VARIE
Comunicato Stampa

Mediazione scolastica

18/10/11

Un tempo (non molto lontano), scuola e famiglia erano due istituti separati, i genitori lasciavano all’insegnante il compito e l’autorità di educare ed istruire i propri figli, così come gli insegnanti non mettevano in dubbio la famiglia. I problemi sono sorti nel momento in cui all’autorità avrebbe dovuto sostituirsi l’autorevolezza, e questi due istituti non si sono integrati come avrebbero dovuto.

Un tempo (non molto lontano), scuola e famiglia erano due istituti separati, i genitori lasciavano all’insegnante il compito e l’autorità di educare ed istruire i propri figli, così come gli insegnanti non mettevano in dubbio la famiglia.
I problemi sono sorti nel momento in cui all’autorità avrebbe dovuto sostituirsi l’autorevolezza, e questi due istituti non si sono integrati come avrebbero dovuto.
Oggi il rapporto scuola-famiglia vive in eterno attrito, genitori che mettono in discussione il lavoro a scuola, insegnanti che accusano la famiglia, figli insoddisfatti e difficili.
Il conflitto nasce nel momento in cui i minori non trovano adulti con cui confrontarsi e i genitori trovano nella scuola solo ruoli formali .
In questo caos viene da chiedersi “chi ha ragione”?
Ecco, che si rende necessario, oggi più che mai, un intervento di mediazione scolastica.
I minori hanno bisogno di validi punti di riferimento in un mondo in cui gli adulti (sempre più spesso) tendono ad omologarsi agli adolescenti rinunciando al loro ruolo di guida.
Tornando a casa, i ragazzi devono sentirsi liberi di parlare delle proprie ansie, dubbi, paure; devono correre il “rischio” di esternare le loro, a volte contraddittorie, emozioni nella consapevolezza di trovare il giusto ascolto.
In classe, ugualmente, non si può prescindere da quel legame fiduciario che, unico, permette ai messaggi educativi ed istruttivi di … arrivare, di farsi strada ed essere accolti dall'universo adolescenziale.
D'altro canto i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo a scuola e, questo tempo, deve essere impiegato ad educare alla vita, alla legalità, alla democrazia, alla responsabilità, alla socialità, al rispetto, alla dignità, oltre che alla cultura.
In tale ottica le Istituzioni devono attivare, là dove ancora non è stata istituita, la mediazione scolastica con la possibilità, che essa offre, di mettere a confronto i molti problemi che nascono all’interno del sistema scuola e ne trascendono. Compito precipuo della mediazione scolastica è infatti quello di ri-disegnare i confini e le collaborazioni tra scuola-famiglia-territorio, facendo emergere ed affrontando le tematiche minorili attinenti al disagio e alla devianza. Empowerment, dunque, come riconquista di un protagonismo consapevole, come capacità proprie capacità di esprimere il proprio pensiero.
Bisogna coinvolgere docenti, alunni, famiglia, personale amministrativo, agenzie educative territoriali per vincere la dolorosa sfida tra educazione e disagio.
Il risultato atteso da una buona mediazione scolastica è il superamento del conflitto, l' espressione, attraverso il dialogo, del proprio vissuto; la riconciliazione vista come un’occasione reale di ascolto, confronto, non passivi, ma agiti.
Disponibilità verso l’altro, accoglienza del pensiero divergente, linguaggio comune, diventano i presupposti di un patto educativo che possa definirsi veramente tale.
Per concludere: la mediazione contribuisce ad incrementare le relazioni tra alunni, scuole, famiglia; crea un habitat a misura di persona; promuove occasioni formative, favorisce l'acquisizione responsabile delle regole; fornisce strumenti di regolamentazione, metodi e tecniche innovative sotto il profilo didattico.

*La D.ssa Anna Bertucci è Assistente Sociale Esperta e Collaboratrice del Portale S.O.S. Servizi Sociali On Line – www.servizisocialionline.it

Antonio Bellicoso
www.servizisocialionline.it



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