ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Il franchisor italiano non “parla” con i candidati franchisee

26/05/15

In Italia il sistema del franchising – soprattutto nell’ambito della ristorazione – non è ancora sviluppato come potrebbe in quanto l’intero settore sconta di una visione miope da parte degli imprenditori che, invece, dovrebbero essere il motore trainante del comparto. E’ questo, a grandi linee, il grido di allarme che da più parti si solleva...

FotoIn Italia il sistema del franchising – soprattutto nell’ambito della ristorazione – non è ancora sviluppato come potrebbe in quanto l’intero settore sconta di una visione miope da parte degli imprenditori che, invece, dovrebbero essere il motore trainante del comparto. E’ questo, a grandi linee, il grido di allarme che da più parti si solleva nell’ultimo periodo.

Ma qual è la situazione del settore della ristorazione in franchising, quali sono le pecche più evidenti e come risolvere la situazione?

In realtà non è proprio corretto affermare che nella nostra nazione il franchising non abbia ‘attecchito’ quanto piuttosto sottolineare come a trovare fortuna siano soprattutto i brand stranieri che hanno compreso, meglio e prima dei nostri italiani, quanto il segreto del successo per una buona campagna di affiliazione sia da ritrovare in un corretto utilizzo della comunicazione on e off line. Accade, così, che l’Italia – paese a vocazione prettamente culinaria e famoso nel mondo per essere il portabandiera della dieta mediterranea – diventi ‘terra di conquista’ per i più lungimiranti brand stranieri che, invece, basano le loro campagne di affiliazione e di ricerca di franchisee proprio ed esclusivamente sull’utilizzo dei nuovi sistemi di comunicazione.

Gli imprenditori italiani della ristorazione hanno purtroppo dimostrato nel corso degli anni di non saper sfruttare ciò che la nuova tecnologia ha messo loro a disposizione. In particolare, appare evidente che una delle lacune peggiori consista in uno scarso – se non addirittura nullo – utilizzo di internet e dei social network. Da una prima analisi, ad esempio, dei siti dei principali brand di ristorazione in franchising si evidenzia come i profili aziendali siano scarsamente curati, spesso carenti dal punto di vista delle informazioni proprio sull’argomento che più può interessare i potenziali franchisee come regole di affiliazione e costi, solo per citarne alcuni. Infine, è altrettanto evidente come il mondo imprenditoriale italiano non sfrutti il web come strumento di comunicazione per la creazione di un filo diretto con i loro potenziali affiliati.

Nel mercato attuale, infatti, la competizione fra i diversi operatori è serrata e senza esclusioni di colpi. Per conquistare l’imprenditore e trasformarlo in franchisee occorre quindi, riuscire a rendersi appetibili con un’offerta che vada a sposare perfettamente le sue esigenze. E quale modo migliore di scoprire gusti, esigenze e desideri dei propri potenziali franchisee se non quello di avere con loro un dialogo aperto ed interattivo come solo, ad esempio, attraverso i social network è possibile aprire?

Va detto, però, che il web – in particolare proprio quei social network che sono così importanti per sondare opinioni e gusti del proprio target di riferimento – può anche rivelarsi un’arma a doppio taglio se non viene gestito nel modo più corretto. Per quei brand italiani di ristorazione in franchising che non abbiano al proprio interno le competenze specifiche per affrontare la sfida del 2.0 il consiglio, allora, è uno solo: rivolgersi ad un partner esperto del settore che saprà consigliare e selezionare le strategie migliori per implementare e sviluppare le proprie tecniche di comunicazione on line.



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