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L'incredibile storia dei bijoux come accessorio universale

29/12/11

Come nasce l’arte dell’ornamento personale, quali sono stati i primi oggetti per rendere belle e desiderabili le donne, e come in tutto il mondo ci sia stato sempre lo stesso pensiero universale: abbellire il corpo e sedurre.

L’arte dei bijoux nasce nei secoli passati quando si volevano imitare gioielli veri, e a quel tempo i gioielli erano qualcosa di veramente esagerato, erano monumentali e pesanti, non si badava neppure alle quantità di oro, argento e pietre preziose impiegate nella loro costruzione. I gioielli veri venivano commissionati da famiglie come minimo facoltose, se non di stirpe reale o comunque nobile. Il bijou doveva sembrare “quel” gioiello, ovviamente senza averne il valore intrinseco. Qualcuno faceva anche costruire copie di minor valore da utilizzare in situazioni nelle quali non era consigliabile indossare un originale. Con questa premessa si può pensare che il bijou sia una copia senza valore sempre riferita ad un originale di grande valore. Forse all’inizio era così, ma con il tempo il concetto di bijou si è ampliato, ed oggi si hanno delle produzioni che non partono da alcun gioiello prezioso di riferimento, anzi talvolta i materiali utilizzati hanno un valore paragonabile a gioielli che impiegano materiali preziosi. Questo ci deve far riflettere su un’evoluzione che ha snaturato quanto era stato stabilito per convenzione in precedenza. Le vere origini del bijou risalgono a diversi secoli fa’ ma l’origine del bijou come lo conosciamo oggi nasce nel settecento. Non dimentichiamo che ogni gioiello ed ornamento è sempre stato legato al concetto ed ai cliché di bellezza femminile (ma non solo), legato al gioco della seduzione che il possesso e l’utilizzo di simili oggetti poteva esprimere. Nei secoli scorsi, gli artigiani più in gamba ricevevano ordine di costruire copie di gioielli veri anche famosi, sia per motivi legati alla sicurezza (lasciare l’originale ben custodito mentre si sfoggiava un gioiello di grande effetto ma di basso valore), sia per motivi di semplice risparmio economico (cioè sfoggiare un bell’oggetto, ma di basso valore, non avendo alcun corrispondente oggetto di grande valore in custodia). Credo che la possibilità di avere un bel gioiello a prezzi inferiori a quelli originali e preziosi inducesse le donne meno abbienti ad aspirare alla possibilità di indossare gioielli con la capacità seduttiva di normalmente riservati alle donne più nobili. Come dicevo, la natura stessa del bijou oggi è cambiata, quindi non consiste più in una semplice copia di oggetti di valore, ma viene progettato appositamente per nascere così, con materiali diversi dall’oro e dalle pietre preziose, e questo ha indubbiamente rivalutato l’arte del bijou, rendendola di fatto un’arte creativa e ormai sganciata dall’imitazione di opere più costose.
Nella nostra cultura attuale, riusciamo a concepire sia il bijou nato per imitare qualcosa di molto costoso, sia il bijou che viene progettato senza riferimenti ad alcun altro oggetto. C’è da notare che nelle culture ancora più antiche e in quelle tribali, la costruzione di qualsiasi gioiello consiste in un artigianato quasi povero, che contempla l’adornamento della donna (e talvolta dell’uomo) con oggetti che vengono progettati e costruiti direttamente in materiali non ricchi, e talvolta di derivazione naturale come osso, avorio, legno, conchiglie ed altro ancora. Forse l’influenza di queste culture, e l’incontro che esse hanno avuto con la nostra nel corso della storia, hanno determinato la voglia e poi l’esigenza di costruire qualcosa di simile, tenendo ben presente che lo scopo dell’utilizzo non cambiava di una virgola.



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