SOCIETA
Comunicato Stampa

Limite alla genitorialità a ogni costo

26/01/17

Dopo il Parlamento di Strasburgo e il Consiglio d’Europa, anche la Corte europea dei diritti umani si è espressa contro il ricorso alla surrogazione di maternità per soddisfare il desiderio di diventare genitori, sottolineando che si diventa mamma e papà non in forza di un progetto e di un desiderio.

FotoLa natura si può tentare di eludere, i diritti umani fondamentali no, non del tutto, non ancora, finché ci sono legislatori e giudici in grado di riconoscere quel che c’è di insuperabile nelle relazioni umane e in particolare all’interno di quelle che parlano della nostra essenza, collocate come sono al suo stesso cuore.

A chi legifera e a chi giudica la Corte europea ricorda che non si mercanteggia sulla vita umana, perché c’è in gioco ciò che siamo disposti a diventare come società, persone, progetti di comunità. Assecondare ogni istanza che emerge dalla collettività solo perché nuova e tecnicamente percorribile è ciò che deve rassegnarsi a fare ogni giudice? Strasburgo ha risposto di no, ha detto che ci sono diritti che vengono prima di ogni pur comprensibile sogno.

Attorno al diventare madri e padri, al concepire e al nascere è doveroso che la giustizia – e quella sovranazionale a maggior ragione, considerata la fragilità di leggi soggette in molti Paesi all’influsso di diritti presunti e interessi concreti – stenda un recinto protettivo, sensibile ai tentativi di cambiare con pesante pressione politico-mediatica il profilo dell’umano solo perché c’è chi desidera rendere lecito tutto ciò che è tecnicamente ed economicamente possibile.

I contratti di noleggio di un ventre materno per un pugno di dollari in Paesi dove mettere al mondo il figlio di altri può voler dire rifiatare dalla miseria sono autentiche riduzioni in schiavitù, ripugnanti alla coscienza di qualsiasi essere umano che non contempli l’esistenza di un povero pezzo di umanità al servizio dei più 'ricchi'.



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