ECONOMIA e FINANZA
Articolo

Riflettori sull'Italia - il debito pubblico pesa!

15/07/11

La situazione in Italia sta portanto numerosi imprenditori ad avviare una ltd nel Regno Unito.

L’Italia deve raggiungere il pareggio di bilancio per ridurre anche il debito, in un arco di tempo più diluito; ma questa manovra non può essere troppo punitiva, altrimenti ci scordiamo la crescita economica, che già stenta e non da ieri. L'articolo viene riportato da SOLUTION CENTER LTD e tratto da Finanza Blog

La crisi greca ha acuito i problemi e acceso i riflettori anche sull’Italia. Da piccoli investitori potremmo anche essere allettati da Btp quindicennali al 5,90%, ma se poi non possiamo rivenderli sul mercato secondario - a meno di perderci - il vantaggio è presto finito.

E il deterioramento del quadro generale non può che danneggiare tutti. Non rimane che sperare nelle capacità dei nostri governanti; o in alternativa nel convincere i tedeschi a occuparci di noi e mettere le cose a posto.

Buone notizie, buone intenzioni, sacrifici presenti e futuri, ma alla fine i mercati non sembrano soddisfatti e puniscono ancora l’Italia per il suo eccessivo debito pubblico e per l’incapacità di una classe dirigente e politica che non ha agito quando aveva più margini di manovra e maggiore consenso sociale.

Ieri sono dovuti intervenire il Presidente della Repubblica - che ha parlato di “miracolo” per una manovra finanziaria approvata senza assalti alla diligenza e senza troppe polemiche - e addirittura il governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, il quale ha provato a rabbonire gli investitori e tessere le lodi dell’Italia. Ma i risultati sono stati magri.

L’asta dei Btp, in effetti, è andata bene, segno che gli investitori sono ancora disposti ad affidare i loro soldi al Tesoro italiano; il problema è che, in cambio del denaro, pretendono tassi di interesse molto elevati - molto più elevati anche rispetto a qualche mese fa - che a loro volta peseranno sul debito pubblico perché generano interessi più alti. Alla fine della giornata lo spread fra i Btp e i Bund tedeschi è aumentato “solo” di pochi punti, ma comunque la differenza è superiore al 3%.

I Btp a 15 anni sono stati collocati a un tasso del 5,90%, i livelli più alti dalla nascita dell’Unione monetaria europea. Di conseguenza il Tesoro dovrà pagare interessi alti e lo stato dei conti pubblici risentirà anche di questo elemento ulteriore di debolezza: non sono bastati una manovra finanziaria irrobustita e neppure la dimostrazione che l’Europa non assiterà senza intervenire al crollo di fiducia nei confronti del debito italiano.

Se infatti paesi relativamente piccoli come Irlanda, Grecia e Portogallo non sono davvero una minaccia per l’equilibrio europeo, nessuno può permettersi un default dell’Italia, nemmeno gli Stati Uniti che a loro volta devono fare i conti con un debito pubblico sempre più fuori controllo. Il problema è che l’Europa non ha gli strumenti politici per agire in fretta e con decisione: e dovrebbe forse decidersi a crearli!

Finanza ed economia si intrecciano a questo punto e non è possibile tenere distinti e distanti i due piani, come spiega con molta chiarezza anche Guido Tabellini sul Sole24Ore.

L’Unione Europea ha bisogno di un meccanismo per tutelare i paesi più grandi con un alto debito pubblico: in una situazione di mercati finanziari tranquilli non ci sarebbero problemi, ma con mercati “isterici” e in fondo a bassa liquidità, il pericolo è reale.



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