Schisandra e Phyllanthus niruri per la salute del fegato
Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano e svolge funzioni fondamentali per il metabolismo, la digestione degli alimenti, la difesa dell’organismo e l’eliminazione delle sostanze tossiche. Esistono sostanze naturali in grado di depurarlo, ripristinandone la corretta funzionalità.
La Schisandra chinensis è una pianta rampicante molto bella, in grado di abbellire giardini e pergolati, che in Italia risulta ancora poco conosciuta, sia per le sue proprietà estetiche che per le sue molteplici possibilità di impiego terapeutico.
La pianta Schisandra chinensis (Turcz.) Baill., famiglia delle Schisandracee ha un fusto legnoso, che, se lasciato libero di crescere, può raggiungere anche dieci metri di altezza, con fitte foglie appuntite, medio-piccole, leggermente carnose di un bel colore verde chiaro lucente con marcate nervature, e frutti sono bacche rosso vivo porpora che maturano a fine estate e durano sino l’inverno con le prime gelate.
Il nome tradotto dal cinese significa “seme dei cinque aromi” perché il gusto -sia delle bacche che dei semi in esse contenuti- è una combinazione di sapori acido, dolce, salato, pungente e amaro.
Sono proprio queste le parti utilizzate in fitoterapia: le bacche vengono essiccate al sole e da qui si ottengono dei preparati con estratti e polvere fresca che trovano impiego soprattutto per i loro effetti antiossidanti e per aumentare l’energia del nostro organismo.
La principale proprietà della schisandra è infatti quella adattogena, perché è capace di aumentare molto la resistenza allo stress e di stimolare il sistema nervoso centrale ad una capacità di adattamento a condizioni esterne sfavorevoli, ma gli impieghi dei suoi frutti (polpa delle bacche e semi) in realtà possono essere molteplici, tant’è che questa pianta è annoverata tra le 50 specie fondamentali dalla medicina cinese.
I frutti infatti sono infatti in grado di stimolare il cuore, perché grazie agli attivi contenuti diventano vasodilatatori, normalizzanti la pressione sanguigna specie nelle insufficienze respiratorie. Poi alzano le difese immunitarie nei confronti di batteri e virus ed hanno proprietà antiasmatiche, antitussive, antibatteriche, espettoranti. Tendono inoltre a regolarizzare il ph gastrico (che è uno dei principali bersagli dello stress che ci fa venire acidità e mal di stomaco) alzandolo quando è basso e viceversa.
Stimolano anche il sistema nervoso centrale con il miglioramento dei riflessi, della resistenza e della capacità di concentrazione, ed hanno proprietà antiossidanti e protettive della cellula epatica del fegato, quindi risultano utili soprattutto in caso di intensa attività fisica, per ridurre le tossine prodotte. Rivestono un ruolo importante anche nei confronti degli eccessi di sudorazione soprattutto quelli spontanei e notturni, e quindi nella perdita di sali minerali. Infine, per la presenza della vitamina A ed E, riescono anche a migliorare l’aspetto della pelle.
L’erba fu descritta per la prima volta da Shen Nong come tonico del qi (energia vitale) e balsamo per la tosse, dal momento che “fortifica lo yin e rafforza l’essenza maschile”. Proviene dall’estremo oriente, in particolare ha habitat naturale in Manciuria ma si trova in tutto il nord e nord-est della Cina e nelle regioni limitrofe della Russia e della Corea.
Fin dall'antichità la Schisandra chinensis funge da presidio terapeutico della farmacopea tradizionale Cinese. Nell'Antica Medicina Tradizionale Cinese viene chiamata "Wu Wei Zi", un nome che rimanda ad una delle sue principali caratteristiche, si dice infatti che la pianta possieda tutti e 5 i gusti dell'antica erboristeria cinese: è nello stesso tempo acida, dolce, amara, salata e pungente.
In un antico testo di agricoltura cinese risalente al 300 a.C., lo Shen Nong Ben Cao Jing, si narrava dell'utilizzo della Schisandra per "prolungare gli anni di vita senza invecchiare", aumentando l'energia del corpo ed agendo come tonico sessuale. Sempre negli antichi testi della medicina tradizionale cinese, alla pianta vengono riconosciute diverse virtù: usata come tonico astringente dei polmoni e dei reni, per ridurre la sudorazione spontanea, per controllare l'incontinenza urinaria e la spermatorrea.
Il suo utilizzo anche come adattogeno è stato oggetto di studio dei ricercatori russi a partire dagli anni '50 mentre gli studi sulle proprietà epatoprotettrici e antidiabetiche della pianta si basano su studi condotti dai ricercatori cinesi già dagli anni '70.
Studi in vitro hanno dimostrato che questa pianta ha proprietà antinfiammatorie e antitumorali e protegge dalla cardiotossicità indotta da adriamicina, un farmaco antitumorale. In modelli animali si è visto che la schisandra protegge il fegato da varie tossine e ha un effetto benefico dopo l’infarto del miocardio, migliora la resistenza e il metabolismo, migliora le funzioni cognitive ed esercita attività antimicrobica, antiossidante, neuroprotettiva e ipoglicemizzante.
I lignani attivi isolati dalla pianta, in particolare la schisandrina A, hanno dimostrato di essere in grado di invertire la resistenza multifarmaco mediata da P-glicoproteina (Pgp) di varie linee cellulari tumorali a doxorubicina, vincristina e paclitaxel. Sono molto pochi invece gli studi condotti sull’uomo. Due piccoli trial clinici suggeriscono un miglioramento dei sintomi nei soggetti con fegato grasso utilizzando una miscela di estratto di schisandra e sesamina, un lignano commercializzato come integratore, e un possibile beneficio per i soggetti con epatite C cronica, quando la schisandra è associata con altri antiossidanti assunti per via orale.
I lignani (dibenzocicloottadiene lignani) sono i principali responsabili delle proprietà medicinali della schisandra. Questi composti sono predominanti nei frutti, ma si possono trovare anche nelle foglie, nei germogli e nei semi. L’attività farmacologica dei lignani di schisandra è stata indagata in centinaia di studi che ne hanno confermato effetti adattogeni, stimolanti sul sistema nervoso centrale, epatoprotettivi e potenzialmente antitumorali (1).
Un altro importante gruppo di composti biologicamente attivi isolati dalla schisandra è rappresentato dai triterpenoidi. Si aggiungono inoltre flavonoidi e acidi fenolici, che sono polifenoli con proprietà antiossidanti, oli essenziali e polisaccaridi.
Un’altra piccola ricerca ha valutato una combinazione di erbe che includeva anche la schisandra e suggerisce un effetto benefico sulle prestazioni cognitive. Si è inoltre riscontrato che riduce gli effetti collaterali (diarrea e agitazione) associati al farmaco tacrolimus e migliora la funzionalità epatica in pazienti sottoposti a trapianto di fegato. Sono necessarie però ulteriori ricerche per determinare l’effettiva efficacia della schisandra e per evidenziare anche le possibili interazioni e/o effetti collaterali ad essa associati. A oggi non sono stati riportati effetti collaterali di rilevo, anche se la schisandra non è stata studiata a fondo nell’uomo.
In un piccolo studio sono stati osservati eventi avversi minori, come sonnolenza ed estremità fredde, sia nel gruppo trattato sia in quello placebo.
Schisandra ch. inibisce CYP3A4 e CYP1A2 e può influenzare la concentrazione intracellulare dei farmaci metabolizzati da questi enzimi. L’uso a lungo termine può inoltre indurre l’attività del CYP3A4. Si richiede quindi cautela se si stanno assumendo farmaci substrato del citocromo P450 3A4 o 1A2 perché la schisandra può aumentare il rischio di tossicità o ridurne gli effetti.
SALUTE DEL FEGATO
Ci sono diverse ricerche scientifiche che hanno esaminato gli effetti delle bacche di Schisandra sul fegato. Eccone alcune:
• Uno studio del 2013 pubblicato sulla rivista “Phytotherapy Research” ha dimostrato che l’assunzione di estratto di bacche di Schisandra ha ridotto significativamente i livelli di enzimi epatici danneggiati in un gruppo di pazienti con epatite cronica B.
• Un altro studio del 2015 pubblicato sulla rivista “Food & Function” ha dimostrato che l’assunzione di bacche di Schisandra ha ridotto i danni al fegato causati dall’assunzione di alcol nei topi.
• Uno studio del 2018 pubblicato sulla rivista “Food & Nutrition Research” ha dimostrato che l’assunzione di un estratto di bacche di Schisandra ha migliorato la funzione epatica in un gruppo di pazienti con steatosi epatica non alcolica.
• Un altro studio del 2020 pubblicato sulla rivista “Food & Function” ha dimostrato che l’assunzione di bacche di Schisandra ha migliorato la funzione cognitiva e la resistenza fisica in un gruppo di pazienti con cirrosi epatica.
I flavonoidi della schisandra, come quercetina ed esperetina, possono alleviare lo stress ossidativo sul fegato e migliorare la funzionalità epatica.
È stato dimostrato che un estratto acquoso di schisandra ha abbassato i trigliceridi epatici, il colesterolo totale, il contenuto di glucosio e i livelli di ALT (alanina aminotransferasi) da parte di un fegato danneggiato dal fenofibrato (un agonista PPARα) in topi normali e ipercolesterolemici (2).
In uno studio pilota su 50 persone con epatite C cronica, una combinazione orale di antiossidanti contenente schisandra ha ridotto la carica virale, i livelli di ALT e il danno tissutale nel 25-44% dei pazienti; inoltre, ha migliorato la valutazione dello stato di salute nel 58% dei soggetti (3).
In 45 pazienti con funzionalità epatica compromessa, una combinazione di sesamina ed estratto di schisandra ha ridotto i livelli di transaminasi, l’infiammazione e il danno ossidativo al fegato, e migliorato i livelli di glutatione e la steatosi epatica (4).
CONTROLLO DELLA GLICEMIA
Estratti acquosi di polpa e buccia del frutto di schisandra hanno dimostrato una forte azione inibitoria nei confronti degli enzimi intestinali deputati alla digestione dell’amido. Queste proprietà ipoglicemiche sono state ulteriormente confermate da studi in vivo, nei quali il suddetto estratto ha ridotto la glicemia nei ratti dopo somministrazione orale di una soluzione di saccarosio. L’efficacia di questo estratto è risultata superiore a quella osservata per l’acarbosio, un noto inibitore dell’α-glucosidasi usato come farmaco contro il diabete (5). Sono necessari ulteriori studi.
LO STUDIO (5) SULLA FORZA MUSCOLARE
Questo studio di recente pubblicazione ha valutato l’effetto dell’estratto di schisandra sulla forza muscolare del quadricipite e sull’acido lattico a riposo in un gruppo di 45 donne adulte e in buona salute in post-menopausa (61,9 ± 8,4 anni).
Le partecipanti al trial sono state suddivise in modo casuale nel gruppo di trattamento (n = 24) che ha ricevuto 1000 mg di estratto di Schisandra chinensis al giorno e in un gruppo di controllo (n = 21) che ha invece assunto un placebo (1000 mg di amido); l’osservazione è durata 12 settimane.
Sono state valutate con la metodologia statistica Anova la differenza nei due gruppi di massa muscolare, funzione fisica e dei livelli di acido lattico nonché le variazioni tra la baseline e a 12 settimane. I risultati hanno evidenziato un aumento statisticamente significativo (p = 0,001) della forza muscolare del quadricipite e una riduzione anch’essa significativa del livello di lattato a riposo nel gruppo sperimentale sottoposto a supplementazione con schisandra.
La conclusione di questo piccolo studio è che l’estratto di schisandra contribuisce a migliorare la forza muscolare e a ridurre il livello di acido lattico a riposo in donne adulte, contribuendo al benessere di questa fascia di popolazione.
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PHYLLANTHUS NIRURI
Il Fillanto, Phyllanthus niruri, è una pianta erbacea perenne alta circa 30-40 centimetri appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae, originaria dei paesi tropicali della foresta pluviale Amazzonica; è presente in molte altre zone tropicali del pianeta quali India, Cina, Madagascar, America Latina; in Perù è chiamata Chanca Piedra cioè "spaccapietre", in riferimento alle sue tradizionali proprietà di contrastare la formazione di calcoli renali. Il nome Phyllanthus (dal greco phyllon = foglia e ànthos = fiore) è stato attribuito da Linneo a questo genere di piante per la curiosa caratteristica dei loro rami appiattiti in guisa di foglie che, nel periodo della fioritura, portano fiori che sembrano spuntare dalle foglie (che in realtà sono i rami). Il Phyllanthus niruri produce caratteristici fiori gialli.
La droga, cioè la parte di pianta contenente i principi attivi, è costituita dalla pianta intera, dotata di sapore amaro. E' utilizzata da millenni dall'Ayurveda, antica medicina tradizionale indiana, per problemi legati all'apparato genito-urinario, lesioni cutanee, disturbi del metabolismo.
Attualmente il suo uso prevalente è mirato per la funzionalità renale, in quanto il Fillanto aumenta la solubilità dei sali alcalini ostacolandone l'aggregazione, aiuta a controllare il tasso batterico dell'apparato genito-urinario, e contribuisce quindi ad effettuare una prevenzione contro la tendenza costituzionale di un organismo alla litiasi renale (la formazione di calcoli), oltre a favorire l'espulsione della renella ("sabbia renale"), e a normalizzare il tasso degli acidi urici, contrastando l'iperuricemia e la gotta.
Il Fillanto esercita anche un'azione miorilassante, in particolare sulla muscolatura liscia della zona uro-genitale, azione che favorisce il decongestionamento della zona prostatica, con riduzione degli spasmi e del dolore perineale tipici delle prostatiti a decorso cronico. Per questa proprietà antispasmodica, il Fillanto può essere utilizzato anche durante crisi acute di coliche o di gotta.
Il Fillanto influisce positivamente sull'ipertensione, svolge inoltre un'azione protettiva sulle cellule epatiche, utile in particolare in caso di steatosi epatica o epatiti di vecchia data, e interviene anche sul controllo dei livelli ematici di colesterolo. L'estratto di Fillanto è inoltre impiegato per favorire il buon funzionamento cellule epatiche.
CARATTERISTICHE
Nel 1990, il dottor Wolfram Wiemann (Nuremburg, Germania) trattò oltre 100 pazienti con calcoli renali con del phillantus niruri proveniente dal Perù e riuscì a eliminare pietre nel 94% dei casi.
Nel 1995 ricercatori indiani hanno trattato soggetti umani con l’estratto in capsule di phillantus niruri per l’alta pressione sanguigna e hanno ottenuto una riduzione significativa della pressione sistolica e un aumento significativo nel volume dell’urina e dell’escrezione del sodio. L’effetto diuretico di questa pianta è stato registrato fin da 1929. Nel 1995 studi superiori effettuati su oltre 300 casi, hanno segnalato una riduzione significativa della glicemia nei soggetti umani studiati. In numerosi studi clinici si è rilevato che una sostanza contenuta nel phillantus niruri, l’acido ellagico ha la proprietà di inibire la riduttasi dell’aldoso (ARI) sostanze che possono portare alla neuropatia diabetica.
Sin dal 1960, il Phillantus niruri è stato oggetto di ricerca fitochimica per determinare i costituenti attivi e le loro attività farmacologiche. La pianta è una fonte ricca di principi attivi, alcuni trovati soltanto nel genere Phillantus. Molti dei costituenti attivi sono attribuiti ai lignans, ai glicosidi, ai flavonoidi, agli alcaloidi, agli ellagitannins ed ai fenilpropanoidi che sono biologicamente attivi e si trovano nella foglia, nel gambo, e nella radice della pianta. Questa pianta quindi ha un’azione diuretica eccellente, coadiuvante nelle terapie diabetiche e rigenerante di tutto il sistema urinario. Emolliente per calcoli costituiti da fosfati e da ossalati, facilita quindi la rimozione in tutti i casi; risulta anche essere un ottimo rimedio per la costipazione intestinale e può essere usato per la prevenzione dei calcoli e la regolarizzazione del tasso degli acidi urici.
L’integratore HEPA 65 della ditta RENACO è un preparato naturale a base di Fillanto amaro, Fillanto niruri e Schisandra, associati per sostenere la funzionalità epatica riportando i valori nella norma. In caso di sovraccarico epatico Hepa 65 è in grado di svolgere un’efficace azione di depurazione: i suoi principi attivi lavorano in maniera sinergica con il risultato di disintossicazione, protezione del fegato e regolarizzazione della sua attività . Il prodotto è, inoltre, dotato di un’azione energizzante che aiuta la risoluzione dei disturbi che tipicamente si associano alle funzioni epatiche, quali sonnolenza e astenia.
Fonti:
• About Herbs, Botanicals & Other Products Memorial Sloan Kettering Cancer Centre New York
• https://magazine.x115.it/x115/schisandra
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
1. Schisandra chinensis e le sue applicazioni fitoterapiche (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31431019/)
2. Effetti dell'integrazione alimentare combinata con fenofibrato e polpa di Schisandrae Fructus sui livelli di lipidi e glucosio e sulla funzionalità epatica nei topi normali e ipercolesterolemici (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25733812/)
3. Trattamento dell'infezione cronica da virus dell'epatite C tramite antiossidanti: risultati di uno studio clinico di fase I (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16082287/)
4. Miglioramento della funzionalità epatica negli esseri umani utilizzando una miscela di estratto di frutto di schisandra e sesamina (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22610748/)
5. Park J, Han S, Park H. Effect of Schisandra Chinensis Extract Supplementation on Quadriceps Muscle Strength and Fatigue in Adult Women: A Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Trial. Int J Environ Res Public Health. 2020 Apr 4;17(7):2475.
6. J Nat Med. 2020 mar 19. doi: 10.1007 / s11418-020-01394-w The effects of inhibiting the activation of hepatic stellate cells by lignan components from the fruits of Schisandra chinensis and the mechanism of schisanhenol He X, Chen J, Mu Y, Zhang H, Chen G, Liu P, Liu W
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