Max racconta il calcio fiorentino
Antenato del football, gioco dalle antiche tradizioni che rimanda a Carlo V
«Io ho due denunce e una condanna a due anni per rissa aggravata. Le regole attuali proibiscono i combattimenti due contro uno e tutti quelli di gruppo. A partire da 2 contro 2 si tratta già di una rissa di gruppo. Ma la legge non deve immischiarsi con questo gioco; la legge deve restare fuori». Non siamo a Scampia. Non siamo in una gabbia di MMA. Siamo a Firenze, il giorno di San Giovanni Battista e chi parla è Francesco Palazzi, capitano dei Rossi, una delle quattro contrade del Calcio Fiorentino, intervistato da MAX, da giovedì 6 settembre in edicola, su iPad e online su max.gazzetta.it, il nuovo canale di Gazzetta.it “Altre passioni”.
Le regole sono semplici… non esistono regole: portare la palla nel campo avversario aprendosi la strada a mazzate, punto. Massimiliano Petragallo, un altro dei lottatori/giocatori però assicura sulla lealtà dei combattimenti: «Non si tratta di violenza gratuita. Ogni colpo, ogni placcaggio, ha uno scopo preciso: aprirsi un varco nella difesa avversaria... Ci vuole tempo per capire a fondo il Calcio». E nonostante i bicipiti e i tatuaggi da perfetti fighter MMA continua: «Siamo tutti coraggiosi e forti, ma quando prendiamo posto sul campo, tremiamo! Certo che abbiamo paura. Il Calcio Storico non è alla portata di tutti».
Uno sport legato alla storia di Firenze e a un avvenimento in particolare: mentre la città si trovava sotto l’assedio delle truppe imperiali di Carlo V, venuto a restaurare il potere dei Medici, i cittadini decisero di provocare l’aggressore e festeggiare comunque il carnevale. Organizzarono anche una partita di calcio proprio sotto gli occhi del nemico accampatosi sulle colline circostanti. Da allora il calcio fiorentino fa parte della storia della città, e nei secoli ha visto scendere in campo perfino tre futuri Papi.