SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Tossine nel mais, Coldiretti Rovigo invita tutti a soluzioni condivise

23/01/13

Nell'immediato, detossificazioni. Nel futuro, buone pratiche agronomiche ed un protocollo con gli essicatoi

FIESSO UMBERTIANO (RO) – Gli agricoltori attueranno tutte le tecniche agronomiche di prevenzione e gli essiccatori dovranno elaborare un protocollo d’intesa per la lavorazione del mais con le attrezzature adeguate. In un’ottica che guarda al futuro, sono queste le indicazioni che sono arrivate ieri sera (21 gennaio), dall’assemblea indetta da Coldiretti Rovigo, al teatro parrocchiale di Fiesso, sul tema della contaminazione del mais da aflatossine. Nell’immediato, l’organizzazione chiede che tutte le forze sociali ed istituzionali coinvolte si riuniscano attorno ad un tavolo per trovare soluzioni condivise.

Oltre 200 soci, produttori di mais della zona di Fiesso, hanno affollato il teatro a dimostrazione della rilevanza della problematica. Un vivace dibattito ha approfondito l’attuale situazione reale del mercato maidicolo, rilevando che la domanda è soprattutto rivolta verso granella di specifiche qualità per filiere determinate.
In pieno polverone commerciale, alzato dalle forze che chiedono di elevare i limiti legali delle aflatossine nel mais, e forte della risposta del ministero della Salute che ha detto ‘difficilmente perseguibile’ tale possibilità, la Coldiretti Rovigo ha ribadito la sua posizione: “Alzare i limiti di legge per noi non è mai stata la soluzione del problema – ha affermato il presidente Mauro Giuriolo – visto che la competenza è semmai del ministero della Salute e dell’Unione europea, abbiamo sempre sostenuto che occorre impegnarsi tutti per la detossificazione del prodotto. Se l’Unione europea vorrà alzare i limiti su alcuni prodotti zootecnici – ha continuato il presidente - non sarà certo la Coldiretti a dire di “no”. Ma nella situazione di incertezza in cui siamo, nascondersi dietro la richiesta di alzare i limiti della aflatossine, ben sapendo che una risposta non arriverà mai in tempi brevi, è un semplice scaricare le responsabilità per tenersi il cuore in pace”.
“Fermo restando che la responsabilità dell’attuale situazione d’emergenza – ha ricordato Giuriolo - è di chi non l’ha gestita correttamente, secondo le disposizioni del ministero della Salute e della Regione Veneto; e che qualcuno ha preferito spostare il problema sui media, con il risultato di favorire le speculazioni; resta che ad oggi il nostro mais viene additato come tutto inquinato da aflatossine e non viene acquistato neanche quello buono”.
“Con l’auspicio che questa strategia abbia toccato il fondo – ha aggiunto il direttore Adriano Toffoli - ci auguriamo che finalmente si parli della risoluzione del problema, ammettendo le proprie responsabilità e sedendoci tutti ad un tavolo per trovare per l’immediato, con l’aiuto delle istituzioni, una soluzione. Per il futuro deve esserci un impegno serio di tutti gli essiccatoi, nell’attrezzarsi per gestire il mais in presenza di aflatossine; degli agricoltori per prevenire lo sviluppo della tossina; e della Regione che avvii un controllo adeguato, bloccando l’attività agli essiccatoi che lavorano per conto terzi e non sono attrezzati per questi eventi”.

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Beatrice Tessarin (giornalista free-lance)
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