Nuove pubblicazioni in libreria delle ICI EDIZIONI, dirette da Roberto Pasanisi
L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (www.istitalianodicultura.org; ici@istitalianodicultura.org), in collaborazione con la rivista internazionale di poesia e letteratura “Nuove Lettere” (da esso edita), pubblica cinque collane editoriali: due di poesia (entrambe dirette da Roberto Pasanisi: una intitolata Lo specchio oscuro, l’altra — di plaquette — intitolata Nugae), due di narrativa (una già diretta da Giorgio Saviane ed intitolata La bellezza;l’altra — di plaquette — diretta da Roberto Pasanisi ed intitolata Gli angeli) ed una di saggistica letteraria (già diretta da Franco Fortini ed intitolata Lettere Italiane). Le ICI Edizioni Elettroniche pubblicano tre collane di libri elettronici: una di poesia (Adriana), una di narrativa (La Cittadella) ed una di saggistica (Neapolis). Il Comitato di lettura delle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI Edizioni)è costituito da Steven Carter (Lingua e letteratura inglese, State University of California, Bakersfield, Constantin Frosin (Lingua e letteratura francese, Università “Danubius”, Galaţi; scrittore), Antonio Illiano (Lingua e letteratura italiana, University of North Carolina at Chapel Hill), Roberto Pasanisi (Storia del cinema e del video; Teoria e metodo dei mass media, Accademia di Belle Arti “Fidia”; scrittore), Mario Susko (Letteratura americana, State University of New York, Nassau; scrittore), Násos Vaghenás (Teoria e critica letteraria, Università di Atene; scrittore) e Nguyen Van Hoan (Letteratura italiana e Letteratura vietnamita, Università di Hanoi).
NUOVE PUBBLICAZIONI IN LIBRERIA DELLE ICI EDIZIONI
Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli
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Direttore editoriale: Roberto Pasanisi
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L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (www.istitalianodicultura.org; ici@istitalianodicultura.org), in collaborazione con la rivista internazionale di poesia e letteratura “Nuove Lettere” (da esso edita), pubblica cinque collane editoriali: due di poesia (entrambe dirette da Roberto Pasanisi: una intitolata Lo specchio oscuro, l’altra — di plaquette — intitolata Nugae), due di narrativa (una già diretta da Giorgio Saviane ed intitolata La bellezza;l’altra — di plaquette — diretta da Roberto Pasanisi ed intitolata Gli angeli) ed una di saggistica letteraria (già diretta da Franco Fortini ed intitolata Lettere Italiane).
Le ICI Edizioni Elettroniche pubblicano tre collane di libri elettronici: una di poesia (Adriana), una di narrativa (La Cittadella) ed una di saggistica (Neapolis).
Il Comitato di lettura delle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI Edizioni)è costituito da Steven Carter (Lingua e letteratura inglese, State University of California, Bakersfield, Constantin Frosin (Lingua e letteratura francese, Università “Danubius”, Galaţi; scrittore), Antonio Illiano (Lingua e letteratura italiana, University of North Carolina at Chapel Hill), Roberto Pasanisi (Storia del cinema e del video; Teoria e metodo dei mass media, Accademia di Belle Arti “Fidia”; scrittore), Mario Susko (Letteratura americana, State University of New York, Nassau; scrittore), Násos Vaghenás (Teoria e critica letteraria, Università di Atene; scrittore) e Nguyen Van Hoan (Letteratura italiana e Letteratura vietnamita, Università di Hanoi).
NUOVE PUBBLICAZIONI IN LIBRERIA DELLE ICI EDIZIONI
Collana di poesia LO SPECCHIO OSCURO diretta da Roberto Pasanisi
sigla Catalogo degli Editori Italiani: SO
66. Virgilio Atz, I detriti necessarj (Prefazione di Ludovica Cazzato) 2014 € 10 ISBN 88-89203-93-5
È attraverso fotogrammi, flash e zumate di poesia che Virgilio Atz fa percorrere il cammino della sua esistenza, segmento d’anima per segmento d’anima.
Appena dopo l’uscio dei giocattoli su cui arde «il desiderio di credere nella necessità di crescere, azzardare, vivere oltre ogni limite», ecco il suo ‹gioco delle tre carte», sempre condotto lungo una linea benevola che fa guardare con affettuosa ironia agli inevitabili inciampi della vita: perché tanto il bambino che, incuranti, abbiamo lasciato indietro per diventare grandi, ci riconoscerà, quando sarà il momento, nonostante «rughe guardinghe che sollecitano ad un maggior contegno»; nonostante tutto e nulla ci chiederà.
Il «Dio della memoria» non lascia nulla sul fondo; riemergono «detriti stirati» e «detriti che vorresti spariti» ma, in allusione al titolo della raccolta, tutti necessari e fertilizzanti come «un album di effetti personali, come «l’inutilità necessaria della poesia», che può regalare lenti più sottili e potenti e scardinare visioni credute immobili, ma che presuppone la vita sempre e comunque.
È nel pensiero dell’autore capovolgere gli aspetti del fenomenico quotidiano, giacché cassaintegrate risultano le «certezze ereditate», «sciogliere l’impasto che lega la lingua», riportare «al netto» la realtà attuale.
Pagine poetiche, quelle di Atz, pervase dalla ricerca di una musica propria, in sintonia con i suoi temi e dal personalissimo timbro.
Il collage che si dipana agli occhi è intenso e surreale, fatto di associazioni spontanee e costruito secondo leggi istintive che una lettura empatica fa dedurre facilmente, poiché siamo «tutti figli di una mela mitica», tutti «figli di un pendolo che tutto porta al cielo».
Ludovica Cazzato
Collana di poesia in plaquette NUGAE diretta da Roberto Pasanisi
sigla Catalogo degli Editori Italiani: NU
15. Maria Rossi, Versi compunti 2014 € 8 ISBN 88-89203-90-0
Maria Rossi Spillantini è nata a Sansepolcro (Arezzo) nel 1943. Laureatasi a Firenze in Materie letterarie, ha insegnato nei Licei scientifici statali. Vive attualmente a Firenze, dove frequenta la Libera Cattedra di Poesia ‘900. Ha conseguito il Premio Maestrale San Marco a Sestri Levante (1998) e, nell’àmbito del Premio Internazionale di Poesia e Letteratura “Nuove Lettere”, ha vinto il Premio Speciale “Nuove Lettere” (VIII edizione, 1999) con la poesia edita Memoria, il Premio “Nuove Lettere” (IX edizione, 2000) con il racconto Lavoro. Ha già pubblicato, nella collana Lo specchio oscuro delle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI Edizioni), le raccolte di poesie Coriandoli 2000 (2001), Pensieri (2002), Pleiadi (2006), Preghiera (2008), C’è Elia (2007) e Alice (2009), edite in quanto classificate tra le opere di poesia inedita premiate nelle edizioni del Premio “Nuove Lettere” rispettivamente del 2007 e del 2008. Ha vinto anche l’edizione del 2011 con l’opera Valentino edita da La Versiliana editrice. Nel 2013 ha pubblicato, nella collana Nugae delle ICI Edizioni, sotto il nom de plume Maria Pace Buitoni, la plaquette di poesie Tempera di salute, prefata da Roberto Pasanisi.
Collana di narrativa LA BELLEZZA già diretta da Giorgio Saviane
sigla Catalogo degli Editori Italiani: BEL
44. Salvatore Piccoli, 1299. Lungo i profili del fiume (Prefazione di Lorena Politi Cubero) 2014 € 10 ISBN 88-89203-87-0
L’Abbazia di Santa Maria di Corazzo fu fondata dai Benedettini nel XI secolo vicino al fiume Corace in provincia di Catanzaro (Calabria), passando nel secolo successivo all’ordine monastico dei Cisterciensi con cui raggiunge il massimo splendore. Crocevia culturale e religioso subisce due terremoti disastrosi, l’abbandono progressivo, la spoliazione delle opere d’arte che si conservavano all’interno e infine la soppressione nel 1808 da un decreto del governo di Giuseppe Bonaparte, lo stesso anno in cui fu nominato re di Spagna dove era conosciuto con il soprannome di Pepe Bottiglia.
Attualmente si possono ammirare le imponenti rovine dell’antica abbazia nella località di Castagna, traboccanti di una storia che cela ancora quell’alone di mistero che sopravvive al passare del tempo e alla caduta dei suoi ruderi.
A una parte di quella storia appartiene anche il protagonista del racconto, un cavaliere girovagante in terre calabresi che cerca qualcosa che nemmeno lui sa, seguendo solo il suo istinto che lo porta fino all’Abbazia di Corazzo. Ad un certo punto questa ricerca si tramuta trovando quello che non stava cercando o che non si sarebbe mai aspettato di trovare, complicando la stessa ricerca o semplicemente ponendo fine ad essa. E penso che forse il lettore non sia tanto diverso dal protagonista di questo racconto inventato o magari ispirato in una storia realmente accaduta, un indomito cavaliere che impiega la sua esistenza in un viaggio alla ricerca intensa di qualcosa: fortuna, venture, destino, sorte… o forse unicamente felicità.
Lorena Politi Cubero
Collana di saggistica LETTERE ITALIANE già diretta da Franco Fortini
sigla Catalogo degli Editori Italiani: LI
12. Laura Ortolani Serafini, La gaia scuola. Le scoperte di una didattica attiva (Prefazione di Raimondo Cagiano de Azevedo) 2014 € 10 ISBN 88-89203-89-7
E da ultimo, ma non per importanza, la sostanza del Laboratorio: gli studenti e le aree disciplinari e di ricerca. Due elementi difficilmente scindibili e riag- gregati nella dimensione dello sviluppo intellettuale e scientifico della persona. Studenti avviati nella scuola verso quelle nuove professioni sulle quali, anche qui, molto si pontifica in assenza di sperimentazioni. Così vediamo dal Labo- ratorio di Laura uscire giornalisti e intervistatori che ascoltano gli altri non imponendo proprie verità già precodificate; ecologi ed ambientalisti che si confrontano con il loro microsistema, relativamente privi di teorie e di siste- mazioni ideologiche, ma armati di attese per il futuro; giovani filosofi senza sedimentazioni che guardano all’uomo mondiale come persona integrale ed integrata in un processo di evoluzione fisica e psichica; politici che pensano ad un federalismo che non è quello “ad excludendum” vilmente ribattezzato per coprire vieti nazionalismi, ma quello “ad conciliandum” aspirazioni sociali con competenze e corrispondenti istituzioni di potere che in Proudhon trovano il non troppo lontano ispiratore; nuovi tecnici in erba alle prese con l’inflessi- bilità delle leggi naturali ma con l’elasticità degli strumenti, ancora inesplorati, di convivere progredendo con esse.
Quante alternative, nel Laboratorio di Laura, alla fatalità della disoccupa- zione giovanile; quanta naturalezza nelle visioni locali, regionali, nazionali, europee e mondiali laboriosamente riconciliate; quanta professione nell’essere tutti docenti e discenti per una migliore qualità della vita e del lavoro. Vengono in mente le figure rinascimentali delle scuole; delle vere scuole; quelle dei maestri artigiani, dei maestri dell’arte; degli artisti e delle opere d’arte; quelli che non si dimenticano.
Raimondo Cagiano de Azevedo
Preside della Facoltà di Economia presso l’Università “La Sapienza” di Roma dal 1996 al 2002
13. Giusy Negro, Music between Play and Communication (Introduction by Paolo Pellegrino) 2015 € 12 ISBN 88-89203-95-1
The educational models by E. Pestalozzi, J.F. Herbart, F. Fröbel and other scholars share the same rejection of abstract teaching, the request for concreteness in learning, the insistence on the necessity of adapting teaching to pupils’ physical and mental development and to their interests and needs as well. Hence the stress on intuition, which Pestalozzi regards as the basis for knowledge, the call for spontaneousness (which may seem ingenuous today, as it reminds us of the myth of “natural knowledge” as enunciated in Rousseau’s Emil), the insistence on children’s characteristic way of learning and on the role of games in forming their personalities (as theorized by Fröbel). These models also share the belief that the mind of a child is not a tabula rasa where anything can be written, but a store of prior knowledge to which educationists should refer as a point of departure.
Art activities are considered as essential as science for the development of personality. Scholars are far from the old imitative principles and the old conception of teaching as they state that art education “starts from the use of the senses, organs and limbs” (hence the need for “elementary exercise”, cf. Pestalozzi) or as they point out the effectiveness of games for training children to rhythm and singing (Fröbel).
Music – as well as the other forms of art – is considered a synthesis of the senses and the inner life and a means of expressing one’s own corporeity, affectivity and intelligence. Through music we gain self-awareness and fulfil ourselves in the social context we belong to at the same time. In the last chapter the Author stresses the positive and invigorating effects that music has on children with regard to perception, affectivity, motivation and creativity. She brings honour to some pioneering intuitions by Ferrante Aporti, Rosa Agazzi and – in particular - Maria Montessori, who insisted on sound perception as the basis for a good understanding of music.
This introduction is an attempt to clear up the purpose on which Giusy Negro wrote her book, which alternates reflections upon music with methodological suggestions for teaching. The essay is organized into thematic blocks that may seem not strictly interrelated from a formal point of view. Such a structure probably reflects the Author’s personality and her interests. A guiding thread is to be found in it, however: the ambivalence of music, which can act as a game and a powerful instrument of communication at the same time. Hence the spin-off it provides for clinical medicine (music therapy) and education. The Author displays a clear understanding of the world of sounds and a profound passion for teaching in this book. She will certainly carry on her research work with interesting results.
Lecce, 25th April 2009
Paolo Pellegrino
FUORI COLLANA
14. Roberto Fiaschetti, Mare amaro. Uno squarcio di vita (Prefazione di Angela Maria Tiberi) 2014 € 8 ISBN 88-89203-88-9
L’artista riesce ad avvincere il lettore, senza distinzione di ceto e di diversità culturale. Sono vere e da meditare: “anche nei momenti di maggior difficoltà, la cosa importante è che ognuno di noi decida di essere il protagonista della propria vita, senza mai smettere di progre- dire, o di sminuirsi, indietreggiando di fronte agli ostacoli, porta come risultato la sconfitta.” Daisaku ikeda
L’autore, in queste frasi: “… la mia vita un’avventura rocambolesca
... parole dense... non solo depositate su carta ma incise nel mio pen-
siero e nella mia carne. Parole semplici che il tempo voleva cancellare
dalla memoria in ogni momento ma che niente potrà più cancellare...”
ogni essere umano sia dell’est, dell’ovest, del nord, del sud del no-
stro martoriato pianeta dovrà ricordare che solo l’amore ha sempre
sconfitto il male fin dalle origini umane e fino alla fine del sistema
avido, indifferente alle sofferenze umane. L’artista mi fa ricordare gli
uomini giusti che hanno sbagliato ma poi sono stati illuminati dal-
l’amore e dalla compassione fraterna che unirà tutti gli uomini in un
nuovo mondo chiamato Kosen- rufu o chiamato Regno di Dio.
Gli uomini umilmente devono comprendere che se vogliono rima-
nere superstiti su questo pianeta devono aprire il loro cuore ed annul-
lare ogni odio e rancore.
L’autore ci invita ad incominciare questo lungo cammino.
Angela Maria Tiberi
Collana di narrativa elettronica LA CITTADELLA diretta da Maria Peruzzini
9. Giancarlo Carioti, Il fluire (Prefazione di Lorena Politi Cubero) pp. 150 2014 € 5 88-89203-91-9
Giancarlo Carioti consegna in questo romanzo il suo ruolo da scrittore al protagonista del libro, che diventa il romanziere di un’altra storia. Egli a sua volta cederà volontariamente le sue vesti di protagonista ad altri personaggi creati proprio da lui, i cui ruberanno alternativamente a esso questo ruolo principale.
Il fil rouge che guida il racconto è il libro dentro il libro, un metaromanzo che adotta come oggettivo l’atto stesso di raccontare. Carioti crea una narrazione che ha dentro di sé un’altra narrazione, una specie di tessuto tramato con racconti dove sovrappone due livelli narrativi diversi, mettendo così in relazione due mondi separati.
L’autore genera una sequenza tra una storia e un’altra con abilità e ordine, catturando la totale attenzione del lettore senza provocare confusione ma lasciandolo in sospeso sul più bello, fino alla sequenza seguente.
Il lettore rimarrà allettato dalla storia nella storia, il racconto di un amore tra due personaggi le cui vicissitudini s’intrecciano molto da vicino con «un evento».
Carioti gioca con minuziose ma fluide descrizioni per enfatizzare certe situazioni della trama; descrizioni di oggetti, luoghi e personaggi così dettagliate da permettere al leggitore di immaginarli con estrema precisione.
Il decorso del racconto dentro il racconto stesso riesce a lanciare il lettore da una storia all'altra; due storie queste, dove Carioti fa sì che fino all’ultimo dettaglio prenda vita.
Con questo libro il lettore s’impegna a non seguire la narrazione, bensì a proseguire insieme a essa per immergersi in due mondi diversi ma con un denominatore comune, che scoprirà soltanto leggendo il romanzo. «Del resto, l'unica prefazione di un libro è la mente di chi lo legge» scrisse il poeta portoghese Fernando Pessoa.
Lorena Politi Cubero
10. Angela Maria Tiberi, L’illusa del castello (Prefazione di Pasquale Francischetti) pp. 400 2015 € 5 88-89203-96-X
In quest’opera di Angela Maria Tiberi, L’illusa del castello, si nota immediatamente un fatto certo, e cioè che: i ricordi si snodano con una musicale meditazione e con concreti commenti sulla propria vita; commenti che a volte sfociano in trasfigurazioni poetiche con efficaci motivi sentimentali.
L’illusa del castello contiene tutta l’esperienza umana dell’Autrice, che qui genera con efficacia sia i motivi poetici, sia quelli narrativi, immergendoli in un’amplificazione ornamentale che arricchisce la narrazione-poetica dell’intera opera.
I sentimenti, generati dai suoi ricordi, sono avvolti spesso da una tensione emotiva che fa aumentare a dismisura l’atteggiamento idillico e meditativo; coronando il tutto in una fiorente e (al tempo stesso) riposata autobiografia.
Tutto il racconto lascia attorno a sé una lieve e diffusa vibrazione lirica-narrativa, una serie di armoniose figurazioni e riflessioni, a volte anche filosofiche, che ci riportano alla mente le nostre melodie familiari e la grazia contenute in esse.
Il ritmo scorrevole sembra sostenere e guidare la parola, tesa a volte ad aumentare la “nostalgia” dei tempi passati; ma è in grado anche di riportare alla mente gli aspetti intimi che nel tempo non hanno perso la loro ispirazione ed il loro valore intrinseco.
Non mancano brevi racconti che raffigurano personaggi noti, o venuti alla cronaca, come il comandante della nave Concordia, Francesco Schettino, di cui la Tiberi ha dato un giudizio più che positivo, dedicandogli perfino due poesie.
Bisogna però precisare che il detto giudizio risale a due anni prima della tragedia all’Isola del Giglio; questo va detto per non confondere il lettore.
A proposito di poesie, ci piace riportare per intero, la poesia: Amami ancora per dare al lettore una breve visualizzazione del valore poetico di Angela Maria Tiberi: “Amami ancora, / non dimenticare che la notte / è illuminata dalle stelle / come il tuo cammino risplende il mio volto / avvinto al tuo destino. / Amami ancora, / io sono la tua aurora / dopo la vita tormentata dall’agonia / di un abbandono senza sorriso. / Amami ancora, /sarò la tua compagna di viaggio / di un amore infinito come / l’universo che racchiude il nostro destino.”
Riguardo un saggio sulla sua narrativa, esso è da ricercarsi nel valore complessivo di quest’opera, che è di indiscutibile concretezza, (come abbiamo già detto), ed è in attesa di un più vasto riconoscimento da parte del ricco pubblico dei lettori.
Infine, senza dilungarci sulla segreta suggestione della sua formazione stilistica, possiamo affermare che le delicata ispirazione di certe sue figure: reali, immaginarie e quant’altro, portano Angela Maria Tiberi ad una dovuta e meritata attenzione da parte dei molti, i quali troveranno senza dubbio un beneficio interiore nel leggere la presente opera.
Pasquale Francischetti
Presidente del Cenacolo Accademico Europeo “Poeti nella Società”
Collana di saggistica elettronica NEAPOLIS diretta da Roberto Pasanisi
5. Giancarlo Carioti, L’evirazione dell’edonos dall’arte moderna (Prefazione di Pietro Gulisano) pp. 54 2014 € 5 88-89203-92-7
Ed è così, che con l’ingresso dell’ Art Nouveau e dei suoi pittori e architetti, come ad esempio Klimt, - con la sua pittura, dai colori e dai segni, non più frammentari e discontinui -, riscopriamo l’immagine di un amore riunito nuovamente ad un illimitata realtà, a un trascendente che permea il tutto conferendo unità a un molteplice, a un vuoto; cambiamento inaspettato del precedente concepire e vivere una realtà con disgusto, frutto di una stanzialità dogmatica nella quale l’immagine, come nelle memorie di Gauguin e Van Gogh, diventa cornice a un esistenza schiacciata dalla colpa e dall’ansia edipica. Pittura, come quella di Matisse, con immagini gentili rese con tinte minacciose, immagini che tentano un riconoscimento nel divino ma infangate dal nostro peccato e dalle nostre meschinità. Metafora realizzata nel Les daimoiselles di Plablo Picasso, dove l’artista ci da l’immagine di cinque mostri, in realtà cinque bellezze femminili deturpate dal vizio, costruzione di un bello appositamente violentato nella sua natura e dove l’artista reclama un diritto di condivisione alla sua “Tragedia personalis”.
Solitudine dell’artista e affermazione della sua transitoria identità che arriva addirittura a frantumare l’amore per il figurabile; l’opera, come nelle espressioni pittoriche di Georges Braque diventa non più comprensibile, frutto di una vita e di un sistema sociale altrettanto incomprensibile e al quale l’artista si oppone tentando di terrorizzandoci con l’enigma, col non scorrere un identità piena e rassicurante della realtà, per cui l’incertezza, il dubbio, e la non compiuta determinatezza può provocare sofferenza.
Stati emotivi costruiti in una identità carica di costrutti di ribellione dello spirito contro la materia, coscienza soggettiva dell’artista che si esprime nell’interpretare una realtà esterna, non più obiettiva ed esistente a priori nella sua essenza se non nella visione soggettiva dell’artista; è l’anima dell’artista che irrompe nella realtà connotandola di significati simbolici propri della sua identità.
Come sottolineato dall’autore, l’arte, mettendo in discussione forme e contenuti arriva a diventare “irrapresentazione”, ma ad essa si contrappone una “scienza del bello” ; ad esempio in Henry Van de Velde e Victor Horta, due geni dell’architettura moderna riscopriamo la bellezza e l’autentica delle forme e dell’esperienza creativa.
Affabile lettore, ti lascio alla lettura di quest’opera, di questa guida che avvia alla comprensione, alla conoscenza e alla ricerca, di un integrazione coerente e preziosa di un sapere, sostenibile nelle diverse e molteplici espressioni dell’arte moderna, fra etica ed estetica.
Pietro Gulisano
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