Gli studi cellulari confermano che gli oli essenziali hanno proprietà antibatteriche (utili nell’acne), mentre i suoi composti fenolici riducono l’infiammazione (utili nella dermatite atopica)(7).
Si ritiene inoltre che l’equiseto abbia proprietà anti-invecchiamento e tonificanti per la pelle. Il silicio è un componente del collagene, necessario per mantenere la pelle elastica e liscia. Poiché l’equiseto è ricco di silicio, è stato inserito in vari prodotti per stimolare la sintesi del collagene nella pelle.
TRATTAMENTO DELL'EDEMA
La Commissione tedesca riconosce l'uso tradizionale dell'equiseto nel trattamento dell'edema post-traumatico. La silice che contiene promuove la riparazione del tessuto connettivo e conferisce all'equiseto le sue azioni omeostatiche e antinfiammatorie, che sono essenziali per il riassorbimento degli edemi.
REMINERALIZZANTE (FRATTURE, OSTEOPOROSI)
Anche qui, è la silice che, favorendo la fissazione del calcio sulle ossa, aiuta a consolidare le ossa fragili, a riparare le fratture, a proteggere la cartilagine e a migliorare i sintomi dell'osteoartrite e dell'osteoporosi. Differenti evidenze hanno descritto il ruolo preventivo dell’equiseto nei confronti di alcune patologie correlate all’età.
L’esempio più calzante in questo caso è rappresentato dall’osteoporosi, per la quale l’Equisetum arvense potrebbe rivelarsi efficace nel controllarne l’evoluzione. La silice, presente anche nelle ossa, migliora la formazione, la densità e la consistenza del tessuto osseo e cartilagineo, sostenendo la sintesi di collagene e migliorando l’assorbimento e l’uso del calcio. Le conferme di queste potenziali proprietà si possono trovare in alcuni studi su animali. Ad esempio, alcuni ricercatori hanno rilevato gli effetti benefici di E. arvense sulla densità minerale ossea di ratte sottoposte a ovariectomia. Un’altra ricerca ha confermato questi effetti analizzando la densità minerale ossea mandibolare dei ratti.
L’equiseto è stato studiato anche nelle persone con artrite reumatoide. In uno studio su 60 pazienti con artrite reumatoide, l’equiseto ha migliorato i sintomi e regolato la risposta immunitaria nella maggior parte dei casi. Ha inoltre dimostrato di poter ridurre l’infiammazione (aumento dell’IL-10 e riduzione del TNF-alfa), che può essere la chiave per il trattamento di questa malattia (8).
L’estratto di equiseto ha anche ridotto il dolore, l’infiammazione e la risposta autoimmune in un modello murino di artrite reumatoide e osteoartrosi.
L’acido chinurenico è stato proposto come il mediatore putativo dell’effetto antinfiammatorio e analgesico di diverse erbe benefiche per l’artrite reumatoide, tra cui l’equiseto. Il livello di questa sostanza era significativamente più basso nel liquido sinoviale di soggetti con artrite reumatoide rispetto a quelli con osteoartrosi.
AVVERTENZE CONTROINDICAZIONI
L’equiseto e i suoi estratti non dovrebbero essere utilizzati in pazienti con insufficienza renale o epatica, o in caso di ipersensibilità a uno dei principi attivi. L’uso inadeguato di equiseto potrebbe determinare la comparsa di nausea, vomito e reazioni gastroenteriche anche gravi.
Le donne in gravidanza e in allattamento, nonché i bambini dovrebbero prudenzialmente evitare l’equiseto, a causa della mancanza di dati sulla sicurezza. L’equiseto può aumentare l’eliminazione del potassio attraverso il suo effetto diuretico. Ciò può causare bassi livelli di potassio. L’equiseto non dovrebbe essere usato nelle persone con aritmie cardiache. L’assunzione a lungo termine di alte dosi di equiseto in persone con malattie epatiche o cirrosi preesistenti è sconsigliato. Infine, l’equiseto potrebbe favorire l’inattivazione della tiamina o vitamina B1. Pertanto, l’assunzione a lungo termine di equiseto o la sua assunzione da parte di persone con bassi livelli di tiamina (come i soggetti con disturbi da abuso di alcol), possono portare a carenze di questa vitamina.
EFFETTI COLLATERALI
L’equiseto è generalmente ben tollerato; effetti collaterali minori possono includere diarrea, disturbi addominali e nausea. Sono stati descritti rari casi di ipersensibilità, rash cutaneo e dermatite allergica.
L'equiseto può essere consumato in diverse forme secondo le quali il dosaggio varia:
• In decotto: 2 g di parti aeree da mettere in infusione in 150 ml di acqua bollente per circa quindici minuti. Questo tè può essere bevuto tre volte al giorno per alleviare i disturbi urinari o applicato come impacco per aiutare a guarire le ferite.
• In tintura madre: 10 ml 3 volte al giorno
• In estratti fluidi: 2 ml 3 volte al giorno
• In capsule: da 1 a 2 g 3 volte al giorno con un grande bicchiere d'acqua.
ERBORISTERIA ARCOBALENO suggerisce l’assunzione di EQUISETO estratto spagirico SYS. La SYS (Soluzione Idroalcolica Spagirica) si differenzia dalla classica tintura per il contenuto di principi attivi nettamente superiore in quanto il suo rapporto di estrazione minimo è di 1:5, ossia per ogni chilogrammo di pianta vengono utilizzati solo 5 litri di acqua/alcool. La macerazione delle piante avviene con un sistema denominato E.C.I. (Estrazione Circolativa Integrale) che è caratterizzato da temperature costanti mai superiori a 36°C e dalla lavorazione sottovuoto. L'estrattore E.C.I. unisce due fasi importanti della lavorazione spagyrica, la macerazione e la circolazione, in un unico passaggio. La concentrazione di pianta 1:5 che caratterizza tutte le SYS permette di ridurre del 50% il dosaggio normalmente consigliato di una tintura tradizionale.
L'equiseto è oggetto di oltre 194 Pubblicazioni scientifiche (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=Horsetail%5BTitle%2FAbstract%5D)
FONTE: https://magazine.x115.it/x115/equiseto-cosmetici/
BIBLIOGRAFIA:
1. Equisetum arvense (equiseto comune) modula la funzione delle cellule immunocompetenti infiammatorie (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4132922/)
2. L'effetto dell'unguento di Equisetum Arvense (coda di cavallo) sulla guarigione delle ferite e sull'intensità del dolore dopo l'episiotomia: uno studio randomizzato controllato con placebo (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4441770/)
3. Studio randomizzato controllato di uno smalto per unghie idrosolubile a base di idrossipropilchitosano (HPCH), nella gestione della psoriasi ungueale (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4041289/)
4. Uno studio in doppio cieco controllato con placebo che valuta l'efficacia di un integratore orale nelle donne con capelli diradati autopercepiti (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3509882/)
5. Uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 3 mesi, che valuta la capacità di un integratore di proteine marine extra-forte di promuovere la crescita dei capelli e ridurne la caduta nelle donne con capelli diradati percepiti come tali (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4389977/)
6. Studio clinico randomizzato in doppio cieco per valutare l'effetto diuretico acuto dell'Equisetum arvense (Equiseto dei campi) in volontari sani (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24723963/)
7. Composizione e attività antimicrobica dell'olio essenziale di Equisetum arvense L. (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16397851/)
8. Effetto dell'estratto acquoso di equiseto gigante (Equisetum giganteum L.) nell'artrite indotta da antigeni (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24494034/)
9. 573–577 Cantoresi F et al (2009) Improvement of psoriatic onychodystrophy by a water-soluble nail lacquer.
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