TURISMO
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Quei faraglioni di Campo Soriano

25/11/08

Maestoso, imponente, si erge il roccione che domina a quota 300 metri l'altipiano carsico dei monti Ausoni. Monumento naturale può diventare meta turistica

Quando si dice faraglione, il pensiero corre inesorabilmente veloce a quei monoliti rocciosi, prospicienti coste a falesie che, per effetto dell’azione marina, s’innalzano isolati dalle acque; famosissimi sono i tre di Capri e quelli degli scogli dei Ciclopi antistante Aci Trezza in Sicilia.

Meno famoso ma altrettanto suggestivo e degno di nota è invece il roccione che domina incontrastato, a quota di 300 mt, l’altipiano carsico dei Monti Ausoni. Tale sito è Monumento Naturale e Parco Regionale di Campo Soriano, costituito tra i comuni di Terracina e Sonnino, con la Legge Regionale n. 56 del 27.4.1965.

Con una superficie complessiva di 974 ettari, è stato il primo monumento naturale istituito nel Lazio. Qui, nella zona centrale del campo carsico, si erge maestosamente tale pinnacolo; scientificamente chiamato “hum”, assume diverse denominazioni: da ‘Carciofo di Sonnino’ a ‘Rava di S. Domenico’ e ‘Cattedrale’, per via della somiglianza ad un tempio gotico, vista la presenza in successione di tre guglie appuntite di roccia che si elevano dal rosso suolo fino ad un'altezza di 15 mt.

Troviamo inoltre, in questo luogo dall’aspetto quasi surrealistico, doline, campi carreggiati ed inghiottitoi (ovvero cavità verticali servite ad esaurire le acque, dove il microclima favorisce la crescita di alloro, leccio, pungitopo, orniello).

Il terreno rosso è frutto dei depositi residuali derivanti dall’attività chimica erosiva dell’acqua nei confronti delle rocce calcaree. L’acqua, con la sua continua attività corrosiva ed erosiva, anche per la presenza di fenditure nella roccia, ha determinato nel tempo il progressivo ampliamento delle vie di scorrimento, fino ad isolare in blocchi le iniziali emersioni di calcari.

Ora questi blocchi dalle pareti verticali sono tra loro separati da stretti corridoi e si è sapientemente provveduto, sfruttando anche le limitate spianate, a usufruire del terreno fertilissimo con coltivazioni idonee, come la vite, da cui si ricava il tipico e famoso moscato, attività che per altro non contrasta con la conservazione e tutela dell’ambiente.

La permeabilità di questi terreni e le caratteristiche delle rocce esauriscono velocemente le acque meteoriche, in circa 36 ore, costituendo così il bacino determinante per la ricarica della falda da cui Terracina attinge l’acqua potabile.

A sud-ovest di Campo Soriano, attraverso il passo di Campo dei Monaci, una strada conduce fino a Francolane, dove è presente un campo carsico dalle caratteristiche naturalistiche integrali. E’ perciò sintomatico che una visita in questi luoghi, così radicalmente diversi dal panorama marino presente a soli 8 km, ci lasci attoniti e colpiti per la variegata diversificazione naturale a cui siamo stati esposti.



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