SANGRE DE DRAGO, lattice di CROTON LECHLERI: il piú potente e veloce cicatrizzante esistente in natura
La linfa rosso sangue del sangue di drago (CROTON LECHLERI) è stata utilizzata nella medicina popolare per fratture, ferite, infiammazioni, disturbi gastrointestinali, reumatismi, disfunzioni della circolazione sanguigna e cancro.
Il Sangre de drago è il piú potente e veloce cicatrizzante esistente in natura. Il Sandre de Drago è il lattice, simile al sangue, che esce da un albero della foresta amazzonica quando si incide la sua corteccia. Il Sangre de Drago puó essere utilizzato quindi come coadiuvante dei meccanismi di riparazione della pelle. E’ stata dimostrata, inoltre, anche la sua azione benefica nei confronti dell’herpes labialis e nelle punture d’insetto: grazie ai suoi costituenti dona sollievo, limita l’infiammazione e favorisce la risoluzione. In campo odontoiatrico è utilizzato per la cicatrizzazione delle gengive dopo un intervento chirurgico: accelera i processi di guarigione.
Il Sangre de Drago o Sangre de Grado è diventato il simbolo delle potenzialità che le piante medicinali hanno per i Paesi in Via di Sviluppo, nel caso specifico il Perù. Una nicchia di mercato estremamente interessante, quella dei cicatrizzanti, una risorsa ampiamente disponibile, anche se rapidamente esauribile, la possibilità di coltivarla in maniera attiva all'interno delle moderne tecniche di agroforrestry, ne fanno un tipico esempio dei cosiddetti "No-Timber Forest Product", i prodotti della foresta che non derivano dal taglio del legname.
Il Croton lechlerii viene considerata una pianta "pioniera": cresce infatti soprattutto nelle aree di deforestazione ed è una delle specie più comuni nella cosiddetta fase di riforestazione secondaria (successiva cioè a un fase di disturbo dell'habitat naturale). Il termine "pioniere" indica appunto quelle piante a rapida crescita che generalmente favoriscono l'ambiente adatto alla germinazione dei semi di altre piante che costituiranno poi la ricostruzione della foresta "primaria". E un simbolo di come l'utilizzo intelligente di tali risorse, fatto in maniera di non depauperarne le riserve naturali può rappresentare un incentivo alla conservazione dell'ambiente piuttosto che una minaccia a questo.
Con il termine Sangre de Grado o Sangre de Drago si indica il lattice (simile al sangue, appunto) che sgorga per semplice incisione da alcune specie Amazzoniche dl genere Croton (Euphorbiaceae):
- Croton lechleri Muell Arg
- Croton draconoides Muell. Arg.
- Croton palanostigma Klotzsch
A parte queste tre specie vanno aggiunte il Croton cajucara Benth ed il Croton urucurana Baillon, due specie brasiliane, che presentano usi abbastanza vicini a quello delle altre specie, pur possedendo una profilo biochimico relativamente differente. La composizione chimica del lattice di queste specie è comunque radicalmente diversa di quelle delle analoghe e ben più famose specie africane.
Il Sangre de Drago viene impiegato da secoli nella foresta Amazzonica come cicatrizzante ed emostatico tanto per via esterna ed interna. Le sue proprietà colpirono subito i coloni spagnoli che lo considerarono una dimostrazione di quella "teoria delle signature", allora tanto in voga in Europa, per la quale un prodotto naturale simile al sangue doveva avere necessariamente un'azione ematica. Furono proprio gli spagnoli ad attribuirgli il nome di "Sangre de Drago" o "Sangre di Grado": a questo termine oggi diffuso in tutta l'Amazzonia corrisponde un numero incredibile di nomi vernacolari.
FITOCHIMICA
Il "Sangre de Drago" contiene al suo interno tre componenti, farmacologicamente attive. Un frazione alcaloidea, tra cui predomina senza dubbio la taspina, ad attività citotossica (naturalmente in vitro) nei confronti delle cellule V-79 (Itokawa et al. 1991) e KB (Chen et al. 1994) e ad azione antinfiammatoria in alcuni modelli animali. Per il momento è stata studiata nei test dell'edema da carragenina nella zampa di ratto, in quello del granuloma indotto da una pallina di cotone e in quello della poliartrite da adiuvante (Persinos Perdue et al. 1979) L'azione principale della taspina (Sangre de Drago- RENACO -standardizzato in taspina all'1%) sembra comunque consistere nella sua capacità di richiamare i fibroblasti, le cellule più importanti nel processo di cicatrizzazione, quelle che producono il neotessuto. Il Sangre de Drago è, infatti, soprattutto un cicatrizzante.
A questo riguardo il Sangre de Drago contiene due altri tipi di sostanze: le proantocianidine, che gli conferiscono l'impressionante velocità di cicatrizzazione, che costituiscono circa il 90% del peso secco (Cai et al. 1991) e una frazione costituita da lignani diterpenici, ad azione parzialmente simile a quella della taspina (Cai et al. 1993, Pieters et al. 1993).
SANGRE DE DRAGO: IL CICATRIZZANTE ESTERNO
Le sostanze senza dubbio più importanti sembrano essere le proantocianidine. La loro complessa conformazione stereochimica provoca, infatti, una precipitazione delle proteine seriche: questa sembra essere dovuta principalmente a un'azione fisica piuttosto che chimica. Ne consegue la formazione di una crosta resistente in meno di 24 ore (Pieters et al 1995). La successiva azione cicatrizzante (formazione di neotessuto) sembra invece essere imputabile soprattutto alla taspina, che alcuni considerano il vero e proprio principio attivo del Sangre de Drago (Vaisberg 1989). Alla luce dei dati più recenti sembrerebbe che l'azione degli alcaloidi consista soprattutto nel richiamo dei fibroblasti e possa influenzare la capacità di produrre nuovo tessuto cicatriziale (Porras-Reyes B. et al. 1993). I lignani, come la 3',4-0-dimetilcedrusina, sarebbero poi, come dimostrato dal test di incorporamento delle timidina tritiata nelle cellule endoteliali, in grado di preservare il tessuto originario (Pieters L et al. 1992).
Tra le proprietà terapeutiche del Sangre de Drago quella che colpisce di più è comunque la sua velocità. E' evidente che questa proprietà rende il Sangre de Drago un bene prezioso per gli indigeni della foresta Amazzonica: il particolare habitat delle foreste tropicali con la loro ricchezza di microrganismi rende infatti potenzialmente pericolosa qualsiasi ferita, anche la più trascurabile.
Qualcuno ha obiettato che tali proprietà sarebbero superflue nel nostro ambiente , ma la presenza di numerose patologie dovute ad una cicatrizzazione insufficiente o troppo lenta (ulcere da decubito, ulcere varicose, ecc), per le quali sostanzialmente non esistono terapie consolidate, costituisce viceversa un più che ragionevole motivo per approfondire le possibilità terapeutiche di questo prodotto naturale.
SANGRE DE DRAGO: L'USO INTERNO.
Negli ultimi anni comunque sono apparsi interessanti lavori scientifici da parte di aziende, tra l'italiana Renaco, che hanno proposto prodotti a base di Sangre de Drago, come lattice naturale. Tali studi, sono stati finalizzati sostanzialmente a dimostrare:
- un'efficacia scientificamente dimostrata delle indicazioni tradizionali ;
- costi senza dubbi più contenuti, rispetto altri prodotti naturali;
Senza dubbio il campo di applicazione più promettente è quello delle patologie gastrointestinali dove le proprietà cicatrizzanti del Sangre di Drago possono diventare estremamente utili per ottenere un sollievo immediato da disturbi come le ulcere gastrointestinali, le gastriti erosive etc. Attualmente disponiamo comunque solamente di studi su modelli animali.
Il primo studio è in pratica una valutazione su alcuni modelli animali delle proprietà antiulcera e antidiarroiche del Sangre de Drago. Nelle ulcere prodotte da acido acetico la riduzione di diminuzione (lunghezza x profondità) era significativa anche a diluizioni di 1:1000 o 1:10000 (verosimilmente corrispondenti ad una dose per bocca di 1 goccia/die) (Miller et al. 2000). Tale riduzione veniva misurata dalla ridotta attività della mieloperossidasi, indice del contenuto di granulociti e quindi del processo infiammatorio è palesemente diminuita nei gruppi trattati con Sangre di Drago.
Le ulcere trattate risultavano più piccole, meno infiammate e con minor colonizzazione batterica rispetto a quelle non trattate. Per quanto riguarda la presenza di batteri nelle ulcere questa risultava decisamente ridotta nei gruppi trattati con Sangre de Drago. Una diluizione 1:10 di Sangre de Drago risultava fortemente efficace, mentre la diluizione 1:100 perdeva decisamente le sue proprietà.
Estrapolando i dati sull'uomo si può ricavare che i dosaggi di Sangre de Drago necessari per esercitare una significativa azione antibatterica sarebbero decisamente superiori (intorno alle 30-40 gocce almeno tre volte al giorno). Esisterebbe quindi una duplice azione del Sangre de Drago: ad un dosaggio corrispondenti a 2-3 gocce /die (circa 60-600 mgr/die) eserciterebbe un'azione cicatrizzante, mentre a dosaggi 10-20 volte superiori avrebbe un'attività antimicrobica, riducendo il contenuto batterico dell'ulcera (Miller et al. 2000).
Si discute ancora se questo avvenga grazie ad un'azione battericida diretta, peraltro evidenziato a forti concentrazioni in vitro (Chen et al. 1994), o tramite un'azione sui fattori che regolano il microambiente gastrico rendendolo inidoneo alla proliferazione batterica (Miller et al. 2000). Il Sangre de Drago non sembra possedere un'azione sulla secrezione gastrointestinale, quindi è improbabile un meccanismo di secondo tipo. Interessante è anche l'azione di questa sostanza naturale sulle terminazioni nervose, responsabile dell'effetto analgesico. Si tratta di un'azione solo parzialmente nota e piuttosto complessa: forse anche la nota azione antidiarroica del Sangre de Drago è imputabile, oltre che ad un'inibizione dell'cAMP, ad un'azione diretta sul sistema nervoso enterico.
In ogni caso la somministrazione di una concentrazione all'1% di Sangre de Drago, standardizzato all'1% in taspina (1 goccia in ½ bicchiere di acqua) attenua la reazione iperemica e dolorosa alla capsicina (Miller et al 2001). L'azione è probabilmente a livello delle afferenze nervose, come dimostrato dal fatto che il Sangre de Drago è in grado di esercitare la sua azione analgesica e antinfiammatoria, anche se l'agente irritante viene iniettato sottocute. Tutto questo a livello clinico trova riscontro nell'uso del Sangre de Drago sia come rimedio per uso topico nelle otiti e nelle punture da insetto (Miller et al. 2001).
Per quanto riguarda l'uso interno, invece, indicato in ulcere e gastriti, è ancora da definire con esattezza il meccanismo d'azione. L'effetto cicatrizzante, si somma con quello analgesico e antibatterico, anche se quest'ultimo implica dosaggi abbastanza elevati. Le azioni sopraccitate non sembrano comunque imputabili in maniera chiara e definibile alle differenti frazioni del prodotto ed i tentativi di identificare singoli composti responsabili dell'attività terapeutica sono naufragati. Al momento, la complessità d'azione del Sangre de Drago sembra esser riconducibile essenzialmente ad un effetto sinergico tra le diverse componenti. Anzi in un mondo, quello della fitoterapia, in cui la parola sinergia viene spesso impiegata senza alcuna solida base scientifica il Sangre de Drago rappresenta una delle poche eccezioni evidenti (Williamson 2000).
CONCLUSIONI
La recente riscoperta del Sangre de Drago racchiude in se interessanti considerazioni. Fino ad oggi abbiamo sempre considerato un ideale progresso nell'utilizzo delle piante medicinali quello che partiva dall'impiego della semplice decozione ed arrivava progressivamente all'isolamento del principio attivo. Man mano che si progrediva in tale cammino si arriva ad un prodotto sempre più competitivo e scientificamente sofisticato. Il Sangre de Drago è l'evidente smentita di tale approccio obsoleto. Non sempre comunque isolare un composto chimico significa in termini di costi ed efficacia ottenere un successo.
Il recente successo del prodotto naturale ed i risultati degli ultimi studi scientifici evidenziano come viceversa il Sangre de Drago sia un prodotto la cui efficacia è probabilmente dovuta ad un insieme di sostanze chimiche che agiscono a più livelli e su diversi target. Tale uso rende ragione dell'efficacia del suo impiego tradizionale: isolarne un composto finisce probabilmente con il ridurne le attività benefiche ad una sola, spesso parziale e non competitiva rispetto a quella di altri prodotti sintetici. Isolarne un singolo composto significa quindi non solo aumentarne i costi, ma anche diminuirne l'efficacia. Il Sangre de Drago è uno degli esempi più classici di effetto sinergico (Williamson 2000).
Tale concetto si sta oramai facendo largo, oltre i limiti della fitoterapia, diventando un nuovo modello di considerare le risorse cliniche a disposizione del moderno terapeuta (Williamson 2001). In questo senso il lattice dei popoli dell'Amazzonia sta diventando il simbolo di una ritrovata competitività del prodotto naturale rispetto al prodotto farmaceutico. E di nuovi presupposti su cui fare ricerca scientifica.
Dr. Antonio Bianchi - medico - Ambulatorio di Fitoterapia ASL di Brescia
Dr. Arrigo Dianin - medico - Creazzo (Vicenza)
STUDIO CLINICO
E’ stato designato per valutare l’effetto del sangue de drago sulla guarigione delle ferite. Nello studio sono stati coinvolti 60 pazienti di età compresa tra 14 e 65 anni (31 donne e 29 uomini), che sono stati sottoposti a rimozione di marische anali (piccole masse di cute nell’area anale e peri-anale). Al basale non c’erano differenze significative fra i gruppi relativamente alle variabili demografiche (p = 0.799) e alla superficie delle ferite (p = 0.946).
Si è trattato di uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco e controllato verso placebo in cui i pazienti sono stati sopposti a trattamento con crema attiva (con sangre de drago) o placebo dopo asportazione di marische (3-10 mm) tramite cauterizzazione (100 ferite complessive, 45 nel gruppo attivo e 55 in quello placebo). I pazienti sono stati valutati al 3°, 5°, 7°, 10°, 14° e 20° giorno allo scopo di monitorare il processo di guarigione e di misurare la superficie della ferita.
Messi assieme e confrontati i dati ricavati dall’attività di monitoraggio, è emerso che la crema con sangre de drago ha ridotto in termini statisticamente significativi (verso placebo) la durata media della guarigione delle ferite (p = 0,0001). Gli autori ritengono che, come evidenziato da numerose ricerche, questi effetti siano da attribuirsi a principi attivi presenti nel preparato come la taspina. Aggiungono inoltre che trattandosi di un trattamento naturale, sicuro, conveniente e potente dovrebbe essere incluso fra le opzioni e risorse disponibili per promuovere la guarigione delle ferite. Infine, ritengono che studi più ampi siano opportuni allo scopo di definire un più solido profilo di efficacia e sicurezza. Il testo integrale del report che riferisce i risultati è disponibile gratuitamente via PubMed (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26870678/). Ricerca realizzata da associati a vari istituti, fra questi: Pharmacognosy Department, Marine Natural Pharmaceutical Research Center, School of Pharmacy, Jundishapur University of Medical Sciences, Ahvaz, Iran.
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