Il Direttore del MIB è il nuovo Presidente ASFOR

Vladimir Nanut, Dean di MIB School of Management, è il nuovo Presidente di ASFOR, l’Associazione Italiana per la Formazione Manageriale che riunisce le più importanti scuole di management del nostro paese e le Corporate University di grandi gruppi industriali e finanziari.

Il prof. Nanut è stato nominato all’unanimità dal Consiglio Direttivo dell’Associazione riunitosi lo scorso venerdì a Milano.
Vladimir Nanut è professore ordinario di Strategia d’impresa nell’Università di Trieste, ateneo in cui nell’ambito della sua carriera accademica ha ricoperto anche significativi incarichi: presidente di corso di laurea, direttore di dipartimento, membro del senato accademico, delegato del Rettore. Ma è soprattutto nella sua veste di fondatore e direttore scientifico di MIB School of Management che Nanut ha svolto un importante ruolo all’interno dell’ASFOR, portando nell’associazione il contributo delle esperienze maturate alla guida della scuola triestina. In particolare, nell’ASFOR Nanut ha avuto sin dal 1998 la responsabilità del processo di accreditamento dei Master realizzati nel nostro paese, contribuendo al suo sviluppo e all’allineamento progressivo dei relativi criteri e standard a quelli definiti a livello europeo. Altrettanto significativo è stato l’impegno per rafforzare il livello di internazionalizzazione dell’associazione, operando costantemente per favorire un collegamento con le analoghe istituzioni operanti sia nel contesto continentale che in quello globale.
“Tra gli obiettivi prioritari della mia presidenza”-sottolinea Nanut- “oltre alla promozione del ruolo e dell’importanza della formazione manageriale quale leva per lo sviluppo economico del paese, vi sarà il rafforzamento a tutti i livelli della qualità della formazione stessa, puntando a far sì che ASFOR rappresenti sempre di più un riferimento fondamentale per tutte le realtà che intendano muoversi in una prospettiva di eccellenza. Si tratta di un obiettivo non facile in un contesto come quello italiano in cui, a differenza di quanto avviene negli altri paesi evoluti, si tende frequentemente a sottovalutare l’importanza strategica degli investimenti immateriali per elevare le competenze e le capacità delle risorse umane in funzione di una migliore efficienza e competitività”.

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