Free Tuscany per il giornalismo partecipativo e reporter diffuso
Uno dei dei fenomeni mediatici più rivoluzionari dell'era del Web 2.0 è sicuramente il giornalismo partecipativo, noto anche come giornalismo collaborativo (in inglese, citizen journalism).
Uno dei dei fenomeni mediatici più rivoluzionari dell'era del Web 2.0 è sicuramente il giornalismo partecipativo, noto anche come giornalismo collaborativo (in inglese, citizen journalism). Free Tuscany (www.freetuscany.it), organizzazione di promozione sociale per un'economia solidale molto attiva in Toscana, intende favorire l'informazione locale e reporter diffuso mediante la partecipazione volontaria dei propri soci. Come si apprende sfogliando l'enciclopedia on line Wikipedia, il giornalismo partecipativo è una nuova forma mediatica di informazione che sfrutta le potenzialità di Internet. Quelli che un tempo erano "lettori" diventano oggi autori e creatori di contenuti. In altre parole, è una forma di informazione generata "dal basso" in cui le notizie provengono direttamente dai lettori. A differenza dei tradizionali progetti di comunicazione giornalistica, il giornalismo partecipativo non si fonda quindi sull'attività di una redazione centrale composta da un numero limitato di professionisti dell'informazione: la redazione diventa diffusa e aperta. Teoricamente, può far parte di questa redazione qualsiasi cittadino in grado di utilizzare sistemi di comunicazione come blog, telefonini, videocamere, e-mail e servizi on line con i quali codificare e ridistribuire le informazioni raccolte sul campo. In Italia questo fenomeno stenta a decollare, probabilmente anche per via del peso nel mondo dell'informazione di pochi grandi editori e dell'Ordine dei Giornalisti. All'estero invece già da diverso tempo si assiste alla nascita di progetti editoriali basati sul giornalismo partecipativo che riscuotono grande successo. Se all'inizio si trattava di fenomeni spontanei, legati alle iniziative di piccoli gruppi editoriali nascenti o di giornalisti e blogger indipendenti, oggi sono i grandi editori a promuovere il giornalismo partecipativo.La nota emittente britannica BBC, per esempio, ha recentemente introdotto un canale di informazione sul proprio sito ufficiale dedicato alla scuola, in cui gli autori dei servizi sono gli stessi studenti. Pur avendo quasi sempre età inferiore ai 14 anni, i "baby giornalisti" producono contenuti di informazione che presentano un punto di vista assolutamente privilegiato sul mondo della scuola. Altrettanto significativa è l'esperienza intrapresa dal quotidiano spagnolo El País. YoPeriodista, canale ufficiale della versione on-line del quotidiano, è infatti realizzato con contenuti generati dai lettori e riorganizzato dalla redazione interna. Per facilitare il compito dei lettori/giornalisti, El País ha sviluppato sistemi di invio delle informazioni e dei contributi multimediali molto semplici da usare. Il dibattito sul giornalismo partecipativo è sempre più acceso. Da un lato c'è chi considera la pluralità di punti di vista indipendenti come una rivoluzione positiva, dall'altro c'è chi invece mette in guardia nei confronti di un giornalismo non professionale e non sempre controllabile.Un esempio sicuramente vincente che sfrutta i vantaggi del giornalismo partecipativo e garantisce la qualità e l'affidabilità delle notizie è costituito dal pluripremiato progetto Current TV, canale di informazione fondato dall'ex vice presidente degli Stati Uniti Al Gore che affianca ai contenuti generati dagli utenti quelli realizzati da una redazione di professionisti.
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