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Comunicato Stampa

Genova: VERSO LA CITTA' METROPOLITANA - una proposta di Statuto

24/02/12

Lunedì 27 febbraio 2012 alle ore 17,30 presso la sede del Comune, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi in Via Garibaldi, 9 a Genova, si svolgerà il dibattito organizzato dal Centro Culturale La Maona: VERSO LA CITTÀ METROPOLITANA – proposta di Statuto.


Porteranno i saluti: Marta Vincenzi, Sindaco del Comune di Genova, Giovanni Grimaldi, Presidente La Maona, Mario Bottaro, Direttore Bj Liguria Business Journal. Presenterà la relazione sulla proposta di Statuto Stefano Monti Bragadin, Docente, Università di Genova. Seguirà un dibattito cui parteciperanno:Giovanni Marongiu. Docente Università di Genova, Giorgio Guerello, Presidente del Consiglio Comunale di Genova, Luigi Merlo, Presidente, dell'Autorità Portuale, Edoardo Rixi, Consigliere regionale, Mauro Avvenente

Presidente del Municipio VII. Moderatore Franco Monteverde, Direttore La Maona


A seguito delle norme volute dal Governo Monti, le elezioni del nuovo Consiglio Provinciale, in scadenza naturale, sono state sospese, mentre si preannuncia la nomina di un commissario governativo che dovrà guidare il passaggio delle funzioni e del personale dalla provincia verso i comuni, o verso la regione.

Siamo quindi di fronte ad una svolta significativa dell'ordinamento degli enti locali e pare a noi che sia indispensabile che in ogni città metropolitana si apra un dibattito che eviti che vengano imboccati dei percorsi che conducano verso uno svuotamento della svolta riformatrice.

Un possibile errore da evitare, è la formulazione da parte del Parlamento di una proposta di legge che configuri un modello preconfezionato delle nuova istituzione che sia valido per tutte le città coinvolte; la storia delle città italiane ha plasmato delle comunità tra di loro ben distinte l'una dalle altre, il che richiede che ogni città metropolitana si dia uno statuto che sia modellato sulle sue peculiarità e che l'organizzazione della nuova istituzione sia frutto della volontà delle singole popolazioni.

E' del tutto evidente che una città portuale deve affrontare il tema, centrale, dell'organizzazione del proprio scalo affrontando problematiche che non riguardano le città di terraferma; ma anche che ogni porto ha caratteristiche sue proprie, il che richiede normative calibrate.

È necessario non lasciarsi sfuggire l'occasione per conquistare una profonda modifica delle procedure e del funzionamento della pubblica amministrazione in sé, oggi chiaramente onerose e decisamente inefficienti, partendo proprio dalle esperienze delle realtà periferiche.

Un altro possibile errore da evitare è che resti inalterato il rapporto nell'uso delle risorse erariali tra il centro del Paese e le città, oggi chiaramente squilibrato a favore del primo, una realtà che favorisce l'esistenza di un pulviscolo di corpi sociali corporativi che proprio dal sostegno della pubblica amministrazione traggono la loro forza contrattuale per resistere ad ogni riforma. Tale squilibrio infatti non consente alle città portuali e ai singoli porti di adeguare alla necessità le reti infrastrutturali e la qualità dei servizi collettivi, deprimendo la loro forza contrattuale nei confronti delle città portuali concorrenti.

Su tutto questo dunque vorremmo aprire il dibattito invitando autorità, istituzioni e cittadini a confrontarsi.



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