ECONOMIA e FINANZA
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Good Country Index: la nazione più virtuosa è l’Irlanda

13/03/15

Il nostro mondo, e in particolare la nostra realtà economica, pullula di indici. Basta pensarci: quando dobbiamo (o vogliamo) valutare un Paese, a cosa pensiamo in maniera quasi automatica? Facile, ad indici di varia natura, quali PIL, Coefficente di Gini o Indice di Sviluppo Umano.

E tutti questi fattori hanno indubbie qualità: sono relativamente semplici, hanno un significato immediato e chiaro e, soprattutto, sono incontrovertibili: la più grande qualità degli indici è infatti quella di dare un risultato puntuale e oggettivo, basato di dati fisici e determinati. Non importano le vostre convinzioni o i vostri ideali: chiunque voglia calcolare il PIL di un Paese otterrà sempre lo stesso risultato, posto che i dati siano corretti.

Cos’è il Good Country Index?

Simon Anholt ha creato un nuovo indice, chiamato Good Country Index che si basa su 35 indicatori divisi per sette classi: Scienza e tecnologia, Cultura, Sicurezza e Rapporti Internazionali, Ordine Mondiale, Clima e Pianeta, Prosperità ed Equità, Salute e Benessere.

A differenza degli indici che abbiamo citato prima, l’indice di Anholt non esamina lo Stato in quanto entità singola ed isolata, ma in quando nodo di una rete molto più ampia, come oggi è la situazione di ogni stato nel mondo.

Il termine “buono”, infatti, non è inteso in maniera soggettiva e indefinito, è invece posto in contrapposizione all’idea di uno stato “egoista”. Sono infatti gli stessi cittadini, questa l’idea di base di Anholt, a chiedere al proprio stato di essere coinvolto in maniera sensibile, e, in un certo senso, a “vincere” la competizione contro gli altri stati.

Nel Good Country Index sono considerati dati quali:

L’esportazione della proprietà intellettuale
La partecipazione o meno ai conflitti internazionali
La quantità di anidride carbonica emessa
Il numero di armi esportate
Proprio per questa situazione di interdipendenza tra i vari Stati, in cui essi sono forzati a cooperare e, allo stesso tempo, a cercare di superarsi l’un l’altro per soddisfare l’ego dei loro cittadini, che Anholt ha creato il termine “coompetizione”.

I RISULTATI

E dunque, proprio di questo indice che vi abbiamo brevemente descritto sono uscite da poco le “pagelle” del 2014.

Secondo esse, quindi, la Nazione in assoluto più virtuosa ed altruista è l’Irlanda, che potrebbe quindi diventare famosa a livello internazionale per altro oltre alle sue colline verdi e la pioggia. A breve distanza Paesi quali Finlandia, Svizzera, Olanda e Nuova Zelanda.

L’Italia, invece, non è poi così virtuosa: essa si classifica infatti al ventesimo posto, a poca distanza dagli Stati Uniti. A penalizzarla, in particolare, il suo scarso contributo nei campi della pace e della sicurezza internazionale, in cui si classica centoduesima su 125 paesi analizzati. Per la cultura, invece, l’Italia si classifica al ventiduesimo posto.

E tu? Ritieni utile il Good Country Index oppure è solamente un altro dei tanti indicatori?



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