Rating legalità e Modello 231
Sono ad oggi 23 le imprese la cui ragione sociale può leggersi all’interno dell’Elenco delle imprese con rating di legalità tenuto dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Un risultato interessante per una qualificazione che, con ritardo e tra non poche polemiche, è diventata operativa da poco più di un mese.
È del 14 novembre 2012 la delibera dell’AGCM recante il regolamento per l’attribuzione del rating, mentre ancora atteso resta il provvedimento del ministero dell’Economia che dovrebbe chiarire la reale portata della certificazione.
Il rating di legalità è una sorta di pagella con cui l’impresa viene valutata sul rispetto normativo e sull’eticità del proprio operato. Abilitate a richiedere l’inserimento all’interno dell’Elenco sono tutte le imprese, in forma individuale o collettiva, iscritte nel registro delle imprese da almeno due anni, che abbiano la propria sede operativa in Italia e abbiano raggiunto un fatturato minimo di due milioni di euro nell’anno precedente alla richiesta. A dare i voti, su istanza del legale rappresentante dell’impresa, è l'Autorità garante della concorrenza e del mercato che può concedere da un minimo di una fino ad un massimo di tre stellette, a seconda del grado di compliance normativa dell’azienda richiedente.
I benefici promessi non sono ancora stati integralmente disvelati, sebbene già all’interno del Decreto Liberalizzazioni sia stato preannunciato che le imprese con rating di legalità potranno usufruire di agevolazioni per la concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario (art. 5-ter D.L. 1/2012, modificato dal D.L. 29/2012, e convertito con modificazioni dalla L. 62/2012). Non resta dunque che attendere l’emanazione del decreto ministeriale che andrà a definire come le banche dovranno regolarsi di fronte alle richieste di prestiti e fidi da parte di aziende meritevoli, per comprendere l’effettiva importanza del punteggio di merito. Resta comunque inteso che, in periodi di simile difficoltà economica, qualsiasi agevolazione può rivelarsi decisiva.
Le prime attribuzioni di rating da parte dell’AGCM risalgono alla fine del mese di aprile scorso. Le imprese ad oggi valutate come meritevoli sono espressione di realtà aziendali assai diverse tra loro sia per dimensioni e modalità di gestione che per tipologia di attività. Tuttavia pare che ad oggi l’interesse per il rating di legalità sia stato dimostrato perlopiù da imprese collocate in zone caratterizzate dal radicamento di fenomeni di criminalità organizzata o che operano in settori di attività a forte rischio di infiltrazione mafiosa.
Variegato è anche il panorama dei punteggi attribuiti: da una a tre stellette. A quanto pare, ciò che conta, non è conseguire il massimo del punteggio, ma entrare a far parte dell’elenco degli operatori onesti.
Perché ciò sia possibile, occorre essere in possesso dei requisiti minimi previsti dall’art. 2 del Regolamento AGCM . Tra questi importanza fondamentale è attribuita all’assenza di condanne a carico dei soggetti coinvolti nella gestione dell’Impresa per i reati presupposto della responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del D. Lgs. 231/2001, nonché all’assenza di sanzioni amministrative a tal titolo erogate nei confronti dell’impresa che richiede l’iscrizione. Inoltre, l’adozione di un Codice Etico o di un Modello di organizzazione, gestione e controllo volto a prevenire la commissione dei suddetti reati, costituiscono due delle condizioni che consentono all’impresa di ottenere una valutazione più alta.
D’altronde, mai come negli ultimi anni, si è manifestata l’esigenza di garantire che l’organizzazione d’impresa sia improntata al rispetto dei valori cardine di legalità ed eticità. L’obiettivo è garantire una gestione delle attività economiche, rispettosa dei diritti fondamentali dei lavoratori e della collettività, delle pubbliche necessità e della libera concorrenza e per raggiungerlo si richiede innanzitutto che tali beni giuridici non siano violati attraverso la commissione di reati. Per questo la compliance rispetto al D. Lgs. 231/2001 diventa un punto focale della nuova disciplina per l’attribuzione del rating di legalità, ad ulteriore riprova del rilievo fondamentale attribuito dal Legislatore ai sistemi penal-preventivi implementati all’interno delle realtà aziendali.
Dal canto suo, il Modello di organizzazione, gestione e controllo si conferma lo strumento principe per garantire l’onesta gestione delle attività di impresa e raggiungere gli obiettivi di legalità ed eticità.
Grazie alla sua efficacia preventiva ed all’idoneità a ridurre il rischio di commissione di quegli specifici reati che impedirebbero il conseguimento di una positiva valutazione, l’adozione del c.d. Modello organizzativo ai sensi del D. Lgs. 231/2001 diventa una tappa pressoché obbligata nella strada per il conseguimento del rating di legalità. Ciò non soltanto per le imprese che intendano sottoporre all’AGCM un’immediata richiesta, ma anche per tutti gli operatori che non escludano di presentare istanza in futuro che implementando un simile strumento sarebbero enormemente agevolati nel raggiungimento e nel mantenimento dei requisiti minimi per l’attribuzione della prima fondamentale stelletta.
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