ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Ma quale «tassa sugli ascensori». Il provvedimento censirà solo gli impianti più vecchi e gli interventi saranno mirati

02/03/16

La polemica tra Confedilizia ed il Ministero dello Sviluppo Economico non si placa. Ecco, in anteprima, il dossier informativo dell’ANACAM per fare chiarezza.

FotoCosa bolle in pentola? Circa un settimana fa la Confelidilizia, anticipa a mezzo comunicato stampa, un provvedimento secondo cui il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) avrebbe intenzione di emanare un nuovo D.P.R., in linea con la Direttiva Europea sugli ascensori, con il quale imporrebbe ai proprietari di impianti ascensoristici la verifica straordinaria degli stessi, attribuendo ai tecnici abilitati ad effettuarla, la facoltà di prescrivere una serie di costosi interventi a carico degli stessi proprietari. Secondo quanto anticipato da Confedilizia “l'obbligo ad eseguire verifiche e dunque interventi manutentivi per garantire la massima efficienza e sicurezza dell'apparecchio, può definirsi una vera e propria “tassa sugli ascensori” che inciderebbe in maniera non indifferente sull'economia familiare che ha visto da poco allentare la pressione fiscale con l'annullamento della TASI sulla prima casa”.
La prima reazione del MISE. Le smentite del Ministero, su quanto riportato dagli organi di stampa, non si sono fatte attendere. I,fatti il Ministero è subito intervenuto, con una nota, precisando che: non ci sarà alcuna verifica straordinaria sugli ascensori, "bensì controlli di sicurezza da svolgersi nell'ambito della prima verifica ordinaria utile. Una maggiore attenzione sarà concentrata solo gli per impianti molto vecchi installati prima del 1999. Inoltre si precisa che la proposta del ministero si concentra sui mezzi entrati in funzione prima dell'applicazione delle relative direttive europee in materia che hanno aumentato i requisiti di sicurezza per gli impianti. Tali ascensori, ove la proposta sia condivisa e approvata dal Governo, saranno verificati "non solo con riferimento ai requisiti vigenti all'epoca, ma anche con riferimento ai più importanti requisiti di sicurezza introdotti successivamente, ad esempio per la precisione della fermata e il livellamento fra cabina dell'ascensore e piano, ovvero per la protezione dai rischi di schiacciamento delle porte motorizzate". Il Mise precisa che i nuovi controlli per il parco ascensori meno recenti non sono previsti nella Direttiva europea che deve essere approvata, ma tale intervento è stato oggetto di una Raccomandazione Europea, n° 216/95 95 che è stata già attuata dalla maggior parte dei Paesi europei
La seconda reazione. In un secondo comunicato stampa, al fine di placare ulteriormente le polemiche, il MISE precisa che: “la bozza di provvedimento all’esame del Ministero (non ancora discusso dal Consiglio dei Ministri) prevede soltanto il recepimento di una Direttiva UE del 2014 sulla sicurezza degli ascensori. Tale Direttiva stessa richiama espressamente una raccomandazione del 1995 sugli impianti più vecchi, ovvero quelli installati prima del 1999 (cioè l’80% circa del parco italiano), alla quale si è già adeguata la maggior parte dei grandi Paesi europei”. Infine il Ministero ha specificato che lo schema di decreto al quale stanno ancora lavorando prevede che entro i prossimi due anni un apposito nuovo provvedimento dovrà censire gli impianti più vecchi per stabilire - dopo aver coinvolto Parlamento, Regioni e tutti gli operatori economici interessati - casi, tempi e modalità per gli eventuali interventi necessari per l’adeguamento ai requisiti di sicurezza minimi in vigore in Europa.
La posizione dell’Anacam. Immediata è stata la presa di posizione di una delle più autorevoli associazioni di categoria. Al fine di fare chiarezza e sopire inutili allarmismi, hanno diramano un apposito dossier informativo, in cui viene spiegata la “realtà dei fatti”ovvero:
• l’obbligo di manutenzione e di verifiche periodiche fa sì che gli ascensori siano tenuti in condizioni di efficienza e sicurezza, se manutenuti a regola d’arte (non solo verifiche semestrali, ma anche visite di manutenzione preventiva in funzione delle esigenze dell’impianto;
• ogni impianto è sicuro rispetto ai requisiti di sicurezza richiesti all’epoca della sua installazione, quindi è una sicurezza relativa e non aggiornata ai canoni di sicurezza attuali;
• gli impianti ante 1999 che non sono stati sottoposti ad interventi di adeguamento, anche se manutenuti secondo la legge, sono comunque pericolosi;
• quando rilevano tali situazioni di rischio, i verificatori biennali non possono prescrivere gli interventi di adeguamento perché non c’è nessuna legge che lo preveda: è questo il motivo per cui è stato inserito l’art. 19-bis nel provvedimento del Ministero;
• l’Europa non ha imposto questi interventi di adeguamento non perché non li ritenga indispensabili, ma perché la loro imposizione non rientra tra i poteri che i Trattati assegnano alle Istituzioni europee.
• sono quasi 21 anni che l’Europa aspetta che l’Italia si decida ad innalzare il livello di sicurezza dei suoi vecchi ascensori
Quindi, secondo L’Anacam “quella della “tassa sull’ascensore” è, una vera e propria “bufala” mediatica, propalata senza scrupoli da chi, evidentemente, non ha nessun rispetto per la sicurezza che deve comunque essere garantita a tutti gli utenti degli ascensori, indipendentemente dal fatto che l’impianto su cui si trovano a viaggiare sia stato installato nel 1930, nel 1975 o nel 2016. Il provvedimento all’esame del MiSE è un atto dovuto a tutela della salute e sicurezza dei cittadini, con risvolti positivi anche per la riduzione dei costi sociali, a carico dell’intera collettività, derivante dall’implementazione degli interventi di adeguamento e dalla conseguente riduzione di incidenti ed infortuni”.



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