L’orologio del Microbiota: il tempo modella il nostro ecosistema interiore
Un ecosistema invisibile ci accompagna dalla nascita alla vecchiaia, modificandosi con noi: è il microbiota, regista silenzioso della salute intestinale, mentale e cognitiva.
Il microbiota intestinale non è un’entità statica: si sviluppa, cambia e regredisce in stretta connessione con la nostra biologia e il nostro stile di vita. Dalla vita intrauterina fino all’invecchiamento, questo complesso ecosistema microbico dialoga costantemente con il cervello, influenzando lo sviluppo cognitivo, l’umore e perfino la predisposizione a disturbi neurologici.
In questo articolo approfondiamo l’evoluzione del microbiota lungo l’intero arco della vita e analizziamo le strategie — nutrizionali, integrative e comportamentali — per conservarne l’equilibrio e rallentarne il declino.
Nel corso della vita umana, il microbiota intestinale subisce trasformazioni profonde, che rispecchiano e influenzano l’evoluzione dell’intero organismo. Nei primi anni, questo ecosistema si costruisce in sinergia con lo sviluppo del sistema nervoso centrale; in età adulta raggiunge la massima stabilità e diversità, per poi declinare nella senescenza, contribuendo ai processi infiammatori e neurodegenerativi. Sempre più studi confermano il ruolo chiave del microbiota nell’asse intestino-cervello: le alterazioni del suo equilibrio possono riflettersi sul comportamento, sulle funzioni cognitive e sul rischio di patologie mentali. Questo articolo analizza come il microbiota si modifichi nel tempo, esplorando le sue connessioni con il neurosviluppo e le strategie più efficaci per mantenerlo sano lungo tutto il corso della vita.
Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha messo in luce il ruolo cruciale del microbiota intestinale non solo nella digestione e nel metabolismo, ma anche nella regolazione dell'asse intestino-cervello. La composizione e la funzionalità del microbiota si modificano significativamente lungo l’arco della vita e sono fortemente intrecciate con i processi di neurosviluppo. Questa relazione dinamica e bidirezionale implica che eventi avversi nei primi anni di vita possano compromettere la salute mentale e neurologica anche a lungo termine (Cryan et al., 2019; Borre et al., 2014).
IL MICROBIOTA NEL CORSO DELLA VITA
Il microbiota intestinale si evolve in maniera significativa dall’età prenatale fino alla vecchiaia. Durante i primi tre anni di vita, il sistema microbico è ancora in formazione e presenta bassa diversità; successivamente, in età adulta, diventa più stabile e complesso, mentre nella senescenza tende a semplificarsi, con una ridotta capacità di resilienza (Rodriguez et al., 2015).
PERIODO PRENATALE
Sebbene per lungo tempo si sia ritenuto che l’ambiente uterino fosse sterile, recenti studi hanno suggerito la possibile presenza di microbi nella placenta e nel liquido amniotico (Aagaard et al., 2014). Il microbiota materno, modulato da dieta, stress, infezioni o antibiotici, può influenzare il feto già durante la gestazione, proprio mentre iniziano processi fondamentali del neurosviluppo, come la formazione del tubo neurale, la neurogenesi e la gliogenesi (Marques et al., 2013). Fattori di rischio durante la gravidanza – come infezioni da patogeni, disbiosi o stress materno – sono stati associati a un maggiore rischio di disturbi come autismo, ADHD e schizofrenia (Goehler et al., 2008). In modelli animali, l’esposizione a batteri durante la gestazione ha indotto alterazioni comportamentali significative, tra cui ansia e deficit cognitivi (Hsiao et al., 2013).
IL PERIODO POSTNATALE: COLONIZZAZIONE MICROBICA E SVILUPPO NEUROLOGICO
La nascita rappresenta il primo contatto significativo del neonato con il mondo microbico. La modalità del parto gioca un ruolo fondamentale nella colonizzazione intestinale: il parto vaginale espone il neonato al microbiota materno (vaginale e intestinale), mentre il parto cesareo porta a una colonizzazione da parte di batteri cutanei e ospedalieri, come lo Staphylococcus e il Clostridium difficile, quest’ultimo associato a un maggiore rischio di obesità e disordini neurologici (Dominguez-Bello et al., 2010; Mayer, 2016). Anche l’allattamento al seno rappresenta un fattore cruciale. Il latte materno è ricco di prebiotici – in particolare oligosaccaridi del latte umano (HMO) – che nutrono selettivamente i Bifidobacterium, creando un ambiente favorevole alla colonizzazione da parte di batteri benefici e inibendo i patogeni (Zivkovic et al., 2011). È stato osservato che l’allattamento al seno è correlato a migliori esiti nello sviluppo cognitivo e nei test di intelligenza, anche se la relazione causale con la composizione microbica è ancora da definire pienamente (Kramer et al., 2008).
Nel primo anno di vita, lo svezzamento e l’introduzione di alimenti solidi trasformano ulteriormente il microbiota, che diventa progressivamente simile a quello dell’adulto entro i 2-5 anni (Bäckhed et al., 2015). Questo periodo rappresenta una finestra critica in cui l’ambiente microbico può plasmare in modo duraturo la fisiologia e la neurologia del bambino.
INFANZIA E ADOLESCENZA: VULNERABILITÀ E PLASTICITÀ
Durante l’infanzia e l’adolescenza, il microbiota continua ad adattarsi a numerosi fattori esogeni: uso di antibiotici, infezioni, dieta e stress. L’esposizione a questi elementi può condurre a disbiosi, con possibili effetti negativi sia a livello immunitario che neurologico (Blaser, 2016). Nel frattempo, il cervello in crescita attraversa fasi intense di plasticità sinaptica. L’adolescenza è caratterizzata da pruning sinaptico e da profonde modificazioni molecolari e neurochimiche, che coincidono con una maggiore vulnerabilità allo stress e un rischio elevato di sviluppare disturbi psichiatrici (Paus et al., 2008). Studi recenti suggeriscono che uno squilibrio nell’asse microbiota-intestino-cervello possa essere implicato nell’insorgenza di depressione, schizofrenia, ansia e disturbi alimentari (Sherwin et al., 2018).
ETÀ ADULTA E INVECCHIAMENTO: STABILITÀ E DECLINO
In età adulta, il microbiota raggiunge un profilo stabile e diversificato, capace di resistere a perturbazioni ambientali moderate. Tuttavia, nell’anziano si osserva una progressiva semplificazione della comunità microbica, accompagnata da declino cognitivo, invecchiamento cerebrale e riduzione dell’immunità adattativa (Claesson et al., 2012). Un microbiota alterato può favorire uno stato di infiammazione cronica di basso grado (“inflammaging”), che accelera il declino neurologico e contribuisce allo sviluppo di malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer, oltre a condizioni metaboliche come diabete e osteoporosi (Franceschi et al., 2018). Inoltre, l'invecchiamento compromette le barriere epiteliali, come quella ematoencefalica, facilitando l’ingresso di metaboliti o tossine batteriche nel cervello (Braniste et al., 2014).
STRATEGIE NUTRIZIONALI E INTEGRATORI PER IL MANTENIMENTO DI UN MICROBIOTA SANO E LA PREVENZIONE DEL DECLINO LEGATO ALL’ETÀ
Un microbiota intestinale in equilibrio è essenziale per la salute fisica e mentale. Tuttavia, numerosi fattori – tra cui dieta povera, uso eccessivo di farmaci (in particolare antibiotici), stress cronico e invecchiamento – possono determinare alterazioni disbiotiche. Tali squilibri si associano a infiammazione sistemica, compromissione della barriera intestinale, alterazioni metaboliche e declino cognitivo. Per contrastare questi effetti, è possibile intervenire con strategie nutrizionali e integratori mirati in grado di supportare la diversità microbica e il corretto funzionamento dell’asse intestino-cervello.
DIETA MEDITERRANEA E FIBRE PREBIOTICHE
Numerosi studi epidemiologici e clinici hanno dimostrato che la dieta mediterranea – ricca di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, olio d'oliva e pesce – promuove una maggiore diversità del microbiota e riduce i marker infiammatori (De Filippis et al., 2016). In particolare, l’abbondanza di fibre fermentabili e polifenoli supporta la crescita di batteri benefici come Faecalibacterium prausnitzii e Bifidobacterium spp.
Le fibre prebiotiche, come inulina, fruttoligosaccaridi (FOS) e galattoligosaccaridi (GOS), sono substrati selettivamente fermentati dai batteri intestinali che producono acidi grassi a catena corta (SCFA), fondamentali per la salute dell’epitelio intestinale, il metabolismo energetico e la modulazione del sistema immunitario (Gibson et al., 2017).
Alimenti consigliati: cicoria, aglio, cipolla, banana verde, avena, legumi, carciofi, mele, semi di lino.
PROBIOTICI E SIMBIOTICI
I probiotici sono microrganismi vivi che, se assunti in quantità adeguata, apportano benefici all’ospite.
Tra i ceppi più studiati vi sono:
• Lactobacillus rhamnosus GG: effetti positivi su ansia, depressione e funzione intestinale.
• Bifidobacterium longum: migliora la barriera intestinale e riduce l’infiammazione.
• Lactobacillus helveticus R0052: implicato nella modulazione dell’umore (Messaoudi et al., 2011).
I simbiotici, combinazioni di prebiotici e probiotici, potenziano l’effetto dei singoli componenti e sono particolarmente utili nelle persone anziane, dove la biodiversità intestinale è ridotta.
Indicazioni: uso quotidiano per almeno 4–8 settimane, preferibilmente in cicli stagionali o in concomitanza con antibiotici.
POSTBIOTICI E METABOLITI BIOATTIVI
I postbiotici sono metaboliti prodotti dai batteri probiotici, tra cui SCFA (come l’acido butirrico), vitamine del gruppo B, indoli e peptidi antimicrobici. Queste molecole esercitano azioni neuroprotettive, antinfiammatorie e immunomodulanti (Aguilar-Toalá et al., 2018). Sebbene la ricerca in questo ambito sia ancora in evoluzione, alcuni integratori contenenti acido butirrico o estratti fermentati mostrano promettenti effetti nel rallentare l’invecchiamento cerebrale.
MICRONUTRIENTI ESSENZIALI E ANTIOSSIDANTI
Nutrienti come zinco, vitamina D, vitamina B12, omega-3 e polifenoli naturali (resveratrolo, curcumina, flavonoidi) hanno dimostrato di migliorare la composizione microbica e contribuire alla salute neurocognitiva (Calder, 2015; O'Mahony et al., 2015).
Fonti consigliate:
• Omega-3: pesce azzurro, olio di lino, olio di pesce in capsule.
• Vitamina D: esposizione solare, integrazione orale.
• Polifenoli: tè verde, cacao fondente, bacche, curcuma, vino rosso (con moderazione).
ATTIVITÀ FISICA E RIDUZIONE DELLO STRESS
Non solo la nutrizione, ma anche lo stile di vita influisce sul microbiota. L’esercizio fisico regolare promuove un aumento dei batteri produttori di butirrato e migliora la funzionalità della barriera intestinale. Parallelamente, lo stress cronico è in grado di ridurre la diversità microbica e di compromettere la comunicazione con il sistema nervoso centrale (Allen et al., 2017).
Consigli pratici: yoga, meditazione, camminata veloce quotidiana, attività all’aperto.
NUTRIFLOR® L’ACIDOPHILUS DDS-1 DA ALGA KLAMATH: UN’INTEGRAZIONE SINERGICA PER IL MICROBIOTA E IL CERVELLO
Tra i probiotici più studiati e promettenti per la salute intestinale e neurocognitiva si distingue il Lactobacillus acidophilus DDS-1, ceppo brevettato e oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche. Tale ceppo si è dimostrato efficace nel migliorare la composizione del microbiota, rafforzare la barriera intestinale, ridurre l’infiammazione sistemica e produrre metaboliti benefici come acidi grassi a catena corta e neurotrasmettitori (Prasad et al., 2013).
Una formulazione avanzata di questo ceppo è proposta da Nutrigea con il prodotto NutriFlor® L’Acidophilus DDS-1 da alga Klamath, disponibile su Erboristeria Arcobaleno. Si tratta di un integratore che unisce la potenza probiotica del DDS-1 alla ricchezza nutrizionale dell’alga Klamath (Aphanizomenon flos-aquae), fonte naturale di:
• Ficocianine e clorofilla, potenti antiossidanti e antinfiammatori naturali.
• Neurotrasmettitori precursori (es. feniletilamina, triptofano), utili nella modulazione dell’umore.
• Vitamine del gruppo B, essenziali per la funzione nervosa e il metabolismo cerebrale.
Questa sinergia rende NutriFlor® particolarmente adatto a:
• Supportare il microbiota intestinale in condizioni di disbiosi, stress, uso di antibiotici o invecchiamento.
• Favorire la comunicazione intestino-cervello, migliorando tono dell’umore, lucidità e resistenza allo stress ossidativo.
• Sostenere la neuroprotezione grazie all’azione combinata di antiossidanti e probiotici.
Dosaggio e indicazioni
Secondo le indicazioni del produttore, si consiglia l’assunzione regolare (una o due capsule al giorno) preferibilmente lontano dai pasti, in cicli di almeno 4 settimane, soprattutto in:
• Periodi di stress psicofisico.
• Cambi di stagione o viaggi.
• Età avanzata, per contrastare il declino del microbiota e le infiammazioni associate all’età.
L’integrazione con NutriFlor® può rappresentare un valido complemento naturale alle strategie nutrizionali per la salute dell’intestino e del cervello, specialmente nei soggetti più vulnerabili o in presenza di segni precoci di alterazione dell’equilibrio microbiotico..
L’interazione tra microbiota intestinale e neurosviluppo è complessa, dinamica e bidirezionale. Fin dalle prime fasi della vita, il microbiota influenza lo sviluppo cerebrale attraverso meccanismi che coinvolgono l’immunità, l’infiammazione, la produzione di metaboliti e la modulazione del sistema nervoso enterico e centrale. Intervenire sul microbiota – attraverso dieta, probiotici, prebiotici o strategie di modulazione mirata – rappresenta una delle frontiere più promettenti per la prevenzione e il trattamento di disturbi neurologici e psichiatrici, soprattutto se realizzati durante i periodi critici dello sviluppo.
Il mantenimento di un microbiota sano rappresenta una strategia preventiva e terapeutica fondamentale per promuovere il benessere a ogni età e per contrastare l’invecchiamento cerebrale. Un’alimentazione ricca di fibre, l’uso mirato di probiotici, prebiotici e postbiotici, l’integrazione di nutrienti essenziali, uno stile di vita attivo e la gestione dello stress sono elementi chiave per preservare l’integrità dell’asse intestino-cervello.
Intervenire precocemente e in modo mirato, anche con l’aiuto di specialisti in nutrizione e microbiota, può rappresentare un investimento decisivo nella salute neurologica a lungo termine.
Riferimenti scientifici
1. Aagaard, K. et al. (2014). The placenta harbors a unique microbiome. Science Translational Medicine, 6(237), 237ra65.
2. Anderson, G. et al. (2017). The role of gut microbiota in the development of schizophrenia. Frontiers in Cellular Neuroscience, 11, 118.
3. Bäckhed, F. et al. (2015). Dynamics and stabilization of the human gut microbiome during the first year of life. Cell Host & Microbe, 17(5), 690-703.
4. Borre, Y. E. et al. (2014). Microbiota and neurodevelopmental windows: implications for brain disorders. Trends in Molecular Medicine, 20(9), 509–518.
5. Aguilar-Toalá, J. E. et al. (2018). Postbiotics: An evolving term within the functional foods field. Trends in Food Science & Technology, 75, 105–114.Allen, J. M. et al. (2017). Exercise alters gut microbiota composition and function in lean and obese humans. Medicine & Science in Sports & Exercise, 50(4), 747–757.
6. Calder, P. C. (2015). Omega-3 fatty acids and inflammatory processes. Nutrition, 31(1), 1–6.
7. De Filippis, F. et al. (2016). Mediterranean diet has a strong impact on the gut microbiota and its metabolome. Gut, 65(11), 1812–1821.
8. Prasad, J. et al. (2013). Effect of Lactobacillus acidophilus DDS-1 on gastrointestinal health and immunomodulation. Clinical Nutrition Supplements, 8(1), 44–52.
9. Martirosyan, D. M., & Singh, J. (2015). Aphanizomenon flos-aquae: current knowledge on its composition and potential health benefits. Functional Foods in Health and Disease, 5(7), 230–244.
10. Swanson, K. S. et al. (2020). The impact of probiotics on the gut–brain axis. Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 60(1), 77–91.
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