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Il Paese delle confluenze: Piazza al Serchio

02/05/08

Il Paese delle confluenze : Piazza al Serchio

Se dovessi scegliere un luogo simbolico per situare l’anno dell’interculturalità voluto dal Consiglio d’Europa non potrei chieder di meglio di Piazza al Serchio, non solo perché si trova alla confluenza dei due rami del Serchio, quello di Soraggio e quello di S.Michele,,ma anche perché è posta fra Garfagnana, Emilia e Lunigiana , quindi di tra ben tre Regioni:Toscana, Liguria ed Emilia.

Non a caso poi uno dei monumenti più interessanti è un ponte in pietra del 1300. Ma a ben vedere anche il nome “Piazza” allude probabilmente ad uno spiazzo dove si teneva il mercato, dove ci si incontrava.

Ed anche la storia del paese risente di questa posizione di confine: dapprima possesso del Vescovado e successivamente della Repubblica di Lucca, fu poi conquistato dagli Estensi e passò sotto il ducato di Modena, sotto cui rimase fino alla nascita del regno d’Italia, salvo un’occupazione delle truppe napoleoniche.

Tra le numerose manifestazioni che si svolgono periodicamente a Piazza al Serchio particolarmente interessante è la "Fiera di San Pietro" che si svolge annualmente nella domenica più vicina al 28 del mese di giugno attirando visitatori da tutta la zona e durante la quale è possibile degustare i migliori piatti tipici della zona, cucinati secondo le antiche ricette tradizionali.

La semplice cucina garfagnina riflette soprattutto le abitudini alimentari della montagna. Oggi quei piatti, riproposti con grande abilità dai cuochi locali, parlano al nostro cuore di vita semplice, di gusti netti e genuini, che valgono da soli una visita a questi incantevoli luoghi.

Sono da ricordare alcuni piatti tipici:

- il farro, un denso minestrone di fagioli borlotti, in cui viene messo a bollire questo saporito cereale di montagna; il piatto viene servito con un filo di olio extravergine crudo ed un pizzico di pepe;

- la polenta "incaciata", fatta con farina di mais e servita dopo averla disposta a cucchiaiate su un vassoio e condita con ragù e formaggio;

- la polenta di neccio, fatta con farina di castagne e consumata con formaggio, ricotta, salumi, ossi di maiale bolliti, frittata; questo piatto presenta alcune varianti, come i manafregoli, con il latte, e la vinata, con il vino ottenuto dalla torchiatura delle vinacce;

- il castagnaccio ed i necci (specie di crepes fatte tra due stampi di metallo roventi), serviti con la ricotta, costituiscono gustosi piatti invernali;

- la pasimata, dessert pasquale a base di farina, uova e uva secca, consumata al termine del pranzo pasquale assieme a "vino di grana", un vinsanto ottenuto sgranando e lasciando appassire gli acini più sani del grappolo d'uva.

Non ci crederete ma il programma di marketing territoriale della zona si chiama significativamente “Ponti nel Tempo”, e prevede che il Treno dei Sapori, un’antica vaporiera perfettamente conservata, parta da Livorno per giungere attraverso Pisa e Lucca al paese di Castelvecchio Pascoli (vicino a Piazza), alla scoperta delle specialita’ enogastronomiche del territorio. Se non è vocazione culturale questa!

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