Il Tour of Oman chiude il trittico mediorientale: Vincenzo Nibali in gara con il dorsale 1 - La startlist
Sesta edizione del Tour of Oman, ultimo appuntamento del trittico mediorientale di inizio stagione. La sei giorni omanita si differenzia rispetto alle prove di Dubai e Qatar per la presenza di un difficile arrivo in salita: la quarta tappa, con arrivo alla Green Mountain, è quella decisiva per la classifica generale. Il vincitore dell'anno scorso, Chris Froome, ha deciso di iniziare la propria stagione ad altre latitudini (Andalucía, nel caso): a fregiarsi quindi del dorsale numero 1 sarà Vincenzo Nibali. Il capitano dell'Astana è uno dei tanti big presenti nella corsa ASO nonché uno fra i papabili per la vittoria. A battagliare con lui troveremo fra gli altri il secondo dell'anno scorso Tejay van Garderen (11), Roman Kreuziger (25), Joaquím Rodríguez (31), Alejandro Valverde (41), Thibaut Pinot (51), Julián Arredondo (62), Leopold König (71), Warren Barguil (81) e Rui Costa (111).
Smetto quando voglio. Spesso così dice chi da una vita accende una sigaretta, promettendo a se stesso di non farlo mai più. L'identica locuzione vale per chi, da anni ormai, aziona la sua pistola ideale - composta da un indice ed un pollice - facendo fumare prima le gambe degli avversari, poi la canna della stessa arma. Non si faticherà a riconoscere in quest'ultima figura Alberto Contador. Il fuoriclasse di Pinto va per i 33 anni, ha vinto tanto (non proprio tutto) e sta preparando la doppietta Giro-Tour. Se dovesse ripetere l'impresa, ben 17 anni dopo che ci riuscì Marco Pantani, potrebbe andare in pensione tranquillo. Quel che è certo - e lo dice lo stesso Contador stamane, mentre presenta le sue squadre giovanili - è che dopo la stagione 2016 smetterà. Se non ci saranno infortuni nel mezzo del cammin di nostro Alberto, chiaramente. Vuole chiudere al massimo, da vincente. E come potrebbe, d'altronde, uscire di scena uno che dei secondi posti non se n'è mai fatto nulla?
Contador: «Stop dopo il 2016». Sfida Froome in Andalucía.
Ora però, prima di celebrare uno dei più grandi ciclisti degli anni duemila, almeno per le grandi corse a tappe, vediamo come si preparano coloro i quali punteranno dritto ai GT proprio quest'anno. Partiamo proprio da Contador, imboccando una piccola anacronia e partendo dalla corsa che prenderà il via tra due giorni, la Vuelta a Andalucía. Da mercoledì a domenica, sei tappe e tante strade su cui esordiranno i massimi scalatori di classifiche generali delle grandi corse a tappe. In Spagna troveremo Alberto Contador, come detto, e Chris Froome. I due grandi caduti del Tour 2014, i due sfidanti della Vuelta a España. El Pistolero uscì vincitore dalla corsa iberica, sicuramente il britannico nato in Kenya cercherà subito lo scontro - sportivo, s'intende - e la rivincita. Debutto per entrambi, come detto, quindi si presume che la forma non sarà quella dei giorni migliori. Anche perché gli obiettivi non sono tra tre giorni, ma tre, quattro mesi. Le energie, soprattutto per Contador, che al contrario di Froome cerca la doppietta, andranno centellinate. Non per questo sono da escludere lampi di classe, fulmini e sfide su qualche rampetta. Non ci si aspetta troppo di più, onestamente.
Nairo Quintana cade in Colombia e dà forfait.
Non solo il madrileno ed il britannico sulle strade andaluse, ma altri potenziali uomini da GT. E diciamo potenziali perché, almeno ad oggi, non hanno dimostrato di saper tenere troppo bene sulle tre settimane. Si sentano chiamati in causa due olandesi profondamente diversi, Bauke Mollema, solida realtà (forse mai destinato a vincere un GT) e Wilco Kelderman (un giovane rampante). Sulle strade della Vuelta a Andalucía debutterà anche Ivan Basso, ma come gregario di Alberto Contador. Il varesino è alla prima stagione in Tinkoff-Saxo ed a 37 anni può essere uno splendido gregario per El Pistolero. Non ci sarà invece Nairo Quintana: il colombiano, primo a portare al suo Paese la maglia rosa nel 2014, doveva partecipare, ma una caduta al Campionato nazionale, lo scorso 8 febbraio, ha fatto cambiare idea a lui ed alla Movistar. Peccato.
Oman: da domani Nibali, Purito, Valverde...
Mentre Contador fa annunci più o meno scontati, ma pur sempre importanti per il ciclismo, in Oman già da domani si attaccherà il numero sulla schiena. Già, perché c'è chi sceglie, ancorato alla tradizione, il calduccio della Spagna per correre e trovare la condizione. Chi invece ha affrontato trasferte in Medio Oriente, partendo dal Dubai Tour e passando per il Tour of Qatar, da domani si ritroverà catapultato al Tour of Oman. Delle tre corse medio orientali, è quella che più somiglia ad una corsa a tappe vera. L'arrivo in salita di Jabal Al Akhdhar, meglio noto come Green Mountain, è già un appuntamento fisso per chi vuol misurare la sua condizione e vedere a che punto sono gli avversari della stagione. La corsa è alla sesta edizione, le ultime due le ha vinte Chris Froome, che quest'anno ha deciso di cambiare percorso di avvicinamento alla Grande Boucle, unico obiettivo del britannico. Il campo partenti sarà ben più che discreto, con uomini per ogni terreno: volate, salita, media montagna. Occhio anche qui a chi punta alle grandi corse a tappe. Uno su tutti, Vincenzo Nibali: dorsale numero 1 per il vincitore di Tour, Giro e Vuelta, andando a ritroso nel tempo (a noi la linearità proprio non piace). Vincenzo si presenta con la sua Astana in blocco-Tour o quasi. In Oman non ha mai sfigurato, andando vicino alla vittoria nel 2011, quando Peter Velits lo beffò per un solo secondo. Chiuderà il trittico del Medio Oriente con una buona condizione, perché il 22 marzo c'è la Sanremo; sulle rampe di Poggio e Cipressa lo Squalo conta di trovarsi ben più a suo agio che sul palco dell'Ariston.
Sagan cerca la prima. Si rivede Kreuziger.
Oltre a Nibali, troveremo Joaquim Rodríguez, all'ultima stagione per far bene davvero in qualche corsa a tappe (anche per il catalano il ritiro è vicino). Ci saranno anche lo statunitense della BMC Tejay Van Garderen, che va capito: è carne o pesce? Alejandro Valverde è in buona forma e qualcosa già a Green Mountain potrebbe far vedere. Peter Sagan con i GT ha a che fare relativamente, visto che al Tour cura la classifica a punti e le tappe. Qui cercherà una vittoria parziale, la prima dell'anno, visto che fino ad ora sono arrivati solo piazzamenti. Non ci si deve preoccupare, lo slovacco punta ad essere in forma per le classiche di primavera. Una vittoria male non farebbe, questo è certo. Nella Tinkoff-Saxo ci sarà il rientrante Roman Kreuziger ed il polacco Rafal Majka, ma spostando lo sguardo in FDJ potremo osservare Thibaut Pinot, lo scorso anno molto bravo al Tour. Attenzione anche in Giant-Shimano, che se con Nikias Arndt cercherà qualche vittoria allo sprint, testerà Warren Barguil per capire cosa vorrà fare da grande. Merita menzione anche il fresco Campione Africano Louis Meintjes, che a Wartburg ha sbaragliato la concorrenza, e con lui occhio in casa Bardiani-CSF. Roberto Reverberi schiera al via una formazione che può far bene in volata (con Sonny Colbrelli o Enrico Barbin), nelle tappe di media montagna (con Enrico Battaglin, ad esempio) ed in salita, con Edoardo Zardini e Francesco Manuel Bongiorno.
Nel ciclismo-spezzatino si corre anche in Algarve.
Contador e Froome di là, Nibali e Joaquiim Rodríguez di là; senza contare la Volta ao Algarve con Davide Formolo, Michele Scarponi, Richie Porte, l'iridato Kwiatkowski. Ed un Fabio Aru che prima del Giro, appuntamento principe per lui, correrà appena una ventina di giorni (alla Parigi-Nizza il debutto del sardo in forza all'Astana). È il lato meno bello del ciclismo, che è sì uno sport che unisce, ma sa dividersi benissimo in tre nazioni ed altrettante corse (se non quando continenti) nello stesso periodo. Privando così l'appassionato di una prima, vera sfida tra tutti gli uomini da corse a tappe.
Francesco Sulas
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