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Recupero crediti: quando denunciare il debitore

20/08/18

Insolvenza fraudolenta: quando non pagare un debito costituisce reato. La truffa al creditore.

FotoI debiti sono la conseguenza di un illecito di natura civile e non penale: il mancato rispetto di un contratto. Pertanto l’unica conseguenza è solo l’avvio del procedimento di esecuzione forzata, meglio noto come pignoramento. In pratica, il creditore deve prima rivolgersi al giudice per ottenere quello che tecnicamente viene detto “titolo esecutivo”: si tratta di un ordine giudiziale di adempiere all’obbligazione. Non c’è bisogno del tribunale se il creditore ha già in mano una cambiale, un assegno o un contratto di mutuo firmato davanti a un notaio.

Non pagare i debiti è reato solo quando il debitore tenta, con artifici o raggiri, di far credere di avere la possibilità per onorare l’impegno economico. Si pensi al caso di chi chiede un prestito ad una finanziaria presentando a garanzia la propria busta paga o la CU, già sapendo che, di lì a breve, sarà invece licenziato. Il reato è quello di insolvenza fraudolenta, molto simile alla truffa.

Il codice penale punisce chi, dissimulando il proprio stato di insolvenza, contrae una obbligazione con il proposito di non adempierla, quando questa non sia poi effettivamente adempiuta (art. 641 codice penale). L’obbligazione assunta dal debitore deve avere ad oggetto una prestazione di dare del denaro e non quella di svolgere una determinata attività a favore dell’altra parte (ad esempio non commette il reato chi promette di realizzare un dipinto pur non avendone le capacità) (Cass. sent. n. 39890/09.)



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