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Comunicato Stampa

GAME FAIR:La nobile arte della falconeria

I “Falconieri del Re” tra storia e suggestioni

Per il quarto anno consecutivo, il Game Fair ospiterà il gruppo de “I Falconieri del Re”, con l’affascinante spettacolo dedicato ai rapaci. Un evento tra i più suggestivi che, per numero di falconieri a piedi e a cavallo, per quantità di rapaci messi in volo, per la presenza dei whippet di alta genealogia in corsa su traina da carrozza e per la scenografia creata dal magnifico ambiente in cui è collocato il ring spettacoli, si prospetta ancora una volta come uno dei più grandi spettacoli di falconeria mai realizzato in Italia. Accompagnata da un commento musicale e dalla narrazione dello speaker, l’esibizione dei falconieri creerà, ancora una volta, l’incantevole intreccio che non manca mai di rapire il pubblico, trasportandolo idealmente in volo insieme ai rapaci. Le dimostrazioni vengono accompagnate da una descrizione delle origini e dello sviluppo della falconeria nel mondo.
Quest’anno sono due le novità: nel ring saranno collocate due torrette da cui partiranno i rapaci, per rendere sempre più spettacolari le loro evoluzioni: da altana ad altana oppure dall’altana verso il falconiere a terra o a cavallo. Altro momento da non perdere sarà l’attacco del falcone al logoro, che il falconiere agita all’interno di una carrozza in movimento. Esercizi di difficoltà non comune, che fanno di questo show uno dei momenti più alti e qualificanti di tutto il Game Fair.
“I Falconieri del Re” nascono nel 2000 grazie all’azione congiunta di Gianluca Barone e di Letizia Scarfiello. Nel tempo il team si è poi arricchito di molti falconieri accomunati dall’amore per la natura e per i rapaci. Il lavoro del gruppo è sempre stato improntato alla diffusione della cultura, delle esperienze e delle emozioni legate alla falconeria, con l’intento di trasmettere questo patrimonio a tutte le persone che si lasciano coinvolgere ed entusiasmare dalla bellezza di questi uccelli e dai voli acrobatici e imprevedibili di cui sono capaci.

Attualmente, “I Falconieri del Re” addestrano per il volo in libertà un gruppo di rapaci di circa 80 esemplari, fra diurni e notturni: aquile, falchi, avvoltoi, gufi reali, barbagianni, civette comuni, civette delle nevi, poiane. Più di 150 spettacoli in tutta Italia solo nel 2008, circa un migliaio nella carriera del gruppo, hanno permesso ai Falconieri di far raggiungere un grado di addestramento tale che nessuna situazione crei diffidenza tra i rapaci e il pubblico di appassionati.
Per il team di Barone e Scarfiello, essere falconiere non è né uno sport né un hobby, ma uno stile di vita. Infatti, solo chi vive quotidianamente con gli animali riesce a capire quanto sia importante il rispetto, la volontà di imparare, la curiosità di capire e la disponibilità alla fatica necessaria per lavorare con loro.
“I Falconieri del Re” stanno, tra l’altro, allestendo il “Centro Europeo Rapaci” presso Sinalunga (Siena): si tratta del più grande in Italia e si occuperà non solo di spettacoli, ma anche della riproduzione e del recupero di queste specie.
Breve storia della falconeria
La falconeria come “arte” di addestrare i rapaci per la caccia nasce dalla necessità di soddisfare esigenze primarie di sopravvivenza (procurarsi cibo e pelli), divenendo poi un mestiere richiesto per il prestigio delle corti. In era moderna, in modo più accentuato, finisce per trasformarsi in una passione utile socialmente.
In ogni epoca e luogo quest’arte ha da sempre rivestito un ruolo simbolico atavico, quello della potenza del cacciatore. Oggi, come duemila anni fa, ogni falconiere è orgoglioso nel mostrare agli altri falconieri le prodezze e le grandi capacità del proprio rapace nell'inseguimento e nell'uccisione della preda. Quest’arte fu probabilmente inventata da popoli nomadi che peregrinavano lungo le distese dell’Asia Centrale; durante il Medioevo la falconeria vive il suo apice in Europa, introdotta probabilmente dalle popolazioni che la invasero nell'alto Medioevo da Oriente. I falchi figurano spesso come offerte di pace e oggetti di scambio nei trattati tra cristiani e saraceni nel periodo delle Crociate. Per mille e più anni i falconi godettero di una popolarità e di un grado di protezione da ogni molestia da parte dell'uomo, privilegi raramente accordati ad altri animali nel corso della storia umana. I rapaci notturni facevano parte della dote delle giovani nobildonne.
Nel XII secolo, annoverò tra i suoi cultori in Germania l’imperatore Federico Barbarossa, nonno del celebre Federico II di Svevia (1194-1250), Re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, che scrisse il De arte Venandi cum Avibus, un ampio trattato in lingua latina diviso in due grandi parti: una introduttiva sull’ornitologia, l’altra specifica sui falchi e la falconeria. Elencando e descrivendo minuziosamente le tecniche e i procedimenti di quest’arte, riuscì a renderli validi per quell’epoca e per quelle che seguirono.



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