Pasqualino Monti e il progetto di Assoporti per la riforma portuale
Il Presidente di Assoporti punta su razionalizzazione e sviluppo sistemico per rilanciare i porti italiani
Un contributo concreto al progetto di riforma della legislazione portuale. » quello che arriva da Assoporti, attraverso il presidente Pasqualino Monti, pronto a portare la voce di tutte le Autorità Portuali al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi. Il consiglio direttivo dell'associazione dei porti italiani ha infatti approvato un documento da sottoporre all’attenzione del ministro, proprio per accelerare quel processo di riforma atteso da troppo tempo ormai e che comprende anche l’ipotesi di definizione delle nuove Autorità logistiche di interesse strategico. Perché sulla sinergia si deve puntare, e non certo di concorrenza interna. Lo dimostra proprio questo documento. «Non si tratta di un documento di mediazione – ha sottolineato Monti – bensì della presa di coscienza da parte dei porti italiani della necessità di accelerare sul fronte della razionalizzazione del sistema portuale, non per esigenze di spending review, bensì per quella primaria di confrontarsi, garantendo un’offerta competitiva e una organizzazione moderna, con i grandi carrier marittimi e con i grandi operatori logistici». E così il presidente di un porto leader nel Mediterraneo come quello di Civitavecchia parla di rafforzare l’intero sistema paese «che dalla competitività dei porti dipende – ha sottolineato Monti - e che non può subire, sullo scacchiere complesso dell’interscambio mondiale, scelte maturate altrove».
Assoporti intende quindi avviare una riflessione globale sul sistema dell’offerta portuale italiana, sfruttando gli input dell’Unione europea relativi ai core-ports e ai core-corridors, e quindi agli archi e ai nodi portuali. Il documento intende quindi promuovere una riforma in linea con le indicazioni dell'UE e i corridoi logistici delle reti TEN-T, consentendo alle Autorità portuali di promuovere e creare dei sistemi logistici integrati. Non più quindi un «raggruppamento» delle Authority in semplici distretti portuali ma la creazione di un sistema coordinato e integrato in un progetto che vede i porti come anelli di congiunzione in grado di gestire tutto il flusso del trasporto marittimo internazionale. E la sinergia è stata invocata anche per quanto riguarda la questione dello smaltimento della Concordia, per evitare che la nave possa essere trasferita in un qualche porto estero. Tanto che, già qualche mese fa, proprio da Civitavecchia, con il supporto della Regione Lazio, era arrivato il progetto per svolgere le attività nello scalo, coinvolgendo anche la Regione Toscana.