Ti amo anima mia di Najaa - Edizioni Psiconline vince il 2° Premio Letterario Internazionale Città di Sarzana
Ti amo anima mia di Najaa ha vinto il 2° Premio Letterario Internazionale “Città di Sarzana”. Alla premiazione è intervenuta anche la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli.
Ti amo anima mia di Najaa ha vinto il 2° Premio Letterario Internazionale “Città di Sarzana”.
Alla premiazione è intervenuta anche la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli.
Un’occasione per portare la propria testimonianza in una manifestazione che quest’anno ha avuto come tema: Violenza sulle donne “Il silenzio aiuta il carnefice” e per uscire per la prima volta pubblicamente.
Edizioni Psiconline è davvero fiera di questo meritato riconoscimento, ci congratuliamo con Najaa e le rivolgiamo alcune domande per capire cosa è cambiato dopo la pubblicazione di Ti amo anima mia.
D. Quando hai sentito che era arrivato il momento di raccontare e far conoscere a tutti la tua storia?
R. L’esigenza di scrivere la mia storia c’è stata da subito. Da appena finita o addirittura da prima, mentre la stavo ancora vivendo e soffrendo. È stato il mio modo di affrontarla, di guardarla da tutte le angolazioni possibili, per comprenderla e per guarire dal dolore. Dopo questo primo passo ho ritenuto giusto e utile farla conoscere. Tenerla per me non mi sembrava abbastanza. Storie come la mia vanno raccontate e non taciute. Non parlarne sarebbe, secondo me, un po’ come volerle giustificare o difendere.
D. Per molto tempo hai evitato di rendere pubblico il tuo vero nome e il tuo volto, sta cambiando qualcosa, visto che hai deciso di partecipare al Premio Sarzana che hai peraltro vinto aggiudicandoti il secondo posto?
R. Ho sempre pensato di restare nell’anonimato, per un fatto di tutela personale o forse per un blocco psicologico. Ma i pensieri cambiano come cambiano le situazioni. Per una serie di coincidenze il mio nome è uscito fuori e ho deciso di cogliere l’occasione per fare un passo avanti in questo mio continuo percorso di rinascita. Ritengo che ogni cosa vada fatta al momento giusto, quello più opportuno per noi e quindi quando ci si sente ‘pronti’ per affrontarla e io credo oggi di sentirmi più tranquilla e di aver voglia di presentare il mio libro con la mia vera identità. Lo devo a me e alle persone che mi seguono e mi sostengono con grande affetto.
D. Chi era Najaa prima e chi è oggi? Come è cambiata Najaa dopo la pubblicazione di Ti amo anima mia e quali riflessioni si possono fare dopo il meritato riconoscimento?
R. Najaa prima era una ragazza insicura e sicuramente suscettibile e per questo facile preda di un manipolatore. Era una ragazza ingenua, alla continua ricerca dell’amore e che si è lasciata trarre in inganno dalla bellezza di un giovane e da una rosa rossa paragonabile, potrei dire, ad una intrigante e lucida mela di Biancaneve.
Ad oggi è una donna migliore, che si piace, più forte, più sicura. Una donna che ha intrapreso volontariamente un lungo percorso introspettivo per comprendersi e per rialzarsi e che sicuramente è fiera di sé. Per il lavoro svolto, per il suo libro, per il suo coraggio.
D. Quale messaggio vorresti dare adesso alle altre donne, in particolare a quelle che stanno vivendo o hanno vissuto una esperienza di violenza causata da un uomo?
R. Alle donne dico spesso di trovare la forza per guardarsi dentro. Di non dipendere da qualcun altro. Di non accettare la violenza di un uomo per nessun motivo. A quelle che la stanno subendo, sicuramente di ribellarsi e di trovare una via di fuga.
A quelle che ne sono uscite di ricominciare a vivere, senza sensi di colpa. Senza soffermarsi troppo verso quello che è stato e che non si può cambiare. Poi ogni storia è a sé e non è semplice generalizzare.
D. È possibile fuggire da una storia d’amore violenta prima che la situazione degeneri?
R. Sicuramente sì, se si ha l’accortezza di cogliere i segnali, di non ignorarli, di non giustificare i comportamenti del partner. Se non si ha il timore di restare da sole e soprattutto se non si rimane in silenzio. Ma ribadisco che rispondere a domande come questa in maniera generica non è semplice, né possibile. Per poter rispondere correttamente bisognerebbe analizzare ogni singolo caso, ogni situazione con tutte le varie sfaccettature e complicanze annesse.
Io posso parlare per la mia esperienza personale e dire che sarei potuta andarmene molto prima, risparmiandomi gran parte della sofferenza. Ci sono stati dei momenti difficili, dove mi sono sentita in gabbia e senza una via di fuga ma alla fine ho comunque detto ‘basta’ e mi sono ribellata, seppur rischiando ed evitando che la violenza continuasse e crescesse sempre più, arrivando chissà dove. Forse in un punto di non ritorno.
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