Moxa, shiatsu e parto podalico
La tecnica della moxibustione è una vera rivoluzione che ha fatto il suo ingresso in ospedale dove le ostetriche la applicano per stimolare il rivolgimento del feto podalico ed evitare l'uso del taglio cesareo laddove non necessario.
La Moxa è ormai uno strumento abbastanza conosciuto e validato nel percorso nascita per sostenere la donna incinta e per aiutarla nel parto. L’applicazione della moxa svolta dal professionista è specifica per il travaglio ma anche il compagno può apprenderla e applicarla.
Principalmente viene usata nel rivolgimento podalico ma sono tante le applicazioni che questa antichissima tecnica permette di effettuare nell'accompagnamento ai 9 mesi. Infatti la moxa è un valido aiuto anche per il dopo parto e nell’allattamento al seno. Se ci domandiamo perchè una tecnica così estranea alla nostra cultura abbia avuto grande successo nella pratica ospedaliera dobbiamo ricordare che la gravidanza è un evento fisiologico che solo occasionalmente può avere risvolti patologici e che l'uso della moxibustione nel rivolgimento del feto podalico è stata efficacemente studiato e convalidata con indubbi effetti positivi sulla salute della donna.
Se siamo in grado di riconoscere la fisiologia dei 9 mesi potremmo rispettarla e affrontare la gravidanza con un approccio olistico. I 9 mesi sono un periodo di sottile dialogo tra la madre e il bambino in cui la madre non è solo biologicamente parte attiva ma è coinvolta anche psicologicamente. In questo periodo è normale che ci siano piccoli disturbi, sopratutto da stress di adattamento, che potrebbero mutare la loro natura se si aggiungesse ulteriore stress. Per sostenere quindi la naturale fisiologia è utile apprendere l’uso della moxa nelle sue varie forme: coni, sigari, riscaldatore, moxa sciolta. Alcuni punti sono i più utili per assecondare il travaglio e il parto e perciò è molto importante conoscerli.
Uno di questi punti importanti (BL 67) stimola il rivolgimento del feto podalico, in tutto il periodo che va dalla 32° settimana fino alla 40° settimana. E’ proprio il caso di dire che è un punto che ‘rovescia la situazione’, un vero fulcro su cui far ruotare il ‘mondo’ del bambino!
La tecnica è ben codificata ma nell’uso della moxa è imperativo ascoltare l’istinto della gestante. Quando la stimolazione è da lei percepita come sufficiente non è necessario continuare l’applicazione; infatti anche pochi minuti al giorno sono sufficienti.
Dopo il parto il potente aiuto della moxa può nuovamente intervenire aiutando la madre sia nell’allattamento sia nel recupero delle forze consumate.
L’uso del calore della moxa assieme alla pressione shiatsu è una tecnica di trattamento veramente potente. E’ sorprendente come l’uso del calore sia stato dimenticato nonostante la sua valenza di trattamento “energetico” popolare.
Infatti le proprietà della moxa non si limitano all’aiuto che può dare alla gestante ma anzi è di particolare efficacia nei periodi invernali freddi e umidi.
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