Monterosa Ski: guida semplificata all’eroismo di montagna
L’estate del Monterosa sembra fatta apposta per ritrovare dentro di sé la forza di elevarsi, di essere all’altezza della corona di vette giganti che cingono queste valli. È una questione di resistenza: quella delle colture che si arrampicano fino alle quote più arcigne; quella dei popoli della montagna, che si oppongono alla cultura dell’abbandono; quella fisica di chi vuole porsi, ogni giorno, un nuovo limite.
C’è sempre un modo per essere eroici. E unici.
Non tutti gli eroi indossano un mantello.
Anzi, il più delle volte, chi davvero può definirsi tale, non segue nemmeno un dresscode specifico. Questo appellativo, ormai, l’abbiamo sentito in tutte le salse: eroi ed eroine sono sovente i medici, le forze dell’ordine, i privati cittadini e cittadine che corrono un rischio per aiutare chi è in difficoltà. In realtà eroico, spesso, è anche il fatto stesso di esistere, di r-esistere, in determinate condizioni. Ai piedi del Monte Rosa, come detto, gli eroi non indossano quasi mai un qualcosa che li identifichi. Ma ci sono.
Sono eroici i ghiacciai che, come mantello, hanno la neve perenne, e restano da millenni, sfidati dalle insidie del clima, a vegliare sul brulicare della vita ai loro piedi. Sono eroici coloro che abitano le pendici del massiccio, dove il tempo va più lento e le stagioni sono così diverse da trasformare completamente il paesaggio.
Le cabine, qui al Monte Rosa, non servono per entrarci in giacca e cravatta e uscirne in calzamaglia blu con una esse sul petto: quando vi si entra è perché si è scelto di salire in quota in cabinovia o con un altro degli impianti di risalita di Monterosa Ski. Si parte a fondovalle, dal punto più basso del comprensorio a quota 1212 ad Alagna Valsesia, fino ai 3275 m di Punta Indren, in uno slancio che supera un dislivello di oltre 2000 mt e arriva fino alle porte dei ghiacciai. L’altra località per accedere a Punta Indren è Staffal, a Gressoney-La-Trinité.
Da lì, sta a noi decidere quale tipo di eroi ed eroine intendiamo diventare.
Eroismo green: agricoltura resistente nelle valli del Rosa
Si dice che le montagne salveranno la viticoltura. Eppure, c’è chi da queste parti il vino a quote alte lo produce da generazioni, terrazzando gli arcigni pendii delle montagne, plasmando il territorio che a propria volta restituisce ai frutti caratteristiche uniche e irripetibili. Non parliamo solo di Donnas, nota località all’imbocco delle valli di Champorcher e Gressoney da cui l’etichetta DOC prende il nome, ma anche di realtà poste ben più in alto, come Challand-Saint-Victor, addobbata dai vigneti di una realtà come l’Azienda Vitivinicola Minuzzo.
Qui, in Val d’Ayas, si riescono a coltivare quasi a quota 700 mt. ottimi Pinot Noir, Dolcetto, Gamay e Merlot, eroici come le mani di chi li lavora e li porta in bottiglia.
Ma, ancora più su, dove il vino proprio non riesce ad arrampicarsi, ritroviamo invece chi, dell’agricoltura in quota, ne ha fatto una vera e propria missione: compie 10 anni, nel 2024, Paysage à Manger, azienda agricola di Gressoney-Saint-Jean nata con lo scopo di riprendere rare e antiche varietà alpine di patate, frutto di una ricerca attenta e meticolosa.
Dove trovare i frutti di questo prezioso lavoro? Al Samstag Märt (in titsch, letteralmente “mercato del sabato”), che tutti i sabati fino al prossimo novembre propone, presso l’orto di Zer Mièle, a Gressoney-Saint-Jean, tutte le eccellenze di questo territorio, tra ortaggi, miele, marmellate, biscotti e tome d’alpeggio. Diversi ristoranti, inoltre, espongono il marchio “qui si utilizzano prodotti Samstag Märt”, segnalando la loro adesione al progetto e una cucina davvero local.
Eroismo linguistico e culturale: la storia del popolo Walser
Eroica è anche la traversata dei popoli Walser, giunti dall’alto Canton Vallese svizzero a partire dal XII secolo, che hanno creato in Valle di Gressoney e, in misura minore anche in Valsesia e Val d’Ayas, una piccola comunità resiliente.
Il forte senso identitario di queste persone ha portato già nel 1982 alla creazione di un Centro Studi e Cultura Walser a Gressoney-Saint-Jean, dove ogni anno si tengono corsi di lingua titsch e tedesca, oltre che mostre e seminari.
Molti villaggi portano ancora oggi tracce di questo passato nella toponomastica, ma non solo: i Walser hanno lasciato anche la riconoscibilissima architettura delle case Stadel, costumi tipici e una semplice e genuina cucina di montagna.
Eroismo performativo: dalle escursioni agli sport di montagna
Si può essere eroi ed eroine anche ogni volta che si esce dalla propria comfort-zone, andando a cercare un nuovo limite da superare, sempre più in alto. Ad esempio, dal Passo dei Salati, raggiungibile sia da Alagna Valsesia che da Gressoney-La-Trinité (Staffal) con gli impianti di risalita di Monterosa Ski, parte ogni martedì d’estate un’escursione al Corno del Camoscio, lungo un interessante percorso geologico-pedologico e botanico a quasi 3.000 metri di quota. D’eroico, qui, c’è la forza di una vegetazione che riesce ad adattarsi a un ambiente alpino quantomeno difficile.
Per chi invece cerca l’eroismo nella resistenza fisica, di fronte ai terreni impegnativi di quota medio/alta, il Tour Des Six rappresenta la sfida giusta: sei sono i rifugi coinvolti in questo trekking di media montagna della durata di 3, 4 o 7 giorni ai piedi del Monte Rosa e del Cervino, tra Val d’Ayas, Valle di Gressoney e Valtournenche.
Una volta giunti qui, la scelta non manca, tra sport fluviali, alpinismo, parapendio e arrampicata.
Eroismo imprevisto: una mummia tra i ghiacciai
Sono eroici anche coloro che, magari, non hanno scelto di esserlo, ma sono piuttosto stati loro, ad essere scelti, dal caso.
E talvolta succede, qui, che un eroe indossi i panni di una guida alpina che, uscita di casa una mattina per fare il proprio lavoro, ha trovato invece ad attenderla, a quota 4.300 m nel ghiacciaio del Lys, in Valle di Gressoney, nientemeno che una marmotta, rimasta lì per ben 6.600 eroici anni. Una scoperta scientifica di rilevanza inestimabile, se non altro perché si tratta della mummia più antica d’Italia. Ma anche un attimo che fa la differenza tra l’essere hero e l’essere villain: non è la forza a renderci l’uno o l’altro, quanto la sensibilità, il tatto, la gentilezza nel comprendere l’unicità e la magnificenza di ciò di fronte a cui ci troviamo.
La marmotta del Lyskamm è visitabile presso il Museo Regionale di Scienze naturali Efisio Noussan di Saint Pierre, che ha inaugurato lo scorso 14 giugno una mostra in suo onore.
Eroismo liberamente femminile: le Monterosa Pink Experience
Il Monte Rosa offre, anche questa estate, la possibilità di diventare eroine a tutte le donne che almeno una volta nella vita hanno pensato “vorrei, ma non posso”. Perché i motivi per rinunciare a un sogno, spesso, sono davvero troppi. Con le Monterosa Pink Experience, oltre alla sfida personale ai nostri limiti, abbiamo anche la possibilità di compiere un gesto eroico nella lotta ai tumori: parte del ricavato dell’iniziativa è, infatti, devoluto alla sede territoriale LILT della Valle d’Aosta affinché possa continuare la propria attività di promozione della prevenzione attraverso giornate e campagne mirate.
Le Pink Experience possono essere prenotate contattando l’Agenzia Snow&Feelings allo 0125.303111 oppure via mail all’indirizzo agenzia@visitmonterosa.com .
Sta a noi decidere quale eroe diventare, in queste valli incantevoli e senza tempo.
Per essere aggiornati in tempo reale sulle aperture si consiglia di consultare il sito: www.monterosaski.eu
InfoPoint Visitmonterosa
Route Ramey 69, 11020, Champoluc AO
Tel. +39 0125 303111 -
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