ECONOMIA e FINANZA
Articolo

Soldi pubblici

13/12/08

Guadagni Privati

SOLDI PUBBLICI E GUADAGNI PRIVATI.
di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco

Era veramente strano sentir parlare il Ministro Giulio Tremonti di intervento dello Stato in economia. La carriera di Tremonti è stata costruita tutta sulla cultura del mercato, sulla competizione e sul privato, sicuramente più efficiente del pubblico.
Sono anni che siamo stati bombardati da queste teorie, ma da quando è recessione economica e la crisi si sta mostrando in tutta la sua gravità, tutti hanno cambiato idea e sono diventati fautori dell’intervento dello Stato in economia.
Fino ad ora gli interventi, però, sono stati poca cosa, soprattutto se si pensa agli ingenti stanziamenti anticrisi degli Stati Uniti, della Germania, della Francia e della Gran Bretagna.
Tranne il fondo di sostegno per le banche e gli scarsi aiuti alle famiglie, non è stato fatto gran che.
I risultati che si stanno ottenendo da questi interventi sono scarsi o poco visibili, tranne il silenzio che è sceso sulla crisi dei grandi gruppi bancari: Unicredit e Banca Intesa, non abbiamo registrato nessun segnale positivo, anche perché le banche continuano a restringere il credito alle piccole e medie imprese ed è sempre più difficile ottenere un mutuo anche se i tassi Europei sono in continua discesa.
Ma quali sono gli aiuti che si stanno approntando per la nostra economia?
Il modo in cui si è risolta la questione Alitalia è stato uno degli esempi di come il Governo ha aiutato degli imprenditori privati ad entrare nell’affare del trasporto aereo.
Pensate, che dopo tutto quello che è stato fatto per C.A.I. , senza che nessuno se ne accorga, il gruppo di imprenditori patrioti, avrà dallo Stato un altro vantaggio: poiché non c’è stata una cessione di attività da parte dell’Alitalia alla C.A.I.; tutti i lavoratori della vecchia compagnia sono stati messi in cassa integrazione. Secondo gli accordi, circa 13.000 dipendenti sono stati riassunti per ognuno di essi, la CAI avrà i contributi che spettano alle aziende che assumono lavoratori in cassa integrazione. Per un semplice passaggio di carte, la C.A.I. ottiene un bel risparmio.
Vediamo come si articola l’azione economica del Governo: innanzi tutto Tremonti vuole continuare nell’azione di risanamento del deficit pubblico.
La finanziaria 2008, approntata dal Ministro Padoa Schioppa per il Governo Prodi, senza tagli alle scuole, alle politiche sociali, alla cultura ed agli Enti Locali, ha visto una diminuzione del debito pubblico in cifra netta di 18 miliardi di Euro, insieme ad un considerevole aumento delle entrate.
Per Tremonti bisogna continuare a diminuire il debito pubblico, non solo per rimanere dentro al sistema dell’Euro, ma perché i nostri buoni del tesoro non li sottoscrive più nessuno e le aste vanno sistematicamente deserte.
In questo modo, come se fosse una impresa, l’Italia ha poca liquidità di cassa e non può muoversi liberamente nel panorama economico della crisi. Questa situazione è evidenziata dal dato sulla recessione, l’Italia ha una diminuzione di crescita del PIL superiore a tutti gli altri paesi occidentali.
Tremonti già nel precedente Governo aveva la necessità di reperire soldi liquidi e disponibili immediatamente; la sua attenzione era stata attratta dalla Cassa Depositi e prestiti e si era mosso subito per metterci le mani sopra.
La Cassa Depositi e prestiti è una delle più antiche istituzioni economiche del nostro paese, fu infatti costituita nel 1850 dall’allora Ministro del Tesoro del Regno di Savoia: Camillo Benso Conte di Cavour. Nel 1857, la Cassa, forte della raccolta economica del risparmio pubblico, cominciò a finanziare gli enti locali che in questo modo ebbero la possibilità di fare interventi di miglioramento del proprio territorio, sostenendo lo sviluppo delle nuove tecniche in agricoltura indirizzando in questo modo lo sviluppo dell’intero Regno.
La Cassa Depositi e Prestiti, svolge ancora oggi un ruolo importante, perché finanzia a basso tasso di interesse gli Enti Locali, che possono realizzare opere pubbliche, che non potevano essere messe in atto con i pochi soldi del bilancio ordinario.
I soldi che confluiscono nella Cassa provengono dal risparmio postale: libretti al portatore e buoni fruttiferi, CCT e BOT.
In questo momento nella Cassa sono immediatamente disponibili 99,5 miliardi di euro; mentre sono depositati altri 100 miliardi di Euro. Una somma enorme, pari a dieci finanziarie, per questo fanno gola al Ministro Tremonti, che se riesce a rendere utilizzabili dallo Stato questo patrimonio, realizza un colpo senza precedenti.
Nel 2003 la Cassa, con un provvedimento di Ministro, era stata trasformata in una Società per Azioni, la cui proprietà è del 70% del Ministero dell’Economia e per il restante 30% a Fondazioni Bancarie.
L’intenzione era quella di trasformarla in una Banca di Investimenti del Tesoro, ma allora i gruppi bancari italiani erano troppo forti e glielo impedirono. Adesso che, quegli stessi gruppi, hanno necessità di essere sostenuti dallo Stato, non hanno potuto esprimere nessun parere sulla decisione del Governo di inserire all’articolo 22 del decreto della Finanziaria, la trasformazione della Cassa in Istituto Bancario per gli investimenti.
Tremonti si è addirittura spinto sino al punto di chiedere alla Commissione Europea che gli aiuti previsti per la crisi ed i finanziamenti messi a disposizione dalla B.E.I. fossero gestiti da questo nuovo strumento finanziario del Governo.
Che cosa significa tutto questo: innanzi tutto appropriarsi del piccolo risparmio degli italiani ed utilizzarlo come una banca, senza riconoscere ai cittadini nuove condizioni contrattuali, così come prevede il mercato bancario. In secondo luogo, qualsiasi opera potrà essere finanziata con questi soldi senza passare più dagli Enti Locali, infine sarà a discrezione del Governo la scelta delle opere da realizzare. E’ facile prevedere che i finanziamenti per l’Expo di Milano saranno presi dalla Cassa, così come è facile immaginare che il Ponte sullo Stretto possa essere finanziato dai risparmi postali dei pensionati italiani.
E’ curioso registrare la contraddizione di questo Governo, che nel frattempo che parla di Federalismo fiscale, toglie l’Ici ai Comuni e gli toglie anche la possibilità di accedere alla Cassa Depositi e Prestiti per finanziare la propria progettazione nel settore dei lavori pubblici.
Ecco, risolto il problema dei soldi per finanziare una economia in recessione, disporre in maniera pubblica i risparmi dei cittadini, per finanziare gli imprenditori amici, che nelle opere pubbliche vedono il loro futuro. Certo, mettere in moto 190 miliardi di euro, significa molto per l’economia italiana, solo che nessuno potrà decidere quali interventi fare, mentre molta parte di quei soldi serviranno alla sopravvivenza di una classe di imprenditori che rischia poco e guadagna molto.
Se per questo, si deve sacrificare una Istituzione storica dello Stato, debbono essere messi in ginocchio gli Enti Locali, che devono augurarsi il federalismo fiscale altrimenti non avranno più soldi per amministrare, poco importa.
Purtroppo il sindacato è diviso, il Partito Democratico non riesce a risolvere i suoi vecchi problemi, il paese crede ancora in Berlusconi, bisogna continuare a denunciare ed informare, fino a quando non saranno chiari gli effetti disastrosi di questa politica.

Napoli, 13/12/08

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