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Lettera a Guglielmo Epifani

18/11/08

Un delegato Fismic, in sciopero della fame da oltre una settimana, scrive a G. Epifani Segretario Generale della Cgil.

Egr. Dott. Guglielmo Epifani
Segretario Generale della Cgil,

chi Le scrive è Marco Mestichella Delegato RSU Fismic della Società Techno Sky di Roma.

Mi permetto di scriverLe partendo proprio dalle parole con le quali Lei stupidamente escluso, a differenza di Cisl e Uil, da un incontro con il Governo, ha denunciato con forza una evidente mancanza di democrazia e di trasparenza.

Sul Corriere della Sera, del 14 Novembre u.s. Lei prosegue affermando, giustamente, che gli incontri (immagino, tutti gli incontri ed a qualsiasi livello) debbano avvenire con tutte le organizzazioni sindacali rappresentative senza precisare, senza chiarire, se intende solo le organizzazioni confederali o anche quelle autonome.

Per il ruolo che Lei riveste non credo Le possa essere sfuggito che ci sono organizzazioni non confederali che, come nel nostro caso, hanno firmato i contratti nazionali esattamente come ci sono organizzazioni confederali (la sua ad esempio) che non ha firmato taluni contratti o accordi.

Pur verificando tale evidente paradosso non posso non farLe notare che, come Lei sa, l’esito favorevole di una azione di lotta sindacale di un’organizzazione, che alla fine riesce a stipulare un contratto collettivo, possa certamente essere indicativo del carattere effettivamente rappresentativo dell’associazione sindacale, così come la mancata stipulazione del contratto - per un insuccesso della lotta o per una libera scelta dell’organizzazione sindacale - non può eliminare il dato di una rappresentatività invece esistente e ragguardevole tra i lavoratori di una data categoria o tra i lavoratori addetti all’unità produttiva.

Rammento tutto ciò perché, a mio avviso, il criterio selettivo che è dato ricavare dal testo attuale dell’art. 19, così come modificato dal referendum del 1995, si rivela inidoneo “se è possibile che, ove anche tutti i lavoratori addetti ad un’unità produttiva si riconoscano in un sindacato, questo non abbia alcuna possibilità di accesso alla tutela privilegiata nel caso in cui il datore di lavoro rifiuti la stipulazione di qualsiasi contratto collettivo, vuoi regolando il rapporto con plurimi contratti individuali, vuoi applicando esclusivamente il contratto collettivo nazionale stipulato da un sindacato nazionale che non raccoglie consensi nell’unità produttiva, scegliere con chi trattare e raggiungere un accordo, e per questa via può determinare di accordare tutele e benefici a quella sigla sindacale piuttosto che all’altra.”

Da tale indicazione ne deriva la conseguenza per cui se la rappresentatività è evidente, in ragione del consenso proveniente da parte dei lavoratori, neppure la mancata stipulazione del contratto collettivo può costituire impedimento all’esercizio della rappresentanza dei lavoratori in sede negoziale.
Figuriamoci, dunque, se il contratto nazionale è stato, come nel nostro caso, firmato.
Trovo, francamente, singolare che, solo oggi, Lei si accorga della possibilità che talune organizzazioni sindacali pongano in essere atteggiamenti che potremmo definire antisindacali e certamente non trasparenti, né plurali, proprio nei confronti di un’altra O. S.
Ad oggi, infatti, anche una sua O.S. di categoria - la Fiom Cgil - con la aperta complicità della Fim - Cisl e Uilm - Uil, non ha disdegnato (e non disdegna tutt’ora) di tenere ben lontano dal tavolo delle trattative la Fismic con la scusa che non è una organizzazione confederale (è, infatti, autonoma) anche se è firmataria del contratto nazionale dei metalmeccanici e di centinai e centinaia di accordi aziendali ed è ben presente nel mondo del lavoro.

Per questo motivo, la informo che a partire già dal 10 Novembre 2008, il sottoscritto, ha iniziato uno sciopero della fame proprio in difesa di quel pluralismo, della democrazia e di quella trasparenza che lei ora sta, per certi aspetti, rivendicando nei confronti delle altre organizzazioni.

Credo che possa facilmente immaginare cosa significhi per una organizzazione sindacale firmataria del CCNL dei metalmeccanici, essere estromessa dai tavoli di trattativa, non solo a livello territoriale, ma anche nazionale.
Se ci si impegna per realizzare incontri (ed accordi) separati ci sarà pure un motivo non Le pare ?

Il problema che si pone è, per farla breve, di democrazia sostanziale rispetto alla quale Le chiedo di intervenire almeno nei confronti della sua organizzazione di categoria per far cessare un comportamento discriminatorio e lesivo del diritto al libero svolgimento dell’attività sindacale.

Sono a tal punto mortificato per non poter, correttamente, tutelare i miei iscritti (che nella mia Azienda in Roma, sono la maggioranza) e tutti i lavoratori che ho deciso di affrontare questo gesto estremo proprio ne tentativo di salvaguardare il pluralismo e la democrazia nel sindacato.

Mi permetto di chiederLe se intende continuare a far finta di nulla o se invece intende prendere una posizione invitando la sua OO. SS. di categoria a dare lo spazio che meritano anche ad altre sigle sindacali comparativamente rappresentative del mondo del lavoro.

Non sarò certamente io a doverle ricordarle che il referendum popolare del 1995, ha sancito l’abrogazione di quella che un tempo era definita “maggiore rappresentatività” con la quale, le OO. SS. confederali si “arrogavano”il diritto di rappresentare l’intero mondo del lavoro.

Oggi Fim Fiom e Uilm non sono più i soli rappresentanti dei lavoratori essendo nate, nel frattempo, molte altre organizzazioni sindacali (il cui consenso cresce di giorno in giorno) e, come lei sa bene, esse hanno tutti i diritti sanciti dalle leggi, dai contratti e dalla nostra carta costituzionale (ed anche, aggiungo io, dal buon senso).

Con la protesta, che sto portando avanti con determinazione spero, dunque, che si possa, finalmente, attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica su questo importante argomento.

Mi permetto di ricordarLe che il significato del termine autonomo è: che gode di autonomia, oppure, che agisce con autonomia; oppure ancora, che è in grado di provvedere autonomamente alle proprie necessità, nonché, non condizionato da altri fattori.

Non è dunque né una parolaccia né un qualcosa che è contrario alla democrazia.

Confesso che sono iscritto alla Fismic perché fortemente deluso del comportamento, troppo spesso ormai antisindacale ed antidemocratico, delle grandi organizzazioni confederali.

Sono, dunque, determinato e fermamente deciso a portare avanti questa mia “lotta”, per ricordare a tutti che se, una volta, le grandi organizzazioni sindacali, lottavano per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori oggi negano, spesso, quegli stessi diritti ad altre organizzazioni (perché autonome) dietro le quali vi sono, peraltro, migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori, di tutte le categorie professionali.

Sono certo, che avrà modo di riflettere su questo problema dandogli una spinta positiva proprio in direzione di una maggiore trasparenza e lealtà ma, se così non fosse, resterei nuovamente deluso dovendo, probabilmente, concludere che anche Lei non riconosce più, questi temi, come principi cardine del sindacato.

Mi rivolgo a Lei, ora, non come un delegato di altra O. S. ma come semplice lavoratore che, senza presunzione alcuna, Le chiede un confronto sereno e dialettico su un tema vitale per l’esistenza stessa del sindacato in una fase in cui gli spazi di democrazia nella società e nel mondo del lavoro si vanno fortemente restringendo.

Non si renda, per favore, complice di tale disgraziato evento consentendo l’esclusione, dai tavoli negoziali, di organizzazioni che hanno l’unica colpa di non riconoscersi più in Cgil, Cisl Uil.


Cordialmente.


Marco Mestichella
R.S.U. Fismic – Techno Sky - Roma

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