SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Leucemia linfatica cronica: ‘Da malattia inguaribile a sopravvivenza che supera oggi i 10 anni dalla diagnosi, grazie alle nuove scoperte, aspettativa e qualità della vita enormemente cresciuta’

30/11/20

Ogni anno si diagnosticano nel mondo circa 400 mila nuovi casi di leucemia. In Italia si parla di circa 1.600 nuovi casi l’anno tra gli uomini e 1.150 tra le donne Leucemia linfatica cronica: ‘Da malattia inguaribile a sopravvivenza che supera oggi i 10 anni dalla diagnosi, grazie alle nuove scoperte, aspettativa e qualità della vita enormemente cresciuta’

Padova, 27 novembre 2020 – La leucemia linfatica cronica (LLC) è una neoplasia ematologica che consiste

in un accumulo nel sangue, nel midollo osseo e negli organi linfatici, di linfociti B, che hanno subito una

trasformazione maligna. Rappresenta la leucemia più comune nel mondo occidentale tipica nell’anziano,

con una età media alla diagnosi attorno ai 70 anni. Circa la metà di questi, presenta varie altre patologie

associate, rendendo il trattamento più complesso. Per questo la scelta di quando intervenire e la scelta

dell’appropriata terapia, rappresentano passaggi chiave per la cura di questi pazienti e per la sostenibilità del

sistema. Di questo si è parlato al webinar ‘Leucemia linfatica cronica. Malattia sempre più cronicizzata: quali

nuovi percorsi di cura?’, organizzato da MOTORE SANITA’, grazie al contributo incondizionato di ABBVIE.



“La terapia attuale della leucemia linfatica cronica sta cambiando i modelli organizzativi nella gestione del paziente con

questa malattia. Si è passati da regimi contenenti chemioterapici e pertanto con gestione in ambiente di day-hospital

a regimi terapeutici senza chemio e di conseguenza gestibili ambulatorialmente. Una buona parte di questi pazienti non

necessita di soffermarsi per ore in Ospedale per eseguire terapie. Questo sta determinando una maggior tollerabilità da

parte dei pazienti stessi verso questa malattia, che viene vista come malattia cronica. Inoltre, le terapie con nuovi farmaci

vanno ad impattare in misura minore sulla qualità di vita, permettendo al paziente stesso, seppure talvolta anziano, di

gestire in modo autonomo la sua malattia. Nell’attuale contesto temporale, riuscire a risparmiare la somministrazione di

farmaci chemioterapici a questi pazienti ha una rilevanza notevole nel ridurre l’esposizione del paziente a patologie infettive

quali il Covid-19, considerata l’immunodeficienza che spesso si associa a questa patologia”, queste le parole di Livio Trentin,

Professore Associato Confermato Med/15 Malattie del Sangue, Università degli Studi di Padova

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