"La vita inutile", il nuovo romanzo di Enzo Filosa, nelle ICI EDIZIONI dirette da Roberto Pasanisi
"La vita inutile" condensa almeno due grosse qualità dell’autore: organizza i personaggi e gli eventi in un intreccio avvincente e sapiente che non va mai a discapito della scorrevolezza della lettura e sa traslare la storia dalla finzione letteraria ad un livello più alto trascinando il lettore ad una meditazione sulla propria vita. (Daniele Coffaro, Università di Palermo)
"La vita inutile" condensa almeno due grosse qualità dell’autore: organizza i personaggi e gli eventi in un intreccio avvincente e sapiente che non va mai a discapito della scorrevolezza della lettura e sa traslare la storia dalla finzione letteraria ad un livello più alto trascinando il lettore ad una meditazione sulla propria vita. Talvolta l’autore porge massime come si trattasse di una raccolta di pensieri sull’esistenza. Quello di Enzo Filosa è pienamente romanzo. Il narratore piega le profonde riflessioni dei personaggi ad una costruzione che spinge il lettore a voler quasi divorare il testo, nel bisogno di sapere come si svolgono i fatti, cosa succede nella vita dei personaggi, quali considerazioni il protagonista elabora e tutto ciò viene percepito come specchio di significati universali, ovvero come utili occasioni per meditare su eventi e stati interiori. Colpiscono i dialoghi che si agglomerano intorno a momenti focali del testo nei quali è possibile scorgere il significato più profondo della riflessione di Enzo Filosa sulla vita. Le espressioni più toccanti catturano il lettore per la loro colorita sintesi e poggiano sugli equilibri tra uso del lessico e toni. Le capacità descrittive e il pathos convivono insieme ad una lucida rappresentazione dei sentimenti e dei ragionamenti umani sottoposti a sofferto travaglio. La ricerca di un appagamento reale, sebbene inizialmente negata dal protagonista che «si svegliò d’improvviso» (l’incipit del romanzo richiama un certo risveglio della coscienza alludendo quindi ad un periodo di precedente dormienza), avverte che qualcosa nella sua vita è possibile che accada. Tommaso, si rende conto in qualche modo che la sua vita è costruita sulla ripetizione di sbiaditi moduli di comportamento, di passioni affievolite e di routine che fungono da gabbia protettiva per chi, come lui, ripensa sia alla sua iniziale passione per la politica ridotta sino ad un certo punto della sua esistenza a mero esercizio della carica; sia ad un amore, quello con Marta, che viene descritto come facente parte di un «futuro murato». Ma anche il rapporto col fratello Giovanni non ha mai concesso aperture a dialoghi veri. Eppure, a distanza di anni la politica con le sue esigenze elettorali tiene i due fratelli fianco a fianco e un caso a «difesa dei lavoratori» tira fuori il protagonista dall’accidia per ribattezzarlo vivo e liberamente convinto di prendere decisioni non scontate, non lineari e non suggerite da altri. Le scelte che Tommaso ha fatto in passato, e che almeno inizialmente sembravano poter reggere come salda impalcatura la sua vita, alla luce della morte di alcuni importanti personaggi del romanzo e sopratutto dell’incontro con Angela prima e con Mara poi, vengono lucidamente rivisitate o meglio, ritornano come impellente carica che mostra senza delicatezze la vacuità della vita del protagonista e di contro la necessità di un vero amore. Il narratore costruisce con incisiva capacità il reticolo di vissuti, di emozioni e di considerazioni dei personaggi e dei loro interrogativi interiori, accompagnando il lettore verso l’accoglimento da parte di Tommaso di un convincimento che risponde alla domanda: quanta vita ha pervaso la sua esistenza? Marta, che lo conosce bene, si rivolge così a Tommaso: «hai cinquant’anni e devi trovare ancora la tua via». I temi dell’amore e della morte, dell’appiattimento e del “risveglio”, del passivo accomodamento e della libera decisione, della sofferenza e della malattia, del sentimento religioso e del senso della vita si intersecano nelle quattro parti che compongono La vita inutile combinandosi sino a dare una conclusione inaspettata ed epifanica.
Daniele Coffaro
Università di Palermo
Enzo Filosa è nato a Napoli nel 1949 e ha insegnato Lettere nella provincia di Pistoia. Coltiva da tempo la passione della scrittura e ha già pubblicato tre romanzi: La picta (1988) e Il romanzo impossibile (1991) nelle edizioni Bollati Boringhieri di Torino; La qualità del tempo (2009) per Fogli d’album de La Fortezza di Firenze. Suoi sono anche un poemetto Duetto d’amore (2001) pubblicato nella rivista “Paragone”, 2000 nn. 30-31-32, e una silloge di poesie Il tempo stretto, nella rivista elettronica “Arcipelago Itaca” III Apparizione, www.arcipelagoitaca.it.
Il romanzo La vita inutile, come scrive Daniele Còffaro nella Prefazione « è pienamente ‘romanzo’. […] piega le profonde riflessioni dei personaggi ad una costruzione che spinge il lettore quasi a voler divorare il testo, nel bisogno di sapere come si svolgono i fatti, cosa succede nella vita dei personaggi, quali considerazioni il protagonista elabora e tutta la narrazione viene percepita come lo specchio di significati universali; ovvero come utili occasioni per meditare su eventi e stati interiori. »
L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (www.istitalianodicultura.org; ici@istitalianodicultura.org), in collaborazione con la rivista internazionale di poesia e letteratura “Nuove Lettere” (da esso edita), pubblica cinque collane editoriali: due di poesia (entrambe dirette da Roberto Pasanisi: una intitolata Lo specchio oscuro, l’altra — di plaquette — intitolata Nugae), due di narrativa (una già diretta da Giorgio Saviane ed intitolata La bellezza; l’altra — di plaquette — diretta da Roberto Pasanisi ed intitolata Gli angeli) ed una di saggistica letteraria (già diretta da Franco Fortini ed intitolata Lettere Italiane). Le ICI Edizioni Elettroniche pubblicano tre collane di libri elettronici: una di poesia (Adriana), una di narrativa (La Cittadella) e una di saggistica (Neapolis).
Il Comitato di lettura delle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI Edizioni) è costituito da Constantin Frosin (Lingua e letteratura francese, Università “Danubius”, Galaţi; scrittore), Antonio Illiano (Lingua e letteratura italiana, University of North Carolina at Chapel Hill), Roberto Pasanisi (direttore dell’Istituto Italiano di cultura di Napoli; scrittore), Mario Susko (Letteratura americana, State University of New York, Nassau; scrittore), Násos Vaghenás (Teoria e critica letteraria, Università di Atene; scrittore) e Nguyen Van Hoan (Letteratura italiana e Letteratura vietnamita, Università di Hanoi).
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