VARIE
Comunicato Stampa

Salone Ginevra 2011

23/03/11

Anche in occasione del Salone di Ginevra 2011, intervistiamo Jacopo Bargellini, Giornalista, Design Manager, docente IED e da quest’anno coordinatore del nuovo Master in Design Management in partenza a Maggio allo IED di Milano.

Jacopo, perché questo ritardo nel concedere l’intervista su Ginevra?

Di solito parlo del Salone già il primo o il secondo giorno di apertura, a caldo, rischiando magari di essere un po’ tagliente, elaborando solo la prima impressione.
Quest’anno ho voluto prendere un attimo di pausa e riflettere di più, ma vedo che le mie considerazioni non sono cambiate di una virgola in queste due settimane, segno che forse, almeno da un punto di vista del design, ho elaborato una particolare sensibilità , che è poi quella che mi guida nelle mie consulenza aziendali.
In secondo luogo devo dire che le mie non sono mai semplici recensioni delle novità, ma piuttosto analisi della situazione attuale del design e delle sue linee evolutive; in tale ottica, settimana più settimana meno, poco importa.


Cosa ti ha colpito di più?

La spregiudicatezza dell’uso del Brand da Parte di numerose aziende, in primis, ovviamente, da parte di Marchionne con la Lancia.

Puoi essere più preciso?

Per fare un po’ di accademia citando Colin Bates, “il Brand è un insieme di percezioni nella mente dei consumatori”
Ora storicamente il Brand Lancia è “ eleganza italiana”, e anche laddove tale eleganza ha ceduto il passo ala sportività, penso alla Stratos, alla Fulvia HF, alla Montecarlo ( e alla 037) l’insieme era pienamente Lancia, e contribuiva, come è giusto che sia, al rafforzamento del valore del marchio.
Poi il marchio si è perso, per colpa di tristi interpretazioni dei suoi valori da parte di un noto designer, vedi Thesis e Lybra, ma soprattutto da parte del Management, che ha ucciso l’unica auto che poteva far partire alla riscossa la Lancia, e cioè la “nuova Fulvia coupè” presentata alcuni anni fa all’IAA di Francoforte, osannata da giornalisti e dai semplici curiosi, e condannata ad uno scandaloso ed ingiustificato oblio.
Ora io non perdo altro tempo su questo argomento, bollando l’operazione di appiccicare lo scudetto Lancia su due orrende Chrysler come suicida, non tanto commercialmente, perché purtroppo le due auto si venderanno comunque, ma per il valore del marchio, destinato a scendere parecchio.

E per quanto riguarda il Design cosa ci puoi dire di Ginevra?
Intanto tutta questa smania del verde e dell’ecologico che aveva messo in secondo piano il design nell’edizione 2010 è sparita dalla ribalta degli stand per trovare il suo giusto spazio nelle retrovie.
Ginevra, lo ribadisco, è il Salone del Design, non dell’ecologia.
Che poi una bellissima auto sia anche elettrica o emetta pochissimo è solo una bella notizia, mentre un’auto pulitissima ma dal design sgradevole e bene che a Ginevra non venga neanche.
Proseguendo, sono stato molto incuriosito, come tutti del resto, dalla Ferrari FF , una shooting brake coraggiosa, sia per la scelta del design che per la trazione, ma devo dire che di persona rende solo nel colore rosso, in bianco o in argento sembra una familiare sportiva e basta.
Particolare, forse troppo, anche la Alfa Romeo 4C, francamente se mi avessero detto che era la nuova Lotus Evora ci avrei creduto
Compatta, potente, vita di vespa e posteriore imponente, la 4C mi ha colpito anche per l’uso di una vernice opaca effetto gommato, mai vista su un’auto

Altri colori non è che ne abbia visti, anzi direi che quest’anno non c’erano particolari indicazioni di tendenza da questo punto di vista: molti i grigi metallizzati, i bianchi, i neri qualche giallo e arancione fino allo Yopper ( yellow & Copper) ed al rosso lampone, già visto ma mai veramente decollato.
Un sottofondo di rosso molto scuro metallizzato, quasi bordeaux, quello sì, ma è dai tempi della presentazione della CLS a Francoforte 6 anni fa che gira questa tonalità.
Direi piuttosto che la vera tendenza era nella finitura, dalla gommatura della 4C di cui ho già detto al gloss/matt, contemporaneità di lucido ed opaco trovata in molti modelli, tra cui la Bugatti, ma anche la Renault, la Smart Fourspeed e la Magna Steyr Mila.

Tornando al design, nonostante sia già stata presentata due anni fa a Francoforte e sia già in strada trovo sempre priva di concorrenti la Aston Martin Rapide, quattro porte con l’eleganza di un coupé, niente a che vedere con quel carrozzone che è la Panamera.
E qui, riallacciandomi al discorso che ho fatto all’inizio sul Brand, mi pongo una domanda sulla presenza allo stand Aston di un modello miserevole, la Cygnet, obbrobriosa operazione di remake di una toyota IQ a marchio Aston
Ma stiamo scherzando?
E qui vorrei , perché l’operazione mi sembra veramente insensata
Ma non riesco.
Volete una Aston da Città?
Disegnatela voi!
Sapete cosa mi ha risposto Riccardo Venturin, sales manager del concessionario Aston Martin di Milano quando ho visto la Cygnet in anteprima in Febbraio?
“ Ma lo sa Lei quanto costa disegnare una macchina da zero?”
Riccardo ! ( peraltro persona squisita e gentilissima) ma la sai tu la differenza tra costo e valore, e conosci il gap di posizionamento che c’è tra la Aston Martin e la Toyota?
Anche qui , la stessa considerazione fatta su Lancia: la Cygnet qualcuno che la compra lo trovano, ma il marchio?
Siamo a livelli di ARNA, per chi se la ricorda, ma qui invece della colpa c’è il dolo: ai tempi dell’ARNA l’Alfa Romeo era alla frutta, e utilizzare la carrozzeria della Nissan Cherry sembrò a molti un’idea per uscire dalla crisi.
Quanto tempo ci ha messo però l’Alfa Romeo per ridare il giusto valore al Brand.?
Decenni
Aston, qui l’unica che ci guadagna è la Toyota dato che la IQ è invendibile, con un prezzo iniquo ed una taglia schiacciata tra la Smart e la 500 .
Mah…

Auto Particolari?
Il concept BMW Connect , filante e asimmetrico come una barchetta, con le porte a scomparsa nei parafanghi anteriori è la connettività a tutto campo.
La nuova Lamborghini Aventador, eccessiva ( e ispirata) come lo fu la Carabo di Bertone, il concept della nuova Audi a3 ( ma non sembra una A4?) la già citata Smart Fourspeed, una roadster elettrica.
Il concept Mini Rocketman, veramente riuscita, ed infine una marca sconosciuta ai più , la Magna Steyr, che presentava la Mila, un’auto della taglia di una Mini con una linea accattivante, finitura metà lucida e metà opaca ed un touch screen sul parafango anteriore sinistro per settare le sospensioni prima di entrare in macchina.
Delusioni?
Delusioni vere, cioè ti aspetti molto e poi rimani deluso, poche.
Senz’altro la nuova SLK che perde molto nel frontale che sembra quello di una berlina, poi il nuovo furgone Volkswagen, il Bulli: tutti a gridare al miracolo, ma chi segue il settore sa che al Salone di Ginevra del 2000 fu presentato il vero erede del mitico pulmino, un concept bellissimo azzurro fuori e bianco cristallo dentro, di tutt’altra levatura, mentre il Bulli sembra una Touran appena un po’ più carina.
Delusioni confermate cioè che ti aspetti poco e trovi ancora meno?
Regina della categoria la Saab con la presentazione di un’improponibile concept, inutile nella tipologia e senza alcun senso nel design, che dà la misura del caos che regna e di come siano spesi male i nuovi soldi della Spiker ( che addirittura sembra stia vendendo il suo stesso marchio Spiker per dedicarsi unicamente alla Saab!).
Poi la Honda, ormai scomparsa, nel senso che fisicamente c’è ma non conta più nulla.
Infine ahimè e lo dico con una fitta la cuore, Pininfarina che firma un Crossover TERRIFICANTE con il marchio De Tomaso ( altra cosa terrificante, una De Tomaso Crossover?)

Sorprese?
La Jaguar di Bertone.
Per me Bertone era morto, ma l’eleganza di questa Jaguar fa ben sperare


Regina della festa ?
La Pagani Huayra
Sostituire la Zonda era una missione impossibile ma il bravo Horacio ci è riuscito perfettamente






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