SALUTE e MEDICINA
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Psicoanalisti in linea

Anche gli operatori del campo psicologico, superate le prime comprensibili perplessità e resistenze, si sono alla fine adeguati al tutto numerico. Così, le sedute vengono sempre più spesso non solo prenotate ma anche svolte on line, ovvero “da remoto”, come si dice. Non raccontiamoci storie però: trattasi di un passaggio forzato in quanto nessuno lo ha deliberatamente scelto. Ed è anche un compromesso rispetto alle sedute classiche, una nuova impostazione che può avere, ben inteso, aspetti positivi, ma anche negativi.

FotoTra le varie e numerose implicazioni del covidismo troviamo il cosiddetto passaggio al “tutto numerico”. Trattasi di un orientamento societale che si vuole strutturale perché chiaramente anticipato e anzi dettato dagli economisti della fazione mondialista di Davos Klaus Schwab e Thierry Mailleret nel loro libro The great reset (2020).

Anche gli operatori del campo psicologico, superate le prime comprensibili perplessità e resistenze, si sono alla fine adeguati a questo andiamo. Così, le sedute vengono sempre più spesso non solo prenotate ma anche svolte on line, ovvero “da remoto”, come si dice. Non raccontiamoci storie però: trattasi di un passaggio forzato in quanto nessuno lo ha deliberatamente scelto. Ed è anche un compromesso rispetto alle sedute classiche, una nuova impostazione che può avere, ben inteso, aspetti positivi, ma anche negativi.

Psicologi e psicoterapeuti, essendo fondamentalmente dei tecnici la cui funzione è di permettere alla “macchina uomo” che si è inceppata di tornare a “funzionare” come prima (eccola la famosa “resilienza” di cui tanto si è cominciato a parlare proprio dalla pandemia in avanti), non hanno avuto troppe difficoltà a cavalcare questa nuova impostazione in quanto i consigli e altre “istruzioni per l’uso” possono essere agevolmente spacciati anche da remoto senza alterare più di tanto la prestazione.

Per lo psicoanalista, il cui approccio si basa sull’ascolto attento, è già diverso. Tale passaggio si rivela molto meno agiato, anche se non impossibile. L’investigazione dell’inconscio suscita di per sé molte resistenze. È un lavoro estremamente delicato per il quale è bene ridurre al massimo le difficoltà “estrinseche” (ovvero quelle apparentemente oggettive). Vi possono essere per esempio problemi di connessione o di digitazione in chat che sfuggono ad una adeguata interpretazione. Così, alcuni errori e lapsus vengono messi sul conto della tecnologia. In questi casi, infatti, meno ovvio risulterà lo zampino dell’inconscio. E, pur tendendo presente che un contenuto che non è analizzato oggi può ripresentarsi domani (quindi in questo senso nulla è irrimediabilmente perso), è comunque una sorta di rivincita del caso sull’inconscio, si potrebbe dire. A volte la connessione perde colpi e certe associazioni verbali possono sfuggire all’orecchio pur attento dell’analista. Vediamo quindi che il relazionarsi attraverso uno schermo aumenta piuttosto queste difficoltà estrinseche. Troviamo anche il problema della comodità. Perché parlo di problema? Perché è una sorta di trappola (per la verità presente già nell’impostazione classica, ma qui è ulteriormente amplificata) che può facilmente trarre in inganno lasciando pensare che si possa effettuare un lavoro meno impegnativo (che risparmia gli spostamenti) ma altrettanto efficace rispetto alle sedute in presenza. Quello della comodità, lo sappiamo, non è mai stato e probabilmente non sarà mai un criterio valido in analisi. Del resto è spesso così anche in altri campi, nelle relazioni specialmente. Esso diventa accettabile solo come criterio secondario, ma mai come criterio primario e non dovrebbe pertanto determinare la scelta dell’analista o di una scuola.

Tuttavia, a volte può anche essere giusto sperimentare nuovi strumenti per poi magari tirare le somme. Sperimentare è lecito, anche nel nostro campo. Da questo punto di vista, dopo circa un anno di sperimentazione, all’AIPL siamo in grado di verificare che anche l’analisi on line, con adeguati accorgimenti, fornisce risultati apprezzabili, sia a livello clinico che formativo. Si tratta in altri termini di giungere ad una visione veritiera di questo nuovo strumento, che non va né mitizzato né demonizzato; una visione basata piuttosto sul riscontro empirico che su considerazioni del tutto teoriche o su pregiudizi. Nessuno infatti, nemmeno un analista, è del tutto al riparo da pregiudizi e chiusure mentali.
Consideriamo infine che questo nuovo strumento può addirittura ampliare il ventaglio di possibilità circa la scelta dell’analista da parte dell’analizzando e quindi dare luogo a transfert che altrimenti, per via della distanza, sarebbero rimasti senza seguito.

Per quanto riguarda la formazione teorica, ormai le numerose offerte di seminari e percorsi on line da parte di scuole e associazioni assumono forme ben delineate e non destano più nessuna perplessità. L’AIPL in particolare propone ai propri soci in formazione, compreso nella quota associativa annuale senza supplemento, un webinario con un programma di lezioni particolarmente nutrite e condotte da docenti esperti. Fedeli all’impostazione interdisciplinare che ci contraddistingue sin dal 2000, il percorso teorico prevede lo studio delle maggiori correnti psicoanalitiche, della epistemologia, della storia, dei casi clinici … sino ad arrivare ai più recenti sviluppi e agli apporti di grandi autori che tanto hanno dato alla nostra Associazione e alla comunità psicoanalitica, come il Prof. Thomas Szasz e il Dr. Giorgio Antonucci.

Antoine Fratini, presidente de l'Association Internationale de Psychanalyse Laique




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