SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Ruolo della CRISINA nella chemioprevenzione: dal miele d’acacia ai funghi commestibili

La chemioprevenzione rappresenta una strategia preventiva che utilizza composti naturali per impedire, ritardare o invertire la carcinogenesi. I flavonoidi, in particolare, sono tra i principali composti bioattivi oggetto di studio per il loro ruolo nella modulazione dello stress ossidativo, dell’infiammazione e della proliferazione cellulare.

FotoLa crisina (5,7-diidrossiflavone) è un flavonoide naturale appartenente alla famiglia dei flavoni, ampiamente distribuito in piante, fiori e alcuni alimenti come il miele e i funghi. È stata identificata per la prima volta nella propoli, ma il suo interesse scientifico è cresciuto per le sue numerose proprietà biologiche, tra cui la capacità di esercitare effetti antiossidanti, anti-infiammatori e antitumorali. In particolare, la crisina ha mostrato potenzialità nell'inibire la crescita di tumori e nel modulare meccanismi di stress ossidativo, rendendola un composto promettente nella chemioprevenzione.
La struttura chimica della crisina è caratterizzata da un anello flavonoide con due gruppi idrossilici (OH) in posizione 5 e 7, che sono fondamentali per la sua attività biologica. Questi gruppi fenolici sono responsabili della sua capacità di scavenger (neutralizzare) i radicali liberi, un processo cruciale nel contrastare il danno cellulare e l'infiammazione.

La crisina agisce in diversi modi per prevenire la carcinogenesi, in particolare:

- Induzione dell’apoptosi: la crisina induce la morte cellulare programmata (apoptosi) nelle cellule tumorali, inibendo le proteine anti-apoptotiche come Bcl-2 e attivando caspasi-3 e Bax, che favoriscono la morte delle cellule maligne [1].
- Inibizione della proliferazione cellulare: in vari modelli cellulari, la crisina inibisce la crescita delle cellule tumorali, arrestando il ciclo cellulare in fase G1/S, impedendo la replicazione incontrollata [2].
- Inibizione della metilazione del DNA: la crisina modula l’epigenetica, interferendo con la metilazione del DNA, un meccanismo che regola l’espressione genica e può portare alla silenziazione di geni suppressori tumorali.
- Proprietà anti-infiammatorie: agisce su diverse vie infiammatorie, come la via NF-kB, che è implicata in numerosi tumori. La sua capacità di inibire l’espressione di citochine pro-infiammatorie, come TNF-α e IL-6, contribuisce al controllo dell'infiammazione cronica, una condizione favorevole alla formazione di tumori [3].

Il miele ha una lunga tradizione di uso nella medicina popolare per vari scopi che sono stati ampiamente descritti anche nella letteratura medica di Egitto e la Grecia. Il rapporto dell’uomo con il miele si perde nella notte dei tempi e si colora di divino e di miracoloso. E’ documentata la presenza di piante che producono nettare e polline fin da 150-100 milioni di anni or sono. Le prime api compaiono da 50 a 25 milioni di anni fa, insieme ai primi esemplari di primati. Le api sociali, cioè le api vere e proprie che funzionano come organismo collettivo, avrebbero un’età che va da 20 a 10 milioni di anni or sono. Un milione di anni fa compare l’uomo.

Negli ultimi anni vi è stato un ritorno di interesse nelle proprietà mediche e benefiche del miele anche da parte della comunità scientifica, in quanto mostra un ampio spettro di attività biologiche come ad esempio attività antibatterica, antifungina, citostatica, cicatrizzante e, in ultimo ma non meno importante, attività antiossidante, antitumorale e chemopreventiva.

La maggior parte degli effetti biologici che il miele mostra sono principalmente dovuti alla presenza di composti bioattivi di origine vegetale, quali acidi fenolici e flavonoidi. Ogni tipo di miele è caratterizzato da un particolare pattern di metaboliti secondari che rispecchiano l'origine botanica del miele stesso; tuttavia i metaboliti maggiormente rilevabili sono apigenina, crisina e quercetina per la classe dei flavonoidi e, acidi cloro genico, acido cumarico e acido gallico, per la classe degli acidi fenolici.

Tutti questi metaboliti secondari sono ampiamente studiati per il loro potenziale come "buone molecole" nella chemoprevenzione. La chemioprevenzione rappresenta una strategia preventiva che utilizza composti naturali o sintetici per impedire, ritardare o invertire la carcinogenesi. I flavonoidi, in particolare, sono tra i principali composti bioattivi oggetto di studio per il loro ruolo nella modulazione dello stress ossidativo, dell’infiammazione e della proliferazione cellulare.

Tra questi, la crisina (5,7-diidrossiflavone) ha suscitato crescente interesse per le sue potenziali applicazioni antitumorali. Le fonti naturali di crisina includono propoli, miele, e, più recentemente, alcuni funghi commestibili.

I modi in cui i flavonoidi possono operare come agenti chemiopreventivi possono essere suddivisi in tre distinti meccanismi:

1) prevenendo l'attivazione metabolica delle molecole cancerogene;
2) prevenzione della proliferazione delle cellule tumorali da parte di disattivazione o down-regolazione di enzimi pro-ossidanti o enzimi di trasduzione del segnale;
3) inducendo la morte delle cellule tumorali (apoptosi).

La crisina è un flavonoide caratteristico del miele di acacia, in quanto costituisce circa il 50% del totale dei metaboliti secondari presenti in questo miele monoflorale. Il miele di acacia proviene dal nettare dei fiori di un albero che cresce spontaneo in diverse zone d’Italia. Viene spesso chiamata gaggìa. Stiamo parlando della robinia pseudoacacia, della famiglia delle Fabacee o Leguminose, originaria dell’America del Nord, seppur ormai naturalizzata anche in Europa da più di 400 anni. Il più antico albero di robinia, nonché il primo a essere piantato nel 1601, è ancora esistente e visibile. Si trova al centro di Place Renè Viviani a Parigi.

I fiori della robinia pseudoacacia sono bianchi e riuniti in grappoli pendenti. Hanno un intenso profumo, avvertibile anche a distanza. Il periodo di piena fioritura in Italia è tra la fine di aprile e inizio maggio. Il miele di acacia tende a non cristallizzare per l’alto contenuto di fruttosio, proprietà che rende questo miele ottimo come dolcificante per tè, tisane e infusi. Contiene pochi enzimi e sali minerali, ma molta crisina, un flavonoide antinfiammatorio e antiossidante, con un’efficace azione antitumorale. Rinforza le difese immunitarie ed è un energizzante naturale.

In diversi studi è stato dimostrato che la crisina è un potente inibitore dell'enzima aromatasi, è in grado di modulare i recettori GABAA e GABAC, ha inoltre un effetto inibente la crescita di cellule maligne in diversi tipi di cancro attraverso un'azione pro-apoptotica, modulando proteine ed enzimi chiave della vitalità cellulare come ad esempio le MAPK p38 ed ERK 1/2, Bax e Caspasi, ed interferendo con la progressione del ciclo cellulare.

La crisina si trova in quantità importanti oltrechè nel miele, anche nel polline d’api, nella propoli, nella passiflora e in alcuni funghi. La crisina ha mostrato un’ampia gamma di attività biologiche, tra cui la prevenzione dello stress ossidativo, dell’infiammazione, della neurodegenerazione e della cancerogenesi. Per questo motivo, è considerata un composto promettente nella prevenzione e nel trattamento di molte malattie, tra cui cancro, diabete e malattie neurodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson. Inoltre, potrebbe sostenere i livelli di testosterone e promuovere la fertilità maschile.

Tuttavia, un limite critico della crisina è la sua scarsa biodisponibilità orale, dovuta a rapido metabolismo epatico (glucuronidazione e solfatazione) e bassa solubilità in acqua. Studi clinici indicano che l’assunzione tramite alimenti (come il miele) contribuisce solo in parte al raggiungimento di concentrazioni sistemiche efficaci. L’assunzione regolare e sinergica con altri polifenoli e nutrienti può esercitare un effetto cumulativo favorevole.

La crisina si trova in varie piante (medicinali e non), prodotti dell’alveare, frutti e prodotti derivati, tra cui:

• miele (fino a 5,3 mg/kg nel miele di bosco);
• propoli (fino a 28 g/l);
• passiflora (Passiflora incarnata);
• funghi (a livelli variabili, inferiori a 0,5 mg/kg).

Tra i funghi più studiati per la presenza di composti fenolici e flavonoidi, Agaricus blazei, Pleurotus ostreatus e Ganoderma lucidum sono quelli che hanno mostrato tracce rilevabili di crisina e di altri flavoni correlati (Alves et al., 2012; Wasser, 2014). Tali composti sembrano essere implicati nella risposta adattativa dei funghi agli stress ambientali, ed è plausibile che svolgano un ruolo bioattivo anche nell’organismo umano dopo l’assunzione.

Sebbene i funghi contengano crisina in quantità minori rispetto al miele d'acacia e alla propoli, essi offrono una vasta gamma di altri composti bioattivi, come β-glucani, triterpeni e altri flavonoidi, che contribuiscono alle loro proprietà antiossidanti e immunomodulanti. L'integrazione di funghi nella dieta può quindi offrire benefici sinergici nella prevenzione delle malattie croniche, inclusi alcuni tipi di cancro.

Il miele d'acacia, oltre a fornire crisina, è una fonte di zuccheri semplici e altri composti fenolici che possono avere effetti benefici sulla salute. Tuttavia, è importante considerare che il contenuto di crisina nel miele può variare e che, per ottenere effetti terapeutici significativi, potrebbero essere necessarie quantità elevate o l'utilizzo di estratti concentrati.

MECCANISMI MOLECOLARI DELLA CHEMIOPREVENZIONE DA CRISINA

1. Attività antiossidante
La crisina agisce da scavenger dei radicali liberi (ROS) e aumenta l’attività degli enzimi antiossidanti endogeni (GSH, SOD, CAT), prevenendo i danni ossidativi a livello di DNA, proteine e lipidi — fattori fondamentali nella genesi tumorale (Samarghandian et al., 2014).

2. Effetti antiproliferativi e pro-apoptotici
Numerosi studi in vitro hanno mostrato che la crisina:
• Induce l’arresto del ciclo cellulare in fase G0/G1.
• Stimola le vie apoptotiche intrinseche (caspasi-3, citocromo c).
• Inibisce la via PI3K/Akt e attiva AMPK, modulando la sopravvivenza cellulare (Monasterio et al., 2004).

3. Inibizione della metastatizzazione
La crisina riduce l’espressione delle metalloproteinasi MMP-2 e MMP-9, coinvolte nella degradazione della matrice extracellulare, rallentando i processi di migrazione e invasione tumorale (Weng et al., 2017).

4. Attività anti-aromatasi
Uno dei meccanismi distintivi della crisina è l’inibizione dell’enzima aromatasi (CYP19A1), cruciale nella sintesi di estrogeni a partire dagli androgeni. Questa proprietà è particolarmente utile nei tumori estrogeno-dipendenti (es. carcinoma mammario), dove una riduzione della stimolazione estrogenica può rallentare la progressione (Campbell & Kurzer, 1993).

Alla luce delle evidenze disponibili, si suggerisce l’inclusione regolare nella dieta di alimenti ricchi in crisina, come il Pleurotus ostreatus e il miele d’acacia, come strategia di supporto alla chemioprevenzione. Il consumo settimanale di funghi Pleurotus (almeno 2-3 volte, circa 100–150 g a porzione), preferibilmente cotti leggermente o sotto forma di estratti idroalcolici, può contribuire all’assunzione di crisina e di altri composti antiossidanti sinergici (β-glucani, lovastatina naturale). Analogamente, l’uso moderato di miele d’acacia (1–2 cucchiaini al giorno) in sostituzione di dolcificanti raffinati può offrire un apporto costante di flavonoidi, compresa la crisina, favorendo al contempo una dieta antinfiammatoria. Tale approccio nutrizionale, integrato in uno stile di vita sano e bilanciato, potrebbe sostenere i meccanismi fisiologici di difesa cellulare e contrastare processi precancerosi, pur non sostituendo in alcun modo le terapie farmacologiche convenzionali o i controlli oncologici.

Bibliografia
1. Alvarez-Suarez JM, Giampieri F, Battino M. (2010). "Honey as a source of dietary antioxidants: Structures, bioavailability and evidence of protective effects against human chronic diseases." Curr Med Chem, 17(14): 1652–1656.
2. Samarghandian S, et al. (2014). "Chrysin suppresses proliferation and induces apoptosis in human lung cancer cell line." Asian Pac J Cancer Prev, 15(17): 7059–7063.
3. Weng CJ, et al. (2017). "Chrysin induces apoptosis in human colon cancer cells through combined inhibition of the Akt and ERK signaling pathways." Food Chem Toxicol, 106: 103–114.
4. Campbell DR, Kurzer MS. (1993). "Flavonoid inhibition of aromatase enzyme activity in human preadipocytes." J Steroid Biochem Mol Biol, 46(3): 381–388.
5. Monasterio A, et al. (2004). "Flavonoids induce apoptosis in human leukemia U937 cells through caspase- and caspase-calpain-dependent pathways." Nutrition and Cancer, 50(1): 36–45.
6. Alves MJ et al. (2012). “Antimicrobial activity of phenolic compounds identified in wild mushrooms, with possible mode of action.” Food Chem Toxicol, 50(7): 2042–2048.
7. Wasser SP. (2014). “Medicinal mushroom science: current perspectives, advances, evidences, and challenges.” Biomed J, 37(6): 345–356.
8. Heleno SA et al. (2015). “Bioactivity of phenolic acids from wild mushrooms.” Ind Crops Prod, 77: 389–396.




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