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Comunicato Stampa

La biodiversità minacciata nella selva del Darién

26/01/11

Il Darién, l'ultima foresta tropicale sudamericana non amazzonica, è minacciata da tre progetti globalisti che potrebbero essere portati a termine per il vantaggio di poche persone.

Il Darién è un territorio forestale di circa 20.000 chilometri quadrati d’estensione, a cavallo tra gli Stati della Colombia e di Panamá. E’ interamente occupato dal bioma della foresta pluviale tropicale, ed è uno dei luoghi della Terra dove vi è la maggiore biodiversità.
In Colombia occupa i dipartimenti di Antioquia e Chocó, mentre a Panamá si sovrappone alle zone indigene di Kuna-Yala, Madugandí, Wargandí ed Embera-Wounaan e ai distretti di Chimán e di Chepo.
Storicamente è importante poiché vi fu costruita la prima città fondata dagli Europei nella terra ferma americana, Santa Maria la Antigua del Darién, nel 1510.
Fu inoltre attraverso le cordigliere del Darién che Vasco Nuñez de Balboa passò nella sua ansia di trovare oro, essendo il primo occidentale a scorgere la costa americana dell’Oceano Pacifico, nel 1513.
Il 25% delle specie di vegetali e animali che si trovano nel Darién è endemico, ovvero unico, non esiste in nessun altro luogo del pianeta.
Gli studi di John Douglas Lynch, professore della Università Nazionale della Colombia, hanno appurato che nella selva del Darién, che da milioni di anni è uno straordinario luogo di passaggio di animali tra il nord ed il sud del continente, vi sono almeno 550 specie di vertebrati, 113 di pesci e 60 di anfibi (si pensi che nell’intera Europa vi sono in tutto 40 specie di anfibi).
Il fiume più importante del Darién è il Rio Atrato (che sbocca nel golfo di Urabá, nl Mar Caribe), che sebbene non sia particolarmente lungo (750 chilometri), ha una portata d’acqua all’estuario di ben 4700 metri cubi al secondo: ciò significa che è il fiume dalla portata d’acqua più grande al mondo in relazione alla sua lunghezza. Questa immensa quantità d’acqua deriva dall’altissima pluviosità del Darién: durante l’anno cadono in media 10.000 millimetri d’acqua, il che significa che questa area d’America è una delle più piovose del mondo.
All’interno di questo paradiso incommensurabile vi è, nell’area soggetta alla sovranità della Colombia, il parco nazionale del Los Katiós, (esteso 720 chilometri quadrati).
Nell’area soggetta alla sovranità di Panamá, invece, vi è il parco nazionale del Darién (esteso ben 5970 chilometri quadrati), oltre alla riserva della biosfera del Darién, la riserva naturale Punta Patiño, il territorio protetto Brage e due zone indigene Emberá.
All’interno di questi parchi vi sono giaguari, cervi, rari pipistrelli (come per esempio il Noctilio Leporinos), tapiri, canidi della selva (Speothos venaticus), scimmie urlatrici, e una numerosa varietà d’uccelli multicolori, come i guacamayos (pappagalli del genere Ara), e l’aquila arpia.
I botanici hanno calcolato che vi sono oltre 700 specie di fiori, facenti parte di 116 differenti famiglie.
Come sappiamo nessun’arteria stradale (né ferroviaria), attraversa la selva del Darién poiché la famosa carrettera panamericana finisce nel paese di Chigorodó, in Colombia, mentre a Panamá s’interrompe a Yaviza.
Pertanto non esiste nessun collegamento via terra tra il Sud e il Nord America.
Per alcuni opinionisti sono gli Stati Uniti che non hanno mai dato il via libera per la costruzione di detta arteria, in quanto con una strada attraverso il Darién, si incrementerebbe il flusso di immigrati dal Sud America.
Il governo di Panamá si è opposto alla costruzione della strada, adducendo motivi di carattere ambientale.
Secondo vari gruppi d’ambientalisti, la distruzione di parte della foresta primaria per costruire la strada e connettere così la Colombia con Panamá e quindi il Sud con il Nord del continente, sarebbe una sciagura, in quanto causerebbe la contaminazione totale dell’area.
A mio parere la costruzione di una strada sarebbe un disastro di proporzioni inimmaginabili, poiché non solo si dovrebbero distruggere migliaia d’ettari di foresta, ma il conseguente ed inevitabile arrivo di persone lungo la strada che aprirebbero chioschi per la vendita di cibo, vestiti ecc, soprattutto nella zona della frontiera, aumenterebbe a dismisura la contaminazione delle zone di selva attigue all’arteria.
Sembra però che la costruzione della cosiddetta Transversal de las Americas, che dovrebbe connettere Paraguachon, al confine Colombia-Venezuela, con il confine Colombia-Panamá, sia stata già decisa.
Esiste anche il progetto di costruire una via ferrea attraverso il cosiddetto Tapon del Darién (tappo del Darién), presentato da NAWAPA (North American Water and Power Alliance).
Questo progetto è antico, essendo stato proposto per la prima volta dal presidente degli Stati Uniti William Mckinley (1897-1901), però fino ad oggi non è stato implementato.
Nel 2008 l’ingegnere statunitense Hal Cooper ha presentato due tracciati indipendenti per l’ipotetica via ferrata: uno occidentale, che sarebbe attiguo alla strada, ed uno orientale, molto più vicino alla costa, dove sorge la cittadina di Capurganá. La necessità di costruire ben due ferrovie, secondo Cooper, deriva dal fatto che il tracciato occidentale, che attraverserebbe il parco nazionale del Darién, nel territorio panameño, potrebbe essere soggetto ad inondazioni, mentre il tracciato orientale, sarebbe libero da allagamenti ma presenterebbe un altro tipo di rischio, quello geologico, in quanto costruito sulla cordigliera (Serrania del Darién).
I promotori del progetto sostengono che l’idea ambientalista non è fondata poiché il danno alla selva sarebbe minimo. Inoltre sostengono che la politica di mantenimento e preservazione d’immense aree di selva potenzialmente ricchissime, non permettono il necessario sviluppo degli Stati sudamericani.
Il terzo progetto globalista che potrebbe stravolgere per sempre i delicati equilibri di quest’oasi di foresta pluviale tropicale è la costruzione (per ora solo ipotetica), di un canale interoceanico in territorio colombiano,attraverso il Rio Atrato e il suo affluente Truendó. La parte di cordigliera da sbancare per giungere all’Oceano Pacifico sarebbe relativamente corta, circa 80 chilometri.
Sarebbe un canale dove potrebbero transitare navi più grandi di 65.000 tonnellate di stazza, per ora il limite massimo per il canale di Panamá.
Questi progetti resteranno solo sulla carta o saranno portati a termine?
Inoltre, qual’è il vero scopo di opere così faraoniche? Per esempio il treno, (se sarà costruito), sarà un mezzo pubblico, quindi con biglietti a basso prezzo, e tariffe di trasporto merci economiche, o sarà un mezzo privato, non utilizzabile da passeggeri, che avrà come fine ultimo solo quello di trasportare materie prime nel Nord America, e quindi sarà un mezzo la cui utilità sarà destinata a poche imprese globali?



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