I bambini e l'arte di fermare i pensieri
I bambini alle prese con la meditazione. Sembra un paradosso ma si può. In una piccola scuola marchigiana, a San Costanzo, provincia di Pesaro, le insegnanti di una scuola primaria hanno già sperimentato un metodo di educazione alla conoscenza del sé. Un'esperienza registrata in un saggio, che oggi esce in tutte le librerie italiane. E' "La meditazione nel percorso educativo", pubblicato da Edizioni Psiconline, casa editrice abruzzese, specializzata in psicologia, psicoterapia e scienze umane.
L'autrice, Catia Belacchi, pedagogista e insegnante di scuola primaria, offre diversi consigli e indirizzi educativi per insegnare ai bambini l'arte di fermare i pensieri. Il testo è inserito nella collana "Punti di Vista", 93 pagine, costo di 13,50 euro.
"La ragione per cui è necessaria la pratica della meditazione per i bambini è la stessa per cui è necessaria per gli adulti", dice l'autrice, "i modi saranno diversi ma le motivazioni di fondo sono le stesse. Scopo è trovare uno spazio interiore che ci faccia contattare noi stessi al di là del “fare” frenetico, dell’agitarsi esteriore, del rumore di fondo che pervade la nostra mente. Meditare permette di contattare il proprio Sé spirituale, educa al silenzio, all’ascolto interiore, allo sviluppo della consapevolezza".
Uno studio della George Washington University attesta che la pratica della meditazione, per un minimo di 10 minuti al giorno, è in grado di ridurre l'iperattività nei bambini. Gli studiosi si sono occupati in particolare dell'ADHD, della sindrome da deficit di attenzione, che riguarderebbe dall’ 8 al 10% dei bambini in età scolare. I piccoli con questa sindrome, di solito agiscono senza pensare, hanno problemi a concentrarsi su un’attività particolare e sono iperattivi.
L'eccessiva frenesia, prima di disordine comportamentale, però, è atteggiamento molto diffuso nella società attuale. I piccoli ne sono naturale interpreti, come gli adulti.
"I piccoli sono estremamente vivaci, oggi, molto più di ieri e più in difficoltà a stare nella cosa che fanno", continua Catia Belacchi, "le attività ludiche di un tempo, improntate al rapporto diretto con la natura e il mondo che ci circonda, così come al dialogo con adulti e coetanei, oggi sono andate in gran parte perdute. Eppure possono essere determinanti".
Il testo propone una serie di esperimenti meditativi.
Tra i più interessanti c'è quello della coltivazione di un orto a scuola.
"Le attività proposte hanno in comune l'atmosfera del silenzio e della concentrazione", continua l'autrice, "la coloritura di un mandala, una figura geometrica molto articolata, con un sottofondo musicale, senza essere legata ad una competizione, può risultare determinante nell'accompagnare i ragazzi a uno stato di serenità e pace mentale, paragonabile allo stato meditativo". Svuotare la mente, riuscire ad azzittirla, per riappropriarsi di spazi, rumori e odori che l'iperattività cognitiva rischia di nascondere. E' questo l'obiettivo principale a cui punta questo saggio, vademecum interessante per insegnanti e genitori, di un percorso meditativo da far imparare ai più piccoli.
"I bimbi", conclude Catia Belacchi, "sono in grado di calmare la mente, portarla a una stasi, creare un vuoto mentale. Le attività proposte del testo, come quelle che riguardano il contatto diretto con la natura, li aiutano a centrarsi. L'età migliore per iniziare è tra gli 8 e i 9 anni. Prima i bimbi devono fare molta pratica sulle cose. Piantare, usare l'acqua, rotolarsi per terra. Di lì, poi, verranno portati a entrare nell'esperienza e a capire le potenzialità della mente, calmando impulsi emotivi e mentali".
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