Esce domani in libreria il saggio 'Anoressia rabbiosa' di Luciano Peirone ed Elena Gerardi
Esce domani in libreria il saggio "Anoressia rabbiosa" di Luciano Peirone ed Elena Gerardi, pubblicato da Edizioni Psiconline, casa editrice specializzata in psicologia, psicoterapia e scienze sociali.
Anoressia e immediatamente l'immagine di una donna arresa alla vita, sconfitta perché debole, consumata in linea estrema dal proprio vissuto. C'è una componente essenziale, però, che sfugge e che spesso mette la parola "fine" al successo terapeutico.
E' la rabbia dell'anoressico. La fame negata digrignando i denti.
Di questo parla "Anoressia rabbiosa", in libreria da domani, 16 dicembre 2010, per Edizioni Psiconline. Il saggio è scritto dagli psicoterapeuti Luciano Peirone ed Elena Gerardi, con la prefazione del professor Mario Fulcheri, ordinario di Psicologia Clinica nella facoltà di psicologia dell'università degli studi di Chieti-Pescara "Gabriele d'Annunzio".
«Con il termine "rabbiosa" - dicono i due autori - abbiamo voluto sottolineare una componente emozionale che ricorre in diversi pazienti anoressici, nei quali prevalgono sentimenti negativi, anche potenti, che ruotano attorno a invidia, gelosia, aggressività, irascibilità e, tra le altre, conflittualità nei rapporti interpersonali. Il più delle volte queste caratteristiche risultano represse e rimosse, per cui la persona appare frenata nell'esprimere questi stati d'animo, ovviamente difficili da rendere pubblici, per cui prevale la dimensione inconscia».
L'anoressia è un paradosso per la "abbondante" civiltà del consumo.
Si stima che 1 donna su 200 abbia in qualche modo a che fare con l’anoressia e che circa il 9% delle ragazze, tra i 12 e i 25 anni d'età, soffrano di Disturbi del comportamento alimentare, Dca, come bulimia, vomito, binge eating, obesità. L'anoressia, poi, è donna, se si stima che a fronte di un anoressico di sesso maschile, ce ne sono nove di sesso femminile e, altro dato allarmante, scende sempre di più l'età di esordio della malattia, che oggi arriva a riguardare anche bambine di otto anni. Per diagnosticare la malattia decisivo è il calcolo dell'Indice di massa corporea, che al di sotto del valore di 17,5 significa, appunto, anoressia.
«La cura della persona anoressica, - concludono Peirone e Gerardi - , consiste nel ri-costituire e ri-costruire il corpo, nel ridare fisicità al soggetto vivente. Nel farlo sentire vivo e degno della vita. Inoltre sta nel far ri-nascere la persona, restituendo tonicità al cuore, sede dell’anima, riempiendolo di sentimenti, svuotandolo delle cattive emozioni e colmandolo con quelle buone. Rompendo, in sintesi, il muro di pietra della vuota fortezza armata di rabbiosità. Per l’anoressico che cerca di guarire, ci vuole un cuore che torni ad amare. In fondo la malattia conclamata e anche il più sfumato disagio consistono in una “cattiva, o mal posta, fame d’amore”. Per contrastare la fredda ossessività di una rabbia trattenuta, occorre riscaldare e sciogliere il “sofferente cuore di ghiaccio che non ha più fame"».
Storie vere, percorsi terapeutici, numeri e statistiche su questa patologia: tutto questo in un libro di facile lettura e comunque denso di significati e significanti per chi vuole approfondire la conoscenza della materia.
Fondamentale, a esempio, sono il ruolo della famiglia e della scuola così come multidisciplinare deve essere l'approccio terapeutico, che necessita del coinvolgimento di più specialisti, dal gastroenterologo al nutrizionista, dallo psicoterapeuta all'educatore.
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