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San Magno tutto da scoprire

20/11/08

Un muro di origine romana rinvenuto durante i lavori di recupero dell'Abbazia a Fondi. E l'avventura archeologica continua...

A Fondi, l'abbazia di San Magno, è ancora un mondo da scoprire. Durante i lavori di recupero dell'importante monastero medievale alcuni tecnici della Soprintendenza avrebbero rinvenuto un altro muro di epoca romana. Un "opus incertum" simile a quello rinvenuto nei pressi della sorgente, al livello inferiore dell'abbazia. Il secondo terrazzamento sarebbe visibile da un'apertura verso destra vicino il camminamento realizzato nella necropoli. Da anni la Soprintendenza dei Beni Culturali stava studiando la struttura paleocristiana.

Qui, nel 522 d.C. circa, Sant'Onorato volle fondare, ai fini di perpetuare la memoria del martirio di San Magno, che insieme ad altri 2597 cristiani suggellò col sangue la fede, un complesso monastico comprendente la chiesa, una curtis per la funzione economica, il chiostro, il dormitorio e la mensa per i monaci.

E fino al 1072 fu governato dagli abati ordinari senza altra dipendenza finchè passò sotto l'abbazia di Montecassino. Poi nei secoli il ruolo dell'Abbazia, non solo in senso religioso, ma anche economico e sociale è stato rilevante, come pure i saccheggi e le numerose distruzioni ad opera dei barbari nei tempi antichi e dei francesi che nel 1798 demoliscono alcuni locali del convento dopo averlo saccheggiato per lasciarlo in balia degli "sciacalli" che portano a termine l'opera di spoliamento.

Dopo un lunghissimo periodo di abbandono in cui l'Abazia ha raggiunto il massimo del degrado, a causa delle intemperie e dell'uso improprio di cui è stata fatta oggetto. Negli ultimi due secoli è stata addirittura usata come stalla per le pecore e quindi successivamente è stata danneggiata fin nelle strutture portanti che conservano, tuttavia, l'impressione del suo splendore rinascimentale.

La recente scoperta è stata fatta nel corso dei recenti scavi coordinati dalla Soprintendenza. La città di Fondi sorge sulla pianura litoranea compresa fra il mare Tirreno, l'omonimo lago e i monti Aurunci. Antichissima “urbe aurunca” fu successivamente occupata dai Volsci. Di "Fundi" già se ne parla nell'anno 338 a.C. al tempo della guerra latina.

Motivo per cui è ricca di un generoso patrimonio archeologico. I lavori all'Abbazia sono tuttora in corso, ma l'ultimo ritrovamento chiude una fase importante per gli scavi di recupero. Con il contributo di 1 milione e mezzo di euro stanziati dalla Regione Lazio sono già stati recuperati la chiesa superiore e inferiore del monastero, il mulino medioevale, mentre l'antico acquedotto che recava l'acqua dalla sorgente al mulino è stato ristrutturato con l'apporto economico del Consorzio di Bonifica del Sud Pontino.

Quest'ultimo ente ha pensato in particolare alla sistemazione del letto del torrente fino al ponte della contrada San Magno. Manca, però, ancora il recupero della parte esterna dell'abbazia. Nella chiesa medievale sono stati rinvenuti un ciclo di affreschi della vita di San Benedetto e nella parte sottostante dell'abbazia anche due vasche che probabilmente servivano all'allevamento di specie ittiche.



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