SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Piante medicinali e diabete

Il diabete necessita di un trattamento farmacologico tradizionale, ma accanto a questa terapia può risultare utile l’impiego di piante medicinali attive sul metabolismo glucidico: infatti, nei casi di lieve iperglicemia, un corretto regime alimentare – associato ad un corretto stile di vita, e all’utilizzo di tisane appropriate – può bastare, mentre nei casi più gravi (quando il diabete è conclamato) ai farmaci di sintesi – che sono indispensabili – si possono affiancare alcune tipologie di tisane antidiabetiche, facendo sempre attenzione a non incorrere in effetti indesiderati o in interazioni non volute.

FotoDi seguito sono riportate in sintesi alcune piante che trovano spesso applicazione nel trattamento del diabete, come tinture, tisane o componenti di capsule.

Eucalipto foglie (Eucaliptus globulus): l’eucalipto sembra agire come ipoglicemizzante per la presenza, tra i suoi componenti chimici, di polifenoli con effetto antiossidante, e di tannini capaci di impedire la digestione delle sostanze amilacee e ridurre la glicogenolisi nei tessuti.

Mirto (Myrtus communis): il mirto va ad agire come inibitore dell’alfa-glucosidasi; inibisce quindi l’azione dell’enzima intestinale che – trasformando gli zuccheri da complessi a semplici – permette l’assorbimento intestinale del glucosio.

Sambuco (Sambucus nigra): il sambuco è usato per le sue infiorescenze che, contenendo terpenoidi e fitosteroli (beta-sitosterolo), sembrano possedere un’azione insulino-stimolante.

Galega officinalis: la galega è una pianta conosciuta principalmente per la sua attività galattogena, ma anche ipoglicemizzante; quest’ultima deriverebbe dal potenziamento degli effetti dell’insulina, dalla riduzione della sintesi di glucosio epatico e dal rafforzamento della captazione periferica di glucosio da parte del muscolo. Della galega si usano come droga terapeutica i semi, che contengono il principio attivo galegina, un derivato guanidinico dotato della vera attività ipoglicemizzante; la galegina, alcaloide ipoglicemizzante, ha le stesse attività dei biguanidi di sintesi e presenta gli stessi effetti collaterali ma una maggiore tollerabilità: agisce a livello delle cellule alfa del pancreas inibendo la produzione di glucagone ed aumentando la sensibilità dei tessuti periferici all’insulina. Occorre sottolineare che la galega va usata sotto stretto controllo medico e che allo stato fresco può risultare tossica.

Opunzia (Opuntia streptacantha): l’opuntia è una pianta grassa originaria del Messico; si trova comunemente negli Stati Uniti ed è utilizzata in fitoterapia per i suoi cladodi, che nei loro tessuti spugnosi contengono lipidi, protidi, ma soprattutto polisaccaridi ad alto peso molecolare (pectine,cellulosa, xilosio ed acido galatturonico). E’ appunto alla frazione polisaccaridica, opuntia mannano, che si ascrivono le proprietà terapeutiche sfruttabili nella patologia diabetica: infatti i polisaccaridi adsorbono nutrienti, zuccheri e colesterolo nel lume intestinale; così facendo ne bloccano l’assorbimento.

Gimnema (Gymnema silvestre): pianta rampicante originaria dell’India e dell’Africa; la droga terapeutica è data dalle sue foglie, che contengono acidi gimnemici (acidi glicosidici), aminoacidi, colina, betaina, adenina ed ossido di trimetilamina. L’azione ipoglicemizzante è da ascrivere agli acidi gimnemici, che riducono l’assorbimento intestinale di glucosio e stimolano l’attività delle cellule beta pancreatiche nella produzione di insulina.

Ginseng americano (Panax quinquefolius): attenzione a non confonderlo con il Ginseng coreano,sebbene entrambe le tipologie contengano ginsenosidi e vengano usate in fitoterapia per le loro radici, o rizomi. Il ginseng americano, per la presenza di polisaccaridi e ginsenosidi, riduce l’assorbimento dei carboidrati, favorisce il rilascio di insulina ed aumenta la captazione tissutale del glucosio (un’ipotesi sembra essere quella di un aumento del numero di recettori per l’insulina).

Interesse particolare va dato all'azione straordianria dei funghi medicinali.

I funghi, per loro natura, hanno la capacità di “digerire” tramite complessi processi enzimatici quanto ricavano da sostanze in decomposizione assorbendo tali sostanze e rendendole nuovamente biodisponibili. Essi costituiscono una sorta di connessione tra il mondo minerale inanimato ed il mondo vivente.

Ogni tipo di fungo serve a funzioni specifiche, però possiamo affermare che generalmente tutti intervengono su:

1) Metabolismo glucidico e lipidico;
2) Chelazione di metalli pesanti;
3) Riequilibrio del Sistema Immunitario;
4) Antagonizzazione delle spinte anomale di crescita cellulare;

L’attuale stile di vita porta allo sviluppo di “malattie del benessere” quali diabete, ipercolesterolemia, iperlipidemia, gotta, sovrappeso e obesità, ipertensione ecc. grazie alle loro caratteristiche i funghi forniscono anche in questo caso un ottimo contributo al riequilibrio metabolico.

COPRINUS e MAITAKE offrono buone possibilità di influenzare il metabolismo dei carboidrati.

COPRINUS ha un effetto simile a quello dei più largamente impiegati sulfamidici.

MAITAKE permette di diminuire gli zuccheri attraverso un differente meccanismo. La sensibilità delle cellule destinate all’insulina viene innalzata.

Questo è spesso il problema nel diabete di tipo II, dove non si tratta necessariamente di una mancanza di insulina ma dell’incapacità delle cellule di reagire all’insulina presente.

Se nel diabete di tipo I sta alla base una disfunzione nei meccanismi di autodifesa, si può integrare con ABM che ha effetti immunuregolatori.

l REISHI abbassa la glicemia con modalità dose dipendente e non ha effetto sul contenuto di insulina delle isole di Langerhans.

“La natura ci fornisce tutti gli elementi necessari per avere una vita sana”.




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