Stregati da un colibrì
L'ultimo romanzo di Veronesi a bordo su "La Nave di Teseo"
Un libro che ispira alla riflessione di quella parte migliore della nostra vita, la parte che si può sognare e che probabilmente resta sospesa nel tempo. C'è un profondo carico di umanità che diventa un’ode incredibile e spesso dimenticata della vita che racchiude in sè gioie e dolori. Il protagonista è uno di quei personaggi alla prima impressione comuni ma che sanno fare la differenza quando inizi a conoscerli meglio. Lui ha una caratteristica unica: il dono dell’immobilità che lo porta a confronto con il volo così speciale di un colibrì che batte le sue ali continuamente con una gran fatica per rimanere fermo, come a voler fermare il tempo mentre tutto il resto continua ad andare avanti.
Come annunciato nell'incipit del romanzo: qualcosa di importante sta per succedere e la storia si intreccia tra corrispondenze, incontri, zone buie, confusioni e tutte quelle cose sempre sapute che peccano dell'attenzione dei dettagli che identificano, per esempio, i destini delle persone che vengono pressoché decisi all'inizio in un momento di illuminazione nel quale si riesce a vedere tutto ciò che sarà in un quadro sommario e impreciso, ma che come la forma di qualsiasi cosa contiene nel suo manifestarsi una scelta, una strada da poter seguire. Tutte le storie tra persone producono sorprese, imprevisti, dolori e piaceri e non serve brancolarsi nel buio della nostra stanza quando sappiamo da dove poter accendere la luce. Il bello della narrazione sta nell'immaginare e nell'incontrare tra le pagine quelle sfaccettature di carattere e di pensieri dei personaggi descritti che un po' ci appartengono o che ricordano qualcuno a noi vicino o lontano. Si radica fra le righe la forza delle cose non dette nel susseguirsi di eventi e di tempi che ci accompagneranno nel cuore pulsante del mondo.
E si vola, restando in attesa.
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