Prestiti veloci: OroItaly, "nonostante i flop continuano gli spot"
Le considerazioni del sodalizio degli orafi
E' di qualche giorno fa la notizia del via libera da parte del governo ai cosiddetti 'prestiti veloci PMI da 30mila euro', introdotti dalla legge di conversione del dl Rilancio dopo l'ok dell'Europa. "La liquidità in dotazione alle banche ed il cui prestito con durata decennale è coperto al 100% dallo Stato, continua a non convincere le imprese a cui è rivolto, anche in considerazione del fatto che quello precedente che non conteneva il bonus di 5mila euro, è stato un flop in percentuale". Questa la prima sottolineatura dell'Associazione OroItaly, sodalizio che comprende le imprese orafe campane e non solo. "Nonostante le novità introdotte col bonus che innalza il tetto da 25 a 30mila euro tra cui anche la stessa semplificazione della documentazione e l'ammortamento - sottolinea Gianni Lepre, Segretario Generale di OroItaly, siamo ancora molto lontani da quel coraggio che avevamo chiesto all'esecutivo Conte bis. Non è con l'allargamento della platea dei beneficiari, o la mancia dei 5mila euro in più, o la restituzione allungata a dieci anni, o una finta semplificazione burocratica che si fa la differenza, o almeno si cerca in qualche modo di superare un empasse per il quale 30mila euro sono i costi di una bolletta". Lepre poi conclude: "Anche la possibilità di rinegoziare i prestiti già ottenuti, quelli da 25mila euro, per intenderci, appaiono un escamotage per coprire il fallimento anche in considerazione del fatto che i 25mila euro sono stati garantiti a meno della metà della platea che ne ha fatto richiesta." Al prof. Lepre fa eco il presidente di OroItaly Salvio Pace che ha sottolineato come dal punto di vista burocratico non sia cambiato assolutamente nulla. " Questa operazione maquillage, come la definisco io, non solo non serve a garantire una ripartenza, ma non serve neppure a velocizzare l'iter di percezione del credito. E' troppo semplice incollare un bollino di qualità su una liquidità garantita dallo Stato, il problema è che poi quando l'imprenditore si reca in banca la garanzia scema al primo ostacolo. In pratica, della garanzia totale la banca non ha che farsene, soprattutto in alcune aree del Paese dove il credito erogato dovrà per forza di cose attendere la copertura governativa". Pace ha poi concluso: " In altre zone d'Europa il problema lo hanno risolto: hanno annullato l'intermediario. Ma in Italia è impensabile defraudare gli istituti di credito del loro ruolo".
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