Perché è necessario disintossicarsi
Il corpo umano è costantemente esposto a sostanze nocive, oggi più che mai. Un percorso disintossicante prevede il ricorso periodico all’impiego di sostanze naturali volte a ripristinare il metabolismo, rigenerare le membrane cellulari, ridare ossigeno ai tessuti e restituire vitalità ed energia al corpo e alla mente.
Quando la nostra vita è caratterizzata da stili di vita stressanti, eccessi alimentari o pranzi veloci e carenti dei nutrienti indispensabili all’organismo, permanenza in ambienti urbani inquinati (traffico, rumori, smog) oppure da consumo di alcol o tabacco, ma anche da terapie farmacologiche croniche o saltuarie, pensieri ricorrenti ed emozioni correlate… il nostro organismo accumula tossine e reagisce fisiologicamente per eliminarle.
Quando l’organismo si trova in situazioni di disequilibrio, la vitalità generale diminuisce e la facoltà di resistere agli attacchi ambientali e atmosferici si riduce.
Allo scopo di eliminare tali tossine e tornare allo stato di equilibrio , l’organismo adotta strategie fisiologiche quali:
• presenza di muco
• difficoltà digestive
• gonfiori addominali
• mal di testa ricorrenti
• alito cattivo
• pelle opaca irritata o con prurito diffuso
• acne
• capelli appesantiti o grassi
• forfora
• unghie fragili
• febbre
• infezioni batteriche ricorrenti
• alterata attività intestinale
• dolori muscolari e articolari
• cellulite
• stanchezza immotivata
• nervosismo e malesseri ricorrenti
Per poter assolvere ai molteplici impegni quotidiani (lavoro, famiglia, sport, tempo libero, relazioni personali) in tali situazioni di malessere, che sono generiche e aspecifiche, siamo portati di istinto ad assumere farmaci (antiinfiammatori e antidolorifici) con lo scopo di bloccare i sintomi e continuare la nostra attività. Così facendo, però, blocchiamo il fisiologico lavoro di disintossicazione messo in atto dall’organismo e agevoliamo il permanere delle tossine dentro di noi: a lungo andare le tossine si depositano, rallentano e alterano il fisiologico funzionamento del nostro organismo.
CONSEGUENZA INEVITABILE? PREPARIAMO LA STRADA PER L’INSORGERE DELLA MALATTIA.
Osserviamo il malessere con occhi nuovi e impariamo ad ascoltarci. Ai primi segnali di malessere, seppur generico, sosteniamo il lavoro degli organi deputati all’eliminazione delle tossine detti organi emuntori (fegato, sistema linfatico, reni, cute, ma anche intestino, polmoni) con prodotti drenanti individuati a seconda della manifestazione di malessere.
Il nostro organismo per funzionare correttamente deve eliminare ogni giorno dalle cellule (tessuti e organi) le scorie metaboliche, ovvero le tossine, e per sostenerlo è necessaria un’azione profonda attuata attraverso il drenaggio. Le tossine da eliminare sono essenzialmente di 2 tipi: quelle endogene prodotte dall’organismo, e quelle esogene che derivano dall’inquinamento atmosferico, eccipienti, coloranti e conservanti.
E’ OPPORTUNO BERE MOLTA ACQUA per drenare le tossine accumulate. Meglio sceglierla a basso contenuto minerale e possibilmente priva di nitriti e nitrati. Per un’azione sistemica può essere utile sostenere la fisiologica azione di eliminazione delle tossine, utilizzando durante l’anno drenanti specifici individuati sulla base dei segnali di intossicazione che il nostro corpo ci evidenzia. Il drenaggio può essere considerato un momento molto importante da effettuare sia prima di una terapia, sia essa di sintesi che non convenzionale, per preparare l’organismo, recuperare l’equilibrio alterato, renderlo più pronto a reagire alla terapia, sia dopo per ridurre gli effetti collaterali della terapia stessa.
Particolarmente indicata risulta la LINFA DI BETULLA. È opportuno aggiungere antiossidanti che aiutano i processi di detossificazione e chelano le sostanze tossiche. Mantenere l’organismo libero da tossine accumulate è necessario sia per la conservazione dello stato di salute, che per una maggiore efficacia delle terapie che si vogliono intraprendere. È quindi importante sia nella prevenzione che come terapia d’appoggio per la gestione di patologie acute e croniche.
PER LA FITOTERAPIA POSSIAMO SUDDIVIDERE:
DRENAGGIO DEGLI EMUNTORI: betulla linfa: 30 gtt 2 volte al dì per 20 giorni al mese per 2 mesi, cicli due volte all’anno
DRENAGGIO EPATICO: tarassaco, fumaria, carciofo.
DRENAGGIO RENALE: gramigna TM, tarassaco TM, Pilosella TM
DRENAGGIO CUTANEO: bardana, carciofo, viola.
DRENARE È MOLTO PIÙ CHE DEPURARE: mentre la depurazione stimola un solo organo, senza sbloccare le tossine intrappolate nei tessuti, il drenaggio è un’azione che coinvolge l’intero organismo e stimola l’eliminazione delle tossine nella sua totalità.
Importante inoltre, l’azione degli alcalinizzanti per un approccio più approfondito alla disintossicazione. Agiscono sul Ph del mesenchima, la sostanza fondamentale in cui sono immerse le cellule e che provvede agli scambi nutritivi tra cellula e cellula. Il mesenchima durante il giorno si riempie di sostanze di scarto del metabolismo, tendendo ad acidificarsi, e durante la notte drena le sostanze vero gli emuntori.
Nei casi in cui permanga una iperacidità, si ha un accumulo di sostanze tossiche che si manifesta con stanchezza, cefalea, fino a compromettere lo stato generale con fenomeni infiammatori e degenerativi.
Quando il sistema non funziona perfettamente, ad esempio perché i sistemi emuntoriali sono bloccati o insufficienti, si crea un’alterazione dell’equilibrio, che l’organismo cercherà di compensare innescando sistemi di difesa supplementari di tipo “autodifensivo”, le malattie. Da qui possiamo capire l’importanza di mantenere il nostro sistema in piena forma e libero il più possibile, da tossine.
Anche alcuni Fiori di Bach sono utili nelle fasi di drenaggio, specie in Primavera o comunque ai cambi di stagione. Si parla in questo caso di un supporto di drenaggio psicologico. Ciò che appesantisce infatti non sono solo le tossine, ma anche i pensieri negativi.
WALNUT fiore base per tutti i periodi di cambiamento, che aiuta a conquistare una maggiore armonia con il proprio corpo.
CRAB APPLE uno dei pochi fiori ad essere associato anche ad un aspetto fisico, oltre che psicologico-emozionale.
È un rimedio per coloro che si sentono disgustati dal proprio corpo, con una bassa accettazione di sé. Stimola le capacità dell’organismo di eliminare scorie e tossine ed aiuta a proteggersi dalle situazioni in cui ci si sente contaminati, aiutando a fortificare il sistema immunitario.
L’IMPORTANZA DELL’ACQUA
L’acqua rappresenta il 40-65% del peso corporeo ed è il costituente principale del protoplasma intracellulare. Nell’acqua avvengono, dunque, tutte le reazioni dei processi metabolici cellulari (gli scambi tra cellule e sangue). Essa non solo è un elemento della costituzione del sangue e del tessuto connettivo, ma è anche coinvolta nei processi generali di omeostasi dell’organismo, dei liquidi circolanti e tissutali e della termoregolazione. Un’altra funzione essenziale dell’acqua nel nostro corpo è di essere il mezzo attraverso cui vengono eliminati i cataboliti, cioè i prodotti di rifiuto del nostro metabolismo, per via urinaria, rettale, gastrointestinale e termoregolatoria (polmoni e cute). Eliminiamo giornalmente circa 150 cc di acqua attraverso le urine, da 500 a 3000 cc attraverso le feci, da 500 a 700 cc attraverso i polmoni, 200 cc con la traspirazione cutanea, per un totale di circa 4000 cc al giorno di perdita obbligata.
È dunque fondamentale il mantenimento di una composizione costante dei liquidi organici.
Un difetto di idratazione può essere evidenziato da diversi segni di disagio: cattiva digestione, gonfiore bevendo, ritenzione idrica, problemi intestinali in risposta all’assunzione d’acqua, stipsi, candidasi o disbiosi intestinali, pelle arida, poco elastica, irritabilità, stanchezza mentale e/o fisica, eccessiva sete, anche solo in particolari momenti del giorno e assente in altri.
Anche il rifiuto a bere, o espressioni tipo: “Non ho mai sete“, oppure “L’acqua da sola non mi piace“, può essere un sintomo di cattiva distribuzione idrica nel corpo, spesso indotta da cattive abitudini nutrizionali. Imparando a bere, in realtà, l’organismo impara a sapere quando assumere acqua, senza dover arrivare al segnale limite della “sete”.
Chi non ha mai voglia di acqua spesso ha accumulato un tale carico tossinico nell’organismo, che ottunde la sensibilità sui livelli di disidratazione.
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