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Introduzione alla Meditazione, di Ambra Guerrucci e Federico Bellini

27/06/14

C’è molta confusione sul termine meditazione, i dizionari la definiscono in genere “Esaminare, fare oggetto di attenta riflessione su un testo, un'idea, un problema. Progettare, tramare qualcosa.” O nella migliore delle ipotesi interpretano questo termine come sinonimo di contemplazione...

In realtà la meditazione non è altro che l’esperienza della nostra più profonda essenza, di ciò che si cela dietro i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni e le nostre emozioni, sprofondare nella parte immortale di noi. L’etimologia di questo termine corrisponde, nel latino usato dai colti, a meditationem, derivato dal verbomeditari, forma intensiva di mederi che significa riflettere, aiutare, curare, una riflessione concepita nell’accezione di ricerca del nostro autentico sé. Il nostro stato quotidiano è lo stato opposto a quello meditativo, viviamo immersi nei nostri pensieri, ricordi, progetti, giudizi. Viviamo in una condizione mentale di continua tensione, la nostra mente è sempre satura di pensieri, perfino quando dormiamo. La meditazione è uno stato che avviene dal momento che la mente tace e in quel silenzio è possibile accedere alla nostra più intima essenza e riorganizzare la psiche e tutti i suoi contenuti. È proprio lo svuotarsi di ogni contenuto esterno che permette alla mente di concentrarsi su se stessa. Quasi tutti su questa terra, veniamo incitati sin dalla più tenera età, dal sistema, a mentire a noi stessi, a crearci false convinzioni per paura di essere feriti o per essere accettati dalle altre persone, questo comportamento, protratto nel tempo diventa un automatismo, rimaniamo a guardare il mondo da dietro la nostra maschera che ci costringe a una percezione distorta della realtà e ci preclude di trovare in noi stessi la gioia inesauribile. Meditando si ripulisce la mente da queste contaminazioni, si giunge ad uno stato di armonia interiore, equilibrio psicofisico, tranquillità e rilassamento, impariamo a focalizzare l’attenzione, sviluppiamo la concentrazione, le capacità analitiche, proviamo gioia incondizionata e si può giungere infine alla più alta vetta di consapevolezza. Questa attività coinvolge l’intero insieme del sé e con la pratica regolare si ottengono: la scomparsa dello stress, miglioramento o addirittura guarigione delle malattie di origine psicosomatica, rafforzamento delle difese immunitarie e porta naturalmente all’espansione di coscienza. Viene sfruttata la concentrazione per: superare il muro di confusione e superficialità che ci impedisce di comprendere la realtà nella sua più totale chiarezza, purificare la psiche dai sentimenti negativi che ci riducono in schiavitù emotiva che ci impedisce di vivere totalmente gli eventi, comprenderne le cause e trovare la naturale consapevolezza che ogni mente “pulita” conosce. La consapevolezza raggiunta con la meditazione ti cambia nel profondo: ti relazioni in modo diverso con le persone che hai intorno, migliora il carattere e la personalità, diventi intimamente cosciente dei tuoi pensieri, dei processi meccanici che governano il subconscio, conduce ad un interpretazione oggettiva dei fatti, fa scaturire profonde intuizioni, si ottiene la chiara comprensione di alcune profonde e importanti verità sulla nostra presenza nel mondo, si comprende la nostra missione individuale e cambia radicalmente il meccanismo di percezione che porta con se la gioia incondizionata dell’essere finalmente liberi. La concentrazione è alla base di ogni tecnica di meditazione, ma sono due concetti fondamentalmente diversi: la prima è una facoltà psichica che molti di noi utilizzano comunemente studiando, leggendo, guardando un film che ci appassiona, considerata in psicologia un tipo particolare di attenzione, selettivamente orientata, al punto di escludere qualsiasi altro stimolo e che consente di allenare la mente a guardare dentro se stessa e di analizzare i contenuti; la seconda ha invece un significato spirituale ed è rivolta alla presa di coscienza con tutte le responsabilità e le difficoltà che comporta. Quando ci si immerge in meditazione è consigliabile abbandonare ogni consapevole aspettativa diretta ad un fine prefissato, centrarsi solo sulla meditazione e vivere ogni attimo in totale accettazione di ciò che accade e si prova.

Tratto da "Il Grande Libro della Meditazione", di Ambra Guerrucci e Federico Bellini, Risveglio Edizioni

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