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La filosofia del Low-Cost oggi

30/10/11

Ormai consolidata la moda del low-cost, croce e delizia dei consumatori, propone l’accessibilità a beni e servizi che diversamente in molti casi non potrebbero essere acquistati, ma che dire della qualità? Vale la pena spendere meno oppure “chi più spende meno spende”? Facciamo un tour in questo grande e interessante mercato

Il low cost è un fenomeno ormai consolidato in tutte le economie, sia europee che a livello mondiale, e il suo principio non è affatto complicato: si tratta di mettere a disposizione del pubblico beni o servizi che normalmente hanno prezzi più alti, a prezzi convenienti. Teoricamente la qualità dovrebbe rimanere la stessa, e il prezzo dovrebbe essere più basso per altri motivi, ma qualche volta il low cost diminuisce il prezzo di un prodotto o di un servizio, diminuendo più o meno drasticamente la qualità. Questo è il principale motivo della diffidenza che può manifestarsi da parte di alcuni verso il low cost.
Vediamo adesso quali sono i settori in cui il low cost è più diffuso. Il settore dell’automobile è quello che ha creato più scalpore nel proprio mercato, dato il potenziale risparmio che può generare. Il fenomeno Dacia insegna, si può avere un’auto decente a prezzi veramente bassi. Anche l’elettronica aveva iniziato a vendere con un “ramo” low cost, poi questo settore ha proseguito la sua corsa abbassando drasticamente i propri prezzi di vendita, adesso possiamo affermare che tutti gli articoli elettronici si vendono con una politica low cost. Altro settore è quello dei Discount, cioè quei supermarket che vendono gli stessi prodotti presenti nei supermercati di grandi catene, ma con prezzi inferiori. Qui la differenza di prezzo dovrebbe essere giustificata dall’impiego di un minor numero di persone, ad esempio si riesce a risparmiare il personale che allestisce gli scaffali e mantiene i prodotti sempre presenti sui ripiani mettendo direttamente gli scatoloni in pila nella superficie espositiva, talvolta evitando addirittura l’uso di scaffali.
Da alcuni anni si è delineato anche un altro tipo di mercato low cost, con risparmi a dir poco stratosferici, vale a dire garantendo un risparmio minimo del 50%, e mantenendo una media del 60%. Sono cifre importanti e si riferiscono al turismo medico, sia estetico che odontoiatrico. In questo settore si è creata una grande “fetta” di consumatori che si rivolgono a strutture estere per gli interventi di chirurgia estetica e per curare il proprio sorriso. Sorriso che rimaneva per molto tempo sulla bocca di questo piccolo esercito di oltre venticinquemila italiani, proprio grazie al sostanzioso risparmio nella spesa per curarsi. Anche qui possiamo domandarci se per avere un così grande risparmio si dovesse rinunciare alla qualità, ma ci sono diversi aspetti di cui tenere conto.
Si rileva che talvolta i siti dei dentisti low cost sono scritti in un italiano non sempre corretto, e che non si possono conoscere bene i dentisti che avranno cura della nostra bocca senza partire per un viaggio “esplorativo”. Ma questo non significa necessariamente che l’intervento low cost all’estero non sia veramente conveniente. In qualche caso ci sono delle società o agenzie italiane che si occupano direttamente delle trasferte, offrendo delle garanzie sulle strutture e sui professionisti esteri.
Altri fattori di cui si deve tenere conto nella scelta del dentista estero sono: la sua reale qualifica, la condizione igienica (sterilizzazione, riutilizzo ecc.) della sua strumentazione, la certificazione scritta ed evidente dei materiali che utilizza, e per finire la responsabilità dell’intervento. Ma di solito queste qualifiche risultano presenti, e non è la loro mancanza a determinare un prezzo inferiore. Di solito invece accade che all’estero la vita costa molto meno che in Italia, le tasse sono molto inferiori, e ovviamente gli interventi dei dentisti godono di questo vantaggio, arrivando a costare molto meno. Non si spiega altrimenti la soddisfazione di oltre 25.000 persone che sono andate all’estero pubblicizzando questo mercato low cost e spingendo ancora altre persone a recarsi all’estero, e contribuendo ad allargare l’area e la portata del turismo sanitario low cost.



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